Sardaigne en Liberté: viaggiare in Sardegna valorizzando i territori e le esperienze – Io faccio così #299
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Vi ricordate, nella nostra Visione 2040? Tra i vari argomenti, insieme ai partner che hanno contribuito a questo lavoro, sostenevamo che “dire turismo significa viaggio, conoscenza, responsabilità, cultura”.
Il coronavirus ha solamente messo l’accento (non senza contraddizioni) sui concetti di turismo di prossimità e sulla riscoperta della natura e dei borghi che caratterizzano l’Italia: il fenomeno, per la nostra esperienza, è però già in atto da diversi anni.
Il viaggiare sta divenendo sempre più autentico: un maggior numero di persone esplora i territori con il forte desiderio di conoscerlo a fondo, di vivere in prima persona e con autenticità le tradizioni che lo caratterizzano, con modalità di spostamento il più possibile sostenibili e rispettose della natura e della cultura locale.
Sardaigne en Liberté, la storia che vi raccontiamo oggi, è una realtà che calza a pennello con questo racconto. Si tratta di un operatore turistico che propone diverse possibilità di esplorazione del territorio sardo: a piedi e in barca, in bicicletta (anche elettrica, dove insieme ad alcune realtà partner hanno ideato alcuni percorsi nelle aree interne della regione), con gli asini oppure organizzando delle escursioni dedicate allo yoga e al benessere.
Il nome francese non è un caso: il fondatore è Jean Luc Madinier, parigino che in Corsica ha incontrato l’amore e che si è poi innamorato della terra natale della sua attuale moglie.
Diverse sono le esperienze proposte al viaggiatore: dalla condivisione della “Tràmuda”, termine sardo con il quale si indica la pratica della Transumanza delle pecore,alla scoperta delle tradizioni culinarie della regione, per passare poi alla scoperta dei luoghi misteriosi dell’entroterra dell’isola e dei vigneti posti nei meravigliosi Tacchi d’Ogliastra.
Nel video che vi abbiamo proposto, oltre a presentarvi Sardaigne en Liberté, vi raccontiamo un altro importantissimo aspetto che caratterizza Sardaigne en Liberté, rendendola un’attività consapevole e responsabile: Madinier le definisce le “azioni di compensazione”. «Vogliamo dimostrare come il turismo che vogliamo fare, che mette al centro la natura e la cultura locale, sia ancora un terreno inesplorato che può portare ricchezza e reale sviluppo a questa regione» ci spiega Madinier. «Ad Ottobre abbiamo dato la possibilità, ai turisti e non solo, di piantare alcuni alberi nella foresta di Montes, a Orgosolo. Lo abbiamo fatto sia per creare una connessione reale tra i viaggiatori e territorio, per evitare la classica modalità del “mordi e fuggi” del turismo di massa, ed anche per dimostrare come una semplice azione possa poi avere una ricaduta reale e vantaggiosa sulla popolazione e sull’ambiente locale».
Nella squadra di Sardaigne en Liberté vi è anche Marco Buonuomo, che dopo aver girato il mondo in bicicletta, ha deciso di andare a vivere in Sardegna ed è ora il responsabile per le attività in bicicletta, seguendone tutte le fasi dalla progettazione alla realizzazione dei tour.
Madinier ci annuncia i prossimi obiettivi di Sardaigne en Libertè. «Nell’immediato, il 10 Ottobre 2020 organizziamo di nuovo la Transumanza con le pecore e le capre insieme ai pastori e ai viaggiatori, sempre nei dintorni del comune di Arzana nella provincia di Nuoro. Nel 2021 abbiamo in programma di proporre delle attività in montagna che promuovano l’utilizzo di prodotti sani e locali. Sul tema dell’alimentazione collaboriamo a stretto contatto con Slow Food in Sardegna».
Allargando i confini oltre l’isola, Sardaigne en Liberté è fin dalla sua nascita orientata a collaborare e stringere reti di collaborazione in ambito europeo: «In ottobre il Parlamento europeo e la Commissione europea stanno organizzando degli incontri per riflettere sulla tematica del turismo in Europa. Noi saremo presenti con le nostre proposte e vogliamo portare avanti, in collaborazione con alcune realtà della Corsica, della Grecia e delle isole del Mediterraneo, diverse pratiche di turismo alternativo a quello di massa.
Il 2021, ad esempio, sarà l’anno europeo del treno e in Sardegna vogliamo promuovere il treno in bicicletta su alcune linee ferroviarie, spesso purtroppo non dotate di mezzi che favoriscono l’uso della bici. Il Comitato economico e sociale europeo, noto come CESE ed espressione della società civile europea, ha accolto recentemente alcune nostre proposte riguardo a cosa significhi realmente fare turismo sostenibile, è un organismo con la quale interloquiamo molto spesso».
In questo periodo di pandemia, l’immagine turistica della Sardegna (complice anche la ricostruzione di alcuni media) è stata al centro dell’attenzione per i noti casi di contagio legati a dinamiche tipiche del turismo di massa. «Il Covid-19 – afferma Madinier – ci lascia l’opportunità, da cogliere, di ripensare e riprogettare il turismo nella direzione di un modello più sostenibile ed etico.
Ma non esiste solo il coronavirus! Dobbiamo assolutamente capire che ci sono ancora altro problemi che ci devono dare la spinta ad agire, come ad esempio la crisi climatica in atto! È necessario pensare e progettare su scala europea la promozione di un turismo più sostenibile; ecco perché anche insieme ad AITR, l’Associazione Italiana del Turismo Responsabile, stiamo riflettendo insieme su come proporre un’idea diversa di turismo in Sardegna e in Italia, anche grazie alla collaborazione con alcuni partner in Francia e in Germania».
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