24 Ago 2020

Progetto Pandora: un capannone industriale diventa casa famiglia per cani

Scritto da: Lorena Di Maria

PROGETTO PANDORA nasce nel 2015 da un gruppo di volontari presso i canili del territorio Biellese, con l’idea di occuparsi solo ed esclusivamente di“cani dai bisogni speciali”: malati, anziani, di difficile adozione, destinati all’eutanasia o classificati irrecuperabili. Qui, attraverso un percorso di recupero e nuove adozioni, si sviluppa un progetto di vita pensato per essere il più possibile vicino a quello familiare, dove ai box tradizionali si sostituiscono stanze arredate e spazi all'aperto, diventando una vera e propria casa che crea accoglienza.

Salva nei preferiti

Biella - In provincia di Biella sorge un rifugio speciale dove i cani possono ricominciare una nuova vita e riscattare un destino apparentemente scontato. Si chiama PROGETTO PANDORA e nasce nel 2015, quando la sua fondatrice Daniela Magliola decide di utilizzare dei capannoni della precedente attività di famiglia per realizzare quella che sarebbe divenuta da lì a poco una casa per ventiquattro cani, gestita insieme a suo marito e con l’aiuto dei volontari che ogni giorno mettono il cuore in questo progetto.

«Sono cani anziani o malati, dal passato problematico, termine che poco ci appartiene assieme a quello di fobico o aggressivo, e per questi motivi abbandonati a un destino di reclusione e privazione» ci racconta Daniela Magliola. «La nostra speranza è quella di ridare una vita dignitosa ad ogni nostro ospite, nonchè suo giusto riscatto. Ovviamente l’adozione è il nostro obiettivo, ma sappiamo che per alcuni di loro sarà molto difficile e quindi abbiamo creato un progetto di vita il più vicino possibile a quello familiare».

Pandora

La struttura si sviluppa all’interno di un capannone di 1.400 mq e 3.500 mq esterni tra recinti e prati. L’ idea è di ricreare, al suo interno, non i soliti box da rifugio convenzionale, ma delle stanze arredate come una vera e propria casa, collegate ad un giardino privato all’aperto per ogni cane più diverse aree comuni interne ed esterne.

«La gestione quotidiana dei cani si sviluppa in due o più gruppi liberi durante il giorno, con la possibilità di scegliere dove e con chi stare. I nuovi ospiti vengono inseriti nella struttura dopo una attenta valutazione in un contesto di interazione con cani che hanno già trovato il loro equilibrio e che aiutano il nuovo arrivato a ritrovare la propria identità, persa per colpa di una mal gestione o per una lunga reclusione avvenuta in passato».

Pandora3

Grazie all’impegno dei volontari nella cura degli spazi esterni e attraverso le tante attività quotidiane come passeggiate e gite fuori dal rifugio, le giornate passate coi volontari del PROGETTO PANDORA sono fatte di libertà e socializzazione e contribuiscono fortemente ad aumentare la qualità di vita dei nostri amici a quattro zampe. A fine giornata i cani rientrano nelle loro “stanze” e alcuni di loro dormono liberi sui divani della struttura che durante il giorno sono a disposizione di tutti. Come ci spiega Daniela, «nessuno viene forzato ad affrontare situazioni o relazioni per cui non è pronto o per cui non lo sarà mai!».

In questo modo la velocità di recupero è sorprendente: grazie a questo approccio gli operatori e i volontari si avvicinano ad un cane completamente diverso, nuovo, ricco di rinnovate capacità e fiducia grazie al contatto con altri cani che gli hanno trasmesso sicurezza serenità e ritrovati modi di comunicazione.

«La nostra idea di rifugio e di cinofilia deriva dall’esperienza acquisita negli anni. Nessun metodo o scuola ci appartiene se non la consapevolezza di voler dare una nuova dignità, a partire dalle sue esigenze e non da quelle dell’uomo. Per noi prima di tutto viene l’empatia. Saper fare un passo indietro quando è il momento e rispettare la sua natura di cane e non di surrogato di cane, aiutarlo a vivere una vita adatta alle proprie necessità e capacità del momento, non basate esclusivamente sulle nostre aspettative».

Pandora2

Rispettando i tempi di recupero e ascoltandone le esigenze, aiutati dai cani guida del PROGETTO PANDORA, in meno di tre anni sono quindici i cani ai quali è stata trovata una famiglia: prima destinati all’eutanasia o classificati irrecuperabili, ora sono felicemente adottati da famiglie meravigliose che se ne prendono cura.

L’obiettivo a breve termine è quello di fondare una organizzazione di volontariato, per poter aumentare il numero dei volontari e raccogliere fondi per i tanti progetti futuri. «La nostra è una struttura privata ed autofinanziata, ogni cane ha uno o più tutori che si prendono cura di lui anche economicamente e in futuro vorremmo includere cani anziani i cui proprietari sono persone sole e disagiate o provenienti da canili lager, dando assistenza alle realtà del nostro territorio». Nel caso dei cani anziani, inoltre, un aspetto molto importante che caratterizza PROGETTO PANDORA è l’accompagnamento empatico e dignitoso che viene dato loro affinchè non siano soli alla fine della loro vita.

«Le non-aspettative sono una delle nostre chiavi per aprire porte meravigliose. Il passaggio dal canile alla nostra struttura facilita la possibilità di trovar loro casa, perché questi cani non sarebbero subito pronti a una vita in una famiglia, poichè privi di esperienza e ancora timorosi e restii ad una relazione, ed un inserimento troppo repentino sarebbe un fallimento. Certo è un lavoro lungo e faticoso, a volte frustrante, e tanti sono ancora i cani in cerca di adozione, ma noi non perdiamo la speranza, la più bella delle virtù come il mito di Pandora insegna!».

Pandora4

Insomma, libertà di scelta e di comunicazione, affinchè la disciplina non avvenga con metodi impositivi ma attraverso il rispetto reciproco. Come ci confida Daniela, «ovviamente ci sono anche qui delle regole, come in ogni buona famiglia! Dare loro la possibilità di scelta e vederli riacquistare fiducia nell’uomo e nei propri simili sono per noi la vera benzina del nostro motore».

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il PROGETTO PANDORA alla e-mail prog.pandora@gmail.com ed è possibile supportarlo tramite bonifico bancario al seguente IBAN Poste Pay: IT53O3608105138257060557061, intestato a Magliola Daniela.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Gli orsi sono pericolosi? I numeri dicono che la caccia uccide 220 volte di più
Gli orsi sono pericolosi? I numeri dicono che la caccia uccide 220 volte di più

Umani, lupi, orsi, cinghiali, cervi: come convivere? – Soluscions #1
Umani, lupi, orsi, cinghiali, cervi: come convivere? – Soluscions #1

I veri safari etici non sono quelli che vediamo su Instagram
I veri safari etici non sono quelli che vediamo su Instagram

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(8) "piemonte"