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Genova - Marco Fossati è un esperto di piante e un amante del mondo vegetale in ogni sua declinazione, ma anche un buon ascoltatore di persone, oltre che prode camminatore. E queste ultime due doti, apparentemente slegate, sono state il trampolino di lancio per dare vita al suo metodo di “erboristeria intuitiva”.
Con alle spalle una laurea in scienze erboristiche conseguita a Pisa (con una tesi sulla nutraceutica del “prebuggiun” ligure, miscela di piante per la salute, oltre che a uso alimentare), oggi Marco porta avanti la sua “erboristeria intuitiva” nel suo studio nel centro di Genova, organizza incontri individuali e di gruppo e collabora con diversi giornali e magazine, curando rubriche a tema.
Dopo anni di sperimentazione e di ricerca della salute grazie alle erbe, il suo approccio nasce da una semplice intuizione: come si può coniugare il mondo delle erbe all’unicità della persona che vi si avvicina? Nel tempo Marco si rende conto che, oltre alle “ricette”, sono fondamentali il luogo, la relazione che si crea tra l’erborista e la persona e, naturalmente, le peculiarità della persona stessa. La dimensione di profondo ascolto della propria interiorità s’è rivelata essenziale per raggiungere la consapevolezza di quanto sia importante tutto ciò che va oltre ai nostri sensi, anche a quelli che siamo abituati a considerare tali.
Questa personalizzazione rende il suo lavoro costantemente in divenire, perché prende sempre nuove forme e dimensioni. Decido di approfondire con lui questi aspetti che rendono il suo metodo così innovativo.
Cos’è la tua “erboristeria intuitiva”?
Si tratta di un approccio costruito su tre basi: teoria, pratica e consapevolezza. La teoria si basa su criteri sia moderni che di medicina tradizionale mediterranea e sapere popolare, in un mix di nuovo e antico che si integrano a vicenda. La parte pratica riguarda l’aspetto manipolativo delle piante, cioè il saper estrarre i principi attivi delle erbe nel loro fitocomplesso. La consapevolezza, invece, tocca la dimensione dell’unicità della persona, dell’ascolto di sé e dell’interiorità, stimolando anche una coscienza di tipo ambientale. “Noi siamo natura”, sia come esseri umani che come individui, e questo è un aspetto prioritario che sottolineo sempre, durante tutti i miei incontri.
In che modo la pratichi per te e come la porti avanti per e con gli altri?
Nella mia quotidianità, pratico questo metodo in base al mio sentire personale, scegliendo le piante più adatte a me e sperimentando molto l’aspetto intuitivo.
Negli altri, la attuo associando una parte di conoscenza teorica e una parte di ascolto di sé. Mi baso molto sulla reazione durante “l’esperienza della pianta”, sia raccolta in un bosco che essiccata. Mi fermo e faccio riflettere la persona analizzando vari aspetti: “Cosa accende dentro di me questa pianta? Può essere nutriente per me in questo momento?”. A quel punto valuto cosa emerge, senza giudizio. In ogni caso, oltre alla conoscenza teorica, trovo sia essenziale tornare a dare spazio alla propria interiorità e reinserire se stessi all’interno dell’equazione della salute, cosa che invece, spesso, escludiamo.
L’approccio di Marco, quindi, insegna alle persone a vivere in salute. “Chi è in buona salute è ricco senza saperlo”, insegna un vecchio proverbio francese.
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