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Caltanissetta - “La cultura non è professione per pochi: è una condizione per tutti, che completa l’esistenza dell’uomo.” Così definì Elio Vittorini la sua idea di cultura, intesa non solo come bene essenziale, ma soprattutto da condividere. Sono questi gli stessi principi che hanno spinto, con determinazione e tenacia, un gruppo di giovani di Caltanisetta a dar vita all’associazione culturale Creative Spaces, ormai tre anni e mezzo fa.
Nata dall’idea di un giovane architetto, Eros Di Prima, che ha saputo coinvolgere un numero sempre maggiore di persone valide, con una particolare dedizione ed apertura alla cultura e alla creatività, formando una vera e propria squadra che si occupa di progettazione e di sviluppo culturale.
Creative Spaces è un laboratorio e una fucina di idee che genera creatività, mobilità, immaginazione e intuizione come veicolo per lo sviluppo economico, sociale e umano. Tante le attività promosse dall’associazione in questi anni: la mostra di una collezione di opere di Salvador Dalì sulla Divina Commedia, il festival “Le Vie dei Tesori” di taratura nazionale, il format “PechaKucha” ecc…
Costretti a casa dalla pandemia hanno deciso di reinventarsi e rivedere il modo di fare cultura. Così circa un mese fa, in piena emergenza sanitaria, hanno dato vita al museo virtuale CO.VI.3D. Non una semplice galleria virtuale, ma un vero e proprio museo in cui svolgere attività artistico-culturali.
Lo “spazio virtuale”, infatti, è stato concepito secondo canoni architettonici tipici di una struttura espositiva, composta dalle sale, ovviamente, e dalla facciata esterna resa più viva da murales artistici.
La visita consiste in un tour nello spazio museale, passeggiate video esterne e interne; mentre l’opera di ogni artista è corredata da una scheda personale, esattamente come in un museo “normale”.
Ogni sala del Museo è dedicata a diversi artisti e letterati siciliani, da Morici a Greco a Quasimodo a Camilleri. L’edificio è corredato di finezze architettoniche con l’intento di donare calore e intimità ai visitatori, per potersi immergere in una realtà propria. E se da un alto c’è la virtualità dall’altro c’è la concretezza di un progetto: sulla scia del museo virtuale, infatti, saranno in futuro organizzate attività culturali e mostre collettive non virtuali.
Dall’inaugurazione, il 4 aprile scorso, ad oggi sono già più di 8.000 gli accessi al museo virtuale e sono più di cinquanta gli artisti da tutto il mondo che hanno aderito al progetto (Italia, Germania, Spagna, Ungheria, Romania, Albania, America, Messico, Australia).
CO.VI.3D (Contemporary Vision) è un esempio perfetto di come l’uso della tecnologia possa essere un valido supporto per l’arte e la socialità di domani, in attesa di replicare le stesse collettive di artisti in mostre reali quanto prima.
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