In Italia si mappano i borghi per chi vuole vivere e lavorare in montagna
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Abbandoniamo per un attimo l’idea della montagna come luogo bucolico, troppo lontano dalla nostra quotidianità e parte di un passato ormai distante. Proviamo a immaginare borgate, paesi, villaggi che rinascono e questa volta al centro di una nuova economia che fa vivere, in questi luoghi abbandonati, tutto il fascino che mai là città potrà dare.
È proprio su questa scommessa che Uncem sta avviando una mappatura nazionale dei borghi alpini e appenninici per individuare progettualità, proposte, soluzioni e studi di fattibilità di quei luoghi che possono tornare a vivere o che sono già parte di progetti di recupero.
Si pensi che, come riporta il Rapporto Montagne Italia, nei 5.552 piccoli Comuni è presente una casa vuota ogni due occupate e inoltre solo il 15% di quelle disponibili riuscirebbe a ospitare un totale di 300 mila abitanti. Con questa iniziativa, aperta fino al 20 ottobre, non si vuole dare vita esclusivamente ad una mappatura dei borghi ma anche di tutti gli “edifici modello” ad alta efficienza energetica di proprietà pubblica o privata, nuovi da realizzare o esistenti, che si trovano nei piccoli Comuni nei Comuni montani italiani.
La mappatura nazionale amplierà e approfondirà il lavoro precedentemente avviato sul territorio piemontese, prima regione di questa sperimentazione, come vi abbiamo raccontato in un nostro precedente articolo. A chi si rivolge? A Comuni, Comunità̀ montane, Unioni montane di Comuni, privati cittadini, imprese edili, progettisti, operatori immobiliari, agenzie e fondi di investimento.
«Da dieci anni Uncem lavora su questi fronti – ha comunicato il Presidente nazionale Marco Bussone, come riportato in una nota stampa – e crede nella possibilità di rigenerare pezzi di territorio che per troppo tempo molti hanno considerato marginali e inutili, fuori dai circuiti economici, culturali, sociali. Da abbandonare e ignorare. Poi con il lockdown e la pandemia tutti hanno iniziato a parlare di borghi, di montagne, di nuovi spazi dove vivere».
L’obiettivo è far sì che i borghi montani non siano solo luoghi da visitare ma luoghi dove vivere e dove lavorare e per far ciò serve un progetto di Paese, che Uncem ha proposto a governo, parlamento e regioni. Questo proprio perché l’emergenza delle aree montane riguarda anche le città, partendo dal presupposto che la vitalità dei borghi e delle aree montane, che corrispondono a circa il 54% dell’Italia, è e deve necessariamente essere una sfida dell’intero Paese.
Foto di Valter Cirillo da Pixabay
«Vogliamo indagare il territorio, dal basso, e poi essere pronti. Il piano italiano per il Recovery fund deve parlare di borghi da rigenerare, di nuova residenzialità nelle zone rurali, di imprese di comunità, di qualità della vita e di necessaria riorganizzazione dei servizi. Questo deve essere l’asse centrale della nuova programmazione comunitaria 2021-2027, di tutto il Green new deal e della politica di coesione, e devono essere mobilitate le Regioni nell’individuare fondi per il reinsediamento».
La rigenerazione e l’uso migliore delle risorse naturali ed energetiche, come si legge sul sito di Uncem, sono temi che hanno visto negli ultimi anni i piccoli Comuni e i Comuni montani anticipare soluzioni anche per contrastare il cambiamento climatico in corso. Ne sono esempio alberghi diffusi, rifugi o locande che hanno ridato vita a pezzi di territorio prima marginali e abbandonati o comuni e associazioni che sul loro territorio stanno sviluppando particolari progetti di rivitalizzazione.
Alla base di ciò c’è un ripensamento dei territori che li vede in stretta comunicazione con le aree urbane. «Uncem vuole favorire questo legame. Vincono le reti, il non essere soli: i borghi e gli edifici che verranno mappati avranno necessità di strategie, condivisione, risorse, pensiero».
Per contribuire al progetto è possibile condividere segnalazioni e materiale compilando il form per la mappatura dei borghi e la mappatura degli edifici ad alta efficienza energetica. Le informazioni trasmesse verranno utilizzate da Uncem per fini di studio, ricerca e divulgazione scientifica.
Coloro che condivideranno eventuali schede e materiali verranno contattati da Uncem al fine di definire insieme nuovi percorsi di sviluppo, anche volti all’individuazione di investitori, fruitori per la residenza e l’insediamento di imprese, la ricerca di fondi pubblici e privati per la ristrutturazione e la rivitalizzazione economica dei borghi e degli edifici. Il materiale dovrà pervenire, attraverso i form ai link comunicati nel presente documento, entro il 20 ottobre 2020.
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