7 Ago 2020

Quo Vado? Un percorso per giovani alla ricerca della propria rotta nel mondo

Scritto da: Sara Donati

Come trovare la strada per essere noi stessi, soddisfare i nostri bisogni e contribuire a rispondere alle sfide del mondo? Prende avvio da settembre un percorso di orientamento per giovani alla ricerca di senso in un mondo che cambia velocemente.

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Questa essenziale fragranza che permea e sconvolge le nostre vite e le sorti del mondo ha molti nomi e ne ha avuti altrettanti lungo i secoli e tra le culture: parliamo della vocazione, nel senso di chiamata ad esprimere la nostra originalità. Forse l’avrete sentita sulla vostra pelle, forse invece l’avrete solo sentita nominare in termini di scopo o senso della vita, ghianda nel senso di potenziale che fermenta inevitabilmente per diventare quercia, ispirazione, daimon platonico, o forse avete sentito il termine ikigai, che tradotto dalla cultura giapponese significa ‘motivo che ci fa alzare dal letto la mattina’. Tante parole che, insieme, ci raccontano della ricerca del profondo contatto tra noi e la direzione speciale e rivoluzionaria che, in attesa di ascolto, il nostro cuore ci sussurra.

Sembra che poche persone al mondo entrino in contatto e siano benedetti da questa dimensione di ispirazione e forte risoluzione: grandi personaggi, modelli di successo in tutti i campi del sapere e del fare, che incarnano o hanno incarnato ideali e forte determinazione nella loro vita, come guidati da una forza incontrastabile. Eppure potenzialmente ognuno di noi può entrare in contatto con il suo Ikigai, ma giocano contro questo fatidico incontro le pressioni sociali, gli innumerevoli stimoli da cui siamo bombardati e le tante altre spinte ad uniformarci a vite di cosiddetto “successo” che nulla c’entrano con noi e la nostra direzione. Complici del nostro brancolare in cerca di senso sono la paura del cambiamento, del fallimento, di abbandonare la strada battuta e conosciuta per avventurarsi per vie del tutto inedite, le nostre vie.

ragazza strada
Foto di Oleksy @Ohurtsov da Pixabay

A volte le nostre vie chiedono a gran voce di essere percorse, ma quando ciò non sembra succedere? Dobbiamo tendere l’orecchio in cerca di segnali più sottili… infatti non sempre la chiamata giunge a mo’ di rivelazione folgorante, mentre guida il nostro lento processo di crescita attraverso piccoli indizi. Dobbiamo soltanto imparare a riconoscerli ed avere fiducia nel semplice dispiegarsi della nostra chiamata.

Ma come possiamo aiutarci nell’affrontare questi apparenti ostacoli ed ascoltare la voce che ci sussurra la via? Quando ci prenderemo il giusto tempo, spazio e daremo credito a questo tema? Quando lo faremo, se non ora, in questo periodo storico di fermento di domande, nuove priorità, intuizioni, incertezza e desideri? Quando?

Se continueremo a perdere il contatto con la direzione che la nostra chiamata ci richiede, ci perderemo ancora e ancora nei supermercati e negli uffici, dai più mediocri a quelli di successo. Ammanteremo la nostra indomabile energia interiore di un’opaca ed uniforme quotidianità, suggeritaci per rendere ordinario ciò che sarebbe esplosivo: la nostra vocazione. Se percepiamo questa spinta, sceglieremo di conseguenza attività, coltiveremo talenti e ci inoltreremo in professioni, che rispecchieranno la nostra missione nel mondo ed esaleranno necessariamente il profumo della nostra vita. Ciò che scegliamo come nostra attività lavorativa, è, non solo una tra le sfaccettature della nostra autorealizzazione, ma anche l’espressione manifesta di qualcosa di ben più grande: il motore interno che dà vita alle nostre azioni. Ecco perché siamo chiamati a creare nuovi lavori, non a cercare e competere per un posto di lavoro…!

cartellone

Chi ci accompagna nella nostra crescita ha una funzione fondamentale: dare spazio ad una riflessione su questo, e anche ad una consapevolizzazione rispetto alle paure ad esso connesse. Ma dove troviamo spazi del genere? Al massimo l’orientamento scolastico è rivolto alla scelta della scuola o dell’università e propone una gamma di corsi, master, formazioni e pacchetti preconfezionati tra i quali districarsi come tra i banchi del mercato, solo, con più rumore, spinte e sgomitate.

Abbiamo perciò bisogno di un orientamento diverso da quello (cosiddetto) universitario che mette in vetrina le offerte didattiche che le accademie propongono, indirizzando la nostra ricerca di senso, fin da piccoli e piccole, all’esterno più che al nostro interno originale ed unico. Non si tratta di fare il medico o il meccanico, si tratta di capire il nostro senso nel mondo e di come possiamo esprimerlo.

Ecco che da questo vuoto di spazio e tempo dedicati a soffermarsi su questo vitale bisogno collettivo e personale, nasce l’idea di QUO VADO: un percorso di apprendimento e orientamento rivolto a giovani che vogliano conoscere e mettere a frutto le proprie potenzialità a servizio del mondo, a chi ha una o molte passioni da tempo ma non sa bene che farsene, a chi si sente intrappolato in un tipo di vita che non sente sua. Il percorso è previsto on line in autunno per chi fosse interessato o interessata. È in programma una presentazione aperta del percorso, il 16 settembre 2020, su piattaforma Zoom.

Ma il progetto non finisce qui: la volontà è quella di attivare collaborazioni con scuole e associazioni, gruppi di attivisti e realtà in transizione per renderlo accessibile e offrirlo in presenza, adattando la formazione ai bisogni del gruppo di ragazzi e ragazze.

«Come Albero della Vita – ci dice Massimo, fondatore e promotore del progetto, abbiamo già avviato percorsi simili per adulti, ma, dopo un’esperienza in una scuola superiore di Bologna, ci siamo resi conto sempre di più di quanto ci sia bisogno di percorsi dedicati esplicitamente a chi è in una fase di vita in cui i primi bivi si affacciano (fine superiori, università, prime esperienze lavorative). Noi crediamo che sia un’occasione per riscoprire la nostra originale e unica indole, che spesso viene nascosta ed ingabbiata da proposte di studio e di lavoro preconfenzionate. Pensiamo infatti che solo così possiamo contribuire al benessere collettivo e ai cambiamenti che le sfide globali ci richiedono, senza essere schiacciati da un sistema che tende ad omologare ed a standardizzare le persone».

Per chiudere citiamo Frederick Buechner: “il posto in cui sei chiamato ad essere nel mondo coincide con il luogo dove s’incontrano la tua profonda gioia e la più profonda fame del mondo”. In questa visione sistemica ed ecologica del mondo, la nostra realizzazione personale non può prescindere dal contribuire alla vita del delicato ecosistema del mondo, che sta urlando per attrarre le nostre più vivide energie per rifiorire in fresca umanità…non resta che credere che possiamo farlo!

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