Media di Comunità: “Costruiamo un racconto diverso dei nostri quartieri!”
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Torino - Oltre i luoghi comuni, gli stereotipi e una narrazione a senso unico dei nostri territori, esistono altri quartieri, altre città e altre storie da portare alla luce per restituire un’immagine più veritiera dei posti e di chi li abita. Questa consapevolezza non ha ispirato soltanto la nascita di Italia che Cambia ma ha dato vita anche ad un progetto di redazione diffusa che sta pian piano prendendo forma nei quartieri Barriera di Milano e Aurora a Torino.
Anche in questo caso tutto parte dal desiderio di contribuire ad un’informazione costruttiva per avere un impatto positivo sulla realtà: cambiare l’immaginario per cambiare il mondo, in altre parole. A raccontarci come è nato il progetto “Media di comunità” è l’educatore e giornalista di origini algerine Katrim Metref, che da anni abita a Torino e con la sua associazione Piemondo onlus è tra i promotori di questa iniziativa, avviata grazie alla collaborazione di alcuni soggetti sul territorio e ad un piccolo bando della Regione Piemonte.
Come nasce l’idea di dar vita ad un Media di comunità e in cosa consiste il progetto?
L’idea è quella di creare un “media di comunità” sul modello di quelli diffusi soprattutto in altri Paesi: si tratta di un mezzo di informazione gestito dalle associazioni e dalle persone che abitano e vivono direttamente il quartiere. All’inizio si pensava solo a Barriera di Milano poi abbiamo esteso il progetto anche ad Aurora, dato che funzionano come se fossero un unico grande quartiere.
A che punto sono i lavori di realizzazione del progetto e cosa è stato fatto sinora?
Innanzitutto per conoscere il tessuto associativo del territorio abbiamo avviato una mappatura delle associazioni, delle realtà vive, delle case di quartiere e degli spazi comuni dei due quartieri. Abbiamo così realizzato una mappa interattiva disponibile sul sito che abbiamo creato: Vivo in Barriera/Vivo in Aurora. Abbiamo quindi preso contatto personalmente con queste associazioni per iniziare a dar vita ad una rete. Abbiamo avviato insieme alcune attività prima dell’arrivo del covid che purtroppo ha interrotto tutto. Al momento il sito è interattivo e le associazioni possono inserire i propri dati in autonomia e segnalare gli eventi in programma, che sono visibili in un calendario. In un secondo momento le associazioni stesse dovrebbero iniziare a raccontare quello che succede nella zona. È così che prenderà di fatto vita la redazione diffusa, che è l’obiettivo a breve termine.
Che riscontro ha avuto la vostra iniziativa?
Finora la risposta da parte delle associazioni è stata molto positiva. Abbiamo capito di aver intercettato un bisogno comune: quello di raccontare in maniera più completa ciò che avviene nel quartiere, facendone emergere la vitalità. Qui, infatti, avvengono molte cose positive ma lo sanno in pochissimi. I principali mezzi di informazione ritraggono un quartiere in cui non succede niente di buono e segnalano soltanto le risse, lo spaccio ed i problemi. È molto difficile reperire informazioni circa le attività culturali e le tantissime iniziative virtuose che si svolgono nei nostri quartieri.
Nei mesi scorsi abbiamo anche organizzato alcuni eventi formativi e la partecipazione è stata molto numerosa, anche al di sopra delle nostre iniziative. Anche gli eventi pubblici di presentazione del progetto hanno avuto molta partecipazione e riscosso interesse.
Negli ultimi tempi, non essendoci stati incontri dal vivo, l’entusiasmo è diminuito, come è comprensibile considerato che è venuto a mancare un contatto diretto e che in questo periodo sono successe poche cose. È ora necessario riavviare la vita di comunità e riallacciare i contatti con le realtà del territorio. Speriamo di poter riprendere dopo le vacanze estive con gli eventi pubblici, la formazione e gli incontri con le associazioni. Le date e modalità sono da definire ma verranno segnalate sul sito.
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