27 Ago 2020

Nei mercati rionali niente più sprechi alimentari con l’aiuto degli “Ecomori”

Scritto da: Lorena Di Maria

Creare comunità e integrazione a partire dal cibo: nel mercato più grande e multietnico di Torino il progetto virtuoso RePoPP - Progetto organico Porta Palazzo distribuisce frutta e verdura invendute coinvolgendo rifugiati e richiedenti asilo che recuperano ogni giorno oltre 300 kg di alimenti che altrimenti verrebbero buttati via.

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Torino - Porta Palazzo è il mercato più grande di Torino. È parte identitaria della città e chi lo vive e lo frequenta non può non rimanere affascinato dai suoi colori e dalla vivacità che lo rendono unico nel suo genere. Nel via vai che lo caratterizza, tra ambulanti, residenti, commercianti e passanti di ogni età e provenienza, c’è un gruppo di volontari che con impegno contribuisce a contrastare lo spreco alimentare in città, impiegando il proprio tempo nel recupero delle eccedenze alimentari presso i banchi del mercato.

È difficile non imbattersi nel loro banchetto, davanti al quale sono sempre numerose le persone che sostano per ricevere la propria cassetta contenente frutta e verdura di ogni tipo: mele, pere, banane, insalata, melanzane o pomodori.

Insomma, la scelta non manca e tutto questo grazie al progetto RePoPP – Progetto organico Porta Palazzo, che nasce dalla collaborazione tra Comune di Torino, Amiat Gruppo Iren, Novamont ed Eco dalle Città che, dal 2016, ha avviato un efficiente sistema di raccolta dei prodotti ortofrutticoli invenduti insieme ad attività di sensibilizzazione ed educazione alla raccolta differenziata dell’organico, di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari.

Tutto questo è possibile grazie a un gruppo di ragazzi migranti richiedenti asilo, conosciuti a Torino (ma attivi anche a Milano e Roma) come gli “Ecomori” che, in sinergia con le “Sentinelle dei Rifiuti” recuperano e ridistribuiscono i prodotti che non saranno adatti alla vendita del giorno successivo poiché parzialmente deteriorati ma che si trovano ancora in buono stato, contribuendo ad ottimizzare gli sprechi. Lo fanno tutti i giorni, dal lunedì al sabato, raccogliendo alimenti sani e genuini tra gli oltre duecento banchi del settore ortofrutticolo, per redistribuirli alle persone bisognose e a tutti coloro che ne hanno necessità.

Raccolta differenziata, contrasto allo spreco di cibo e integrazione: sono questi i pilastri del progetto che, al primo semestre del 2020, dopo tre anni di sperimentazione, ha raggiunto il 77% di raccolta differenziata e una media giornaliera che ha sfiorato i 300 kg di frutta e verdura recuperata e distribuita tutti i giorni a più di 40 nuclei familiari.

Ora, grazie all’ampio successo ottenuto, il progetto si è aperto a quattro nuovi mercati cittadini quali il mercato di Via Porpora, di Corso Cincinnato, di Borgo Vittoria e di Piazza Foroni, con l’obiettivo di dare un contributo immediato all’emergenza alimentare, ridurre la produzione dei rifiuti mercatali e contestualmente migliorare la raccolta differenziata.

Ma RePoPP non è solo un’iniziativa di economia circolare, è anche un progetto pensato per rigenerare il tessuto sociale attraverso l’integrazione di ragazzi richiedenti asilo. Così è stato creato un rapporto diretto con gli operatori del mercato e una rete solidale con le persone destinatarie delle eccedenze alimentari. Nel 2019 sono stati coinvolti nel progetto 43 richiedenti asilo e 2 in attesa di permesso di soggiorno e sono stati attivati diversi tirocini e contratti di lavoro. Ciò fa di questa iniziativa un esempio virtuoso in quanto l’attività di recupero dell’invenduto è soggetta a retribuzione, diventando un vero e proprio lavoro.

Nel periodo dell’emergenza Covid-19 è nata la “Carovana Salvacibo”, per evitare che migliaia di chili di ortofrutta fossero sprecati mentre molte persone hanno avuto scarso accesso agli alimenti. Nata nei primi giorni di aprile, la Carovana Salvacibo ha distribuito più di 120 tonnellate di alimenti, garantendo tutti i giorni un approvvigionamento costante di frutta e verdura a più di 35 realtà torinesi, tra cui 6 Snodi della rete Torino Solidale, ovvero la rete di associazioni che, insieme ai Servizi sociali della città, raccoglie beni di prima necessità. Si tratta di realtà che durante e dopo il lockdown hanno provato (e continuano tuttora) a mettere un freno alla crisi alimentare generata dallo shock causato dal Coronavirus alla nostra economia.

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