10 Set 2020

Il sentiero della gioia: un viaggio di trasformazione verso una vita piena

Scritto da: Cristina Diana Bargu

La gioia non può essere il fine, ma deve essere il mezzo per raggiungere una vita piena, sana e serena. Questo il messaggio al centro de “Il sentiero della gioia”, ultimo lavoro del regista romano Thomas Torelli che con i suoi documentari mostra al pubblico la bellezza di un altro mondo e la rivoluzione in atto all'insegna dell'amore.

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Il regista romano Thomas Torelli, dopo aver aperto al suo pubblico uno spiraglio verso un modo diverso di intendere e di interpretare la realtà con il film documentario «Un altro mondo» (2014), dopo aver approfondito il tema dell’alimentazione con «Food ReLOVution» (2017) e dopo l’invito di «Choose Love» (2018) a scegliere, appunto, l’amore, si prepara a mostrarci «Il sentiero della gioia»: l’ultimo frutto del suo lavoro.

Il tema, questa volta, è la gioia, intesa non come obiettivo o come fine da raggiungere, ma come percorso e come mezzo per fare esperienza di una vita piena. Proseguendo e portando avanti l’avventura avviatasi a partire da «Un altro mondo», film documentario che ha smosso gli animi degli spettatori, «Il sentiero della gioia» aspira a guidarci in un viaggio di trasformazione verso una vita più serena e più sana e verso un modello di società basato sull’empatia e sull’amore.

«C’è una bellissima frase di Ghandi che dice: “La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”. Con questo documentario vorrei raccontare com’è che si balla sotto la pioggia, perché fa bene a noi, ci sintonizza su frequenze più alte, fa bene alle persone che ci circondano e ha il potenziale per cambiare il mondo», ci ha spiegato Torelli.

thomas torelli
Il regista Thomas Torelli

«Per farlo ho scelto di raccontare tre storie vere di persone che hanno vissute delle situazioni difficili, e che nonostante tutto sono riuscite a intraprendere il sentiero della gioia. Si tratta di Nicoletta Tinti, ex olimpionica di ginnastica artistica e ballerina, che dopo essersi ritrovata nel 2008 in una sedia a rotelle, è tornata a ballare, prima seduta e poi in piedi grazie ad un carrello di ferro che le consente di muoversi stando sulle sue gambe. Andrea Caschetto, ragazzo che a seguito di un tumore al cervello si è dedicato a prendersi cura e a far ridere bambini provenienti da tutto il mondo. Simona Aztori, nata priva degli arti superiori: il suo sogno era fare la ballerina e la pittrice, che è esattamente ciò che oggi fa nella vita».

A queste tre storie, dense di significato, Torelli ha intrecciato i contenuti scientifici e filosofici di vari esperti: Erica Francesca Poli, Salvatore Brizzi, Italo Pentimalli, Richard Romagnoli, Pier Mario Biava, Silvano Agosti, Virginio De Maio, Alberto Simone e Joe Vitale. Dei nomi, questi, prevalentemente italiani, scelti da Torelli anche nell’intenzione di valorizzare il movimento presente nel nostro paese.

sentiero della gioia torelli

La produzione e la distribuzione del documentario, anche questa volta, saranno indipendenti e già da oggi è possibile contribuire al crowdfunding, che resterà aperto per una cinquantina di giorni.

L’uscita de Il sentiero della gioia è prevista a inizio dicembre, in occasione della grande festa dei sostenitori. «Covid permettendo ci piacerebbe organizzare, come anche per i precedenti documentari, un evento per festeggiare coloro che ci hanno sostenuti e mostrare loro in anteprima quello che siamo riusciti a realizzare grazie a loro», ci ha riportato Torelli. E, sempre “Covid permettendo”, dopo la prima c’è tutta l’intenzione di portare in tour per l’Italia Il sentiero della gioia».

«Ogni volta sono molto curioso di vedere come reagisce il pubblico ai miei nuovi lavori», ci ha raccontato Torelli. «Per me il giudizio più importante è il loro e spero di non deluderli mai. Per questo cerco sempre di dare il massimo, e anche perché per me far convivere una forma d’arte bella come il documentario e offrire alle persone un punto di vista diverso, capace di aiutarle a vivere meglio, è diventata quasi una missione di vita».

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