La Scuola della Terra, un percorso consapevole verso l’agroecologia
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La Grande Via è l’associazione fondata da Enrica Bortolazzi e Franco Berrino il cui scopo è diffondere un concetto di benessere che si basa sulle tre vie: alimentazione, meditazione e attività fisica.
Dal giugno 2018 la Mausolea di Soci, in provincia di Arezzo, è la sede dell’associazione, ma la struttura fu anche il luogo scelto dai Monaci Camaldolesi per diffondere la tradizione monastica e studiare la flora e la fauna del luogo. Proprio per la tradizione erboristica che hanno saputo tramandare, i Camaldolesi sono a tutt’oggi riconosciuti come profondi conoscitori di erbe curative e piante officinali.
Questa antica azienda agricola monacale è stata il simbolo del territorio per lungo tempo. I terreni si espandevano dal Casentino alla Maremma con una produzione a circuito chiuso cioè veniva prodotto tutto quello che serviva a queste popolazioni. Poi il monachesimo è decaduto e le terre sono state abbandonate.
Ora in questa sede sembra rinascere l’antica vocazione di restituire vitalità ai terreni e al territorio promuovendo occasioni di connessione tra l’essere umano, la terra e i suoi frutti.
È nata con questa idea La Scuola della Terra per recuperarne la connessione, avvicinarsi alle leggi della natura e ai concetti di sostenibilità. La scuola vuole offrire conoscenze per diffondere un’agricoltura alternativa a quella convenzionale e poter rafforzare una filiera consapevole capace di produrre un cibo di qualità.
La questione agroecologica pone un’urgenza: invertire le modalità agricole industriali dal basso, attraverso la diffusione di conoscenze, tecniche, buone pratiche e relazioni.
La Scuola della Terra nasce grazie anche all’Apab di Firenze, un istituto di formazione, che insieme a La Grande Via ha potuto costruire un percorso formativo sui sistemi agroecologici con una forte impostazione pratica. Abbiamo intervistato il coordinatore di questi corsi, Emanuele Tellini: «Vogliamo far conoscere le diverse tecniche agricole, che siano facilmente riproducibili per innescare una conversione agricola. Il prof. Berrino darà il suo contributo sull’alimentazione ma si alterneranno diversi professori. Uno dei pilastri su cui lavoriamo è la concreta sostenibilità economica dei progetti agricoli».
L’agroecologia è l’insieme delle diverse pratiche agricole che conosciamo come agricoltura sostenibile o rigenerativa; da quelle più antiche come la biodinamica a quelle definite naturali e sinergiche.
La consapevolezza di base è l’aver capito che la rivoluzione verde, quella dell’agricoltura industriale ha fallito da tutti i punti di vista. Ha prodotto una riduzione della fertilità della terra, consumato risorse naturali senza preoccuparsi di doverle rinnovare, ha inquinato acque, terra e aria, ha pesato sulla riduzione della biodiversità, fallito l’obiettivo di diminuire la fame nel mondo e ha ridotto la qualità del cibo creando condizioni ambientali per l’essere umano ingiuste e insalubri.
«Tra fertilizzanti, erbicidi, pesticidi, fitoestrogeni, monocolture super intensive e grandi estensioni bisogna prendere atto che l’agricoltura convenzionale è dannosa per tutti noi e per il pianeta».
Emanuele entra un po’ nel dettaglio dei corsi: «Il primo corso sarà di olivicoltura e agricoltura biodinamica nel weekend del 18, 19 e 20 Settembre. Sarà tenuto dal prof. Leonardo Seghetti, uno dei maggior esperti italiani di olivicoltura, olivo e olio.
Il prof. Seghetti insegnerà anche ai produttori di olio a riconoscere la qualità del proprio olio durante una degustazione aperta a tutti i partecipanti offrendo, in forma privata, le risposte sulla qualità ad ogni campione preso in esame. L’idea è quella di insegnare a riconoscere le varie caratteristiche dell’olio per riuscire ad arrivare ad un olio di altissima qualità. Con Franco Berrino inoltre si parlerà di olio e salutogenesi.
Ma c’è di più, alla Mausolea è in atto anche una ricerca scientifica sui terreni adiacenti alla tenuta. Infatti da circa un anno, insieme a ricercatori dell’Università di Bologna, grazie al prof. Giovanni Dinelli, stiamo lavorano per ripristinare la fertilità di questi appezzamenti poveri di materiale organico. Con tecniche di recupero come sovesci e preparati biodinamici, attraverso prelievi e analisi stiamo vedendo che già ora il terreno sta recuperando vitalità.»
Quindi in poco tempo si può ripristinare quella che sta alla base della sostenibilità a livello globale: la fertilità della terra.
Proprio il 20 Settembre verranno presentati i primi risultati di questa ricerca scientifica durante la seconda edizione dell’evento “Il respiro della terra”. In quest’occasione, una vera e propria festa aperta a tutti, si potrà partecipare a diverse iniziative formative con ricercatori e agricoltori a laboratori e tavole rotonde.
Tutto questo si svolgerà in quello stesso luogo che nei secoli era stato in grado di sostenere e alimentare l’intera popolazione, di prendersi cura dell’intero territorio tra cibo, erbe e meditazioni.
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