Il Filo di Paglia, la prima casa in paglia della Liguria
“Il Filo di Paglia” si trova nell’incontaminata Val di Vara, in un paesino del Comune di Carro che si chiama Pavareto. Qui Marco e Francesca hanno costruito la prima casa di paglia della Liguria, all’interno di un’azienda agricola di quasi 5 ettari.

Entro in questa famiglia in punta di piedi, rendendomi conto che è quasi ora di pranzo e che stanno per arrivare degli ospiti. Sergio, uno dei figli, mi apre la porta e suo padre, Marco mi accoglie con un sorriso: sta tagliando i fagiolini viola, con un fare laborioso e concentrato che gli permette comunque di raccontarmi il suo lavoro con ironia e spontaneità. Lui è lo chef/casaro dell’agriturismo, nonché l’addetto alle mucche, di cui è innamorato: «I miei formaggi sono “liberi” perché permetto al latte crudo di diventare quello che vuole, in base al clima e alle sue inclinazioni… ieri, per esempio, è diventato mozzarella», scherza.

Francesca, la moglie di Marco, è un’architetta mancata, con in tasca i disegni della casa dei sogni sin dai tempi del liceo e con l’eredità del negozio d’antiquariato di famiglia. Questo amore per i mobili d’epoca si respira guardandosi in giro: ogni oggetto ha una sua storia ed è speciale nella sua semplicità. Con questo gusto per l’antico ha arredato ogni camera e appartamento dell’agriturismo. Arriva a salutarmi dopo aver raccolto le patate in serra («Profumano di castagne», mi dicono): lei gestisce gli orti e usa solo metodi naturali. Sergio, nel frattempo, riordina le posate pulite. Mi piace osservare come ogni loro gesto faccia parte di un’invisibile catena di montaggio, fatta di sguardi, di affiatamento e della condivisione di un sogno che è diventato realtà.

A Pavareto, paesino arroccato dell’entroterra ligure, lungo una strada stretta, completamente immersa nel verde, sorge il loro gioiello, costruito con cura con pareti in paglia, intonacate in argilla naturale e calce.
La casa di Marco e Francesca è la prima casa in paglia della Liguria e i suoi muri trasudano felicità. Il motivo per cui hanno scelto di orientarsi sulla bioedilizia è molto semplice e me lo rivela Francesca: «In Val di Vara c’erano già tanti agriturismi, quindi saremmo stati un ago in un pagliaio… e così siamo diventati noi il pagliaio!».
Così, dopo aver letto il libro “Come costruire con le balle di paglia” (edizioni Terra Nuova), sentono di aver ricevuto una folgorazione e iniziano ad approfondire l’argomento. Il bello della paglia è che è un materiale bioecologico e rinnovabile ogni anno e durante il suo ciclo di produzione non produce CO2, ma anzi, contribuisce a ossigenare i nostri cieli. E poi, essendo il prodotto di scarto di ciò che, soprattutto noi italiani, mangiamo tutti i giorni (il frumento) è facilmente reperibile, senza dimenticare che nel suo ciclo di vita assorbe CO2 e rilascia O2.
Anche la terra cruda (argilla) è un elemento totalmente naturale, essendo realmente terra, e porta numerosi benefici: regolarizza l’umidità, possiede una buona inerzia termica, quindi mantiene la temperatura intorno a sé costante, è fonoassorbente per suoni a bassa frequenza, trattiene polveri, gas e odori e protegge dai campi elettromagnetici: secondo uno studio di Monaco, 2,5 cm di intonaco eliminano il 75% delle radiazioni da impianto ad alta tensione, mentre un mattone di argilla ne elimina il 98%.

Con loro si chiacchiererebbe per ore, ma è già passato mezzogiorno e saluto Marco mentre prepara dei croxetti meravigliosi, con stampo originale di Pietro Picetti, noto intagliatore di Varese Ligure.
Nonostante il grande impegno che li coinvolge quotidianamente, Francesca e Marco non lesinano mai sulla disponibilità a scambiare due chiacchiere e condividere la propria esperienza di vita con gli ospiti. Una sosta da loro è caldamente consigliata: troverete una natura vera e una cordialità sincera, a cui non siamo più abituati.
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