Cerotti per sensibilizzare e “guarire” la cultura
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Genova - «Qualsiasi cosa per noi rappresenti, la CULTURA merita attenzione. Non è un lusso, è una necessità».
Tantissimi cerotti attaccati qua e là, sparsi in luoghi (non casuali) di Cogoleto (GE), come simbolici inviti a curare la cultura, e la Fornace Bianchi, luogo antico e unico in Liguria, come location del primo incontro, lo scorso 27 agosto.
«La voglia di esserci, di fare la propria parte per difendere la cultura, il nostro bene comune, ci ha dato l’input a creare tutto questo», racconta Luca Nanni, presidente dell’associazione Fornace Bianchi Cogoleto, nata nove anni fa. Lo scopo primario dell’associazione è la gestione della Fornace, la più antica testimonianza arrivata a noi del perduto “saper fare” cogoletese: da secoli, Cogoleto è ricordata per la presenza dell’industria della calce, ricavata dalla cottura della pietra calcarea, estratta dalle colline retrostanti e cotta nelle numerose fornaci un tempo presenti nel centro storico. Far conoscere e rivivere questo luogo, promuovendo la cultura, è l’obiettivo primario dell’associazione.
«Ci siamo resi conto che era il momento di dare un segnale, così siamo partiti dalla nostra Cogoleto, dove la Fornace è chiusa da oltre un anno, posizionando in luoghi chiave del paese alcuni cerotti, che rendono molto l’idea del senso di malattia di questo momento storico». La risposta della cittadinanza è stata da subito molto corale: in tanti hanno manifestato il proprio sostegno a questa iniziativa, gli stessi che hanno partecipato alla serata del 27 agosto. E questo sottolinea che la cultura è un bene universale.
«Durante questo primo incontro abbiamo raccontato la storia e le tradizioni di un territorio “operoso”, quello cogoletese, che riconosce nelle antiche pietre della Fornace un prezioso lascito per le nuove generazioni».
I progetti per il futuro sono ancora in progress, ma i ragazzi stanno lavorando a una serie di “pacchetti” con strategie di comunicazione culturale, per valorizzare beni culturali anche fuori dal territorio ligure.
Così, un semplice attacco d’arte diventa un progetto più articolato, in grado di espandersi a macchia d’olio anche in altre città italiane. E un piccolo cerotto su attrazioni culturali “ferite” può dare un segnale forte alle istituzioni ed «esprimere quel senso di abbandono e di vuoto che versa intorno al settore della culture in questo momento storico».
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