Il Celacanto Bene Comune: la rigenerazione dei luoghi che crea una nuova comunità – Io faccio così #293
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Lecce - Per raccontarvi la storia di oggi vorremmo partire dal termine abbandonare, che tra le varie interpretazioni deriva dal francese antico abandonner, che starebbe a significare ‘lasciare del tutto libero’. A primo impatto la matrice del termine è solo positiva, se scendiamo nel dettaglio sappiamo che l’abbandono porta con sé conseguenze disastrose.
Il termine Cura invece, come ci ricorda Don Franco Barbero, “nella sua forma più antica in latino si scriveva coera ed era usata in un contesto di relazioni di amore e di amicizia”.
Aggiungiamo altri spunti: abisso e luce. Sono due termini che si collegano al Celacanto, un pesce primordiale che è considerato una sorta di fossile vivente delle profondità marine ma che, allo stesso tempo, per alcuni ricercatori sarebbe una sorta di anello di congiunzione tra gli esseri marini e quelli umani, essendo dotato di pinne pettorali molto somiglianti, come funzionalità, a quelle di un polso umano.
Celacanto Bene Comune è anche il nome di uno spazio, sede dell’Associazione Coppula Tisa di cui vi abbiamo già raccontato la storia, che la sua co-ideatrice Carla Quaranta definisce “un laboratorio permanente di cittadinanza attiva” e che rappresenta una storia che contiene molti dei punti di riferimento a cui si ispira Italia che Cambia.
Si trova a Marina Serra, nel comune di Tricase in provincia di Lecce, a ridosso del mare, ed è una ex casa cantoniera successivamente abbandonata e rimasta nel degrado e fino al 2002. «Quando, insieme ai volontari dell’Associazione Coppula Tisa, ci siamo accorti di questo spazio, fuori c’era l’erba alta oltre due metri» puntualizza Geremia de Giuseppe (che tutti chiamano Geri), anche lui co-ideatore del Celacanto Bene Comune. «Gradualmente abbiamo ripulito e sistemato l’area, abbiamo chiesto alla Provincia di Lecce di poterla utilizzare e l’abbiamo completamente recuperata, anche grazie alla partecipazione ad un bando, provvedendo anche al suo accatastamento».
Dall’abbandono alla cura, dagli abissi alla luce appunto. Si è trattato di un’operazione di rigenerazione urbana partecipata a tutti gli effetti. Una volta vinto il bando, il Celacanto come primo gesto ha cominciato ad ospitare delle persone, provenienti da realtà amiche del territorio e non solo, per arredare e abbellire lo spazio. «Per realizzare il progetto di valorizzazione di questo immobile – puntualizza Geri – abbiamo proposto una serie di attività di residenza e laboratoriali, dedicati soprattutto al riuso del legno. Abbiamo così ospitato dei ragazzi che hanno vissuto qui insieme e hanno progettato gli elementi di arredo».
La valorizzazione del luogo dimostra così l’anima e il motivo che ha spinto Coppula Tisa a creare il Celacanto: «Non è solo la nostra sede, ma un laboratorio di costruzione della comunità e di iniziative collettive che pone le sue basi sul valore dell’ospitalità» spiega Carla Quaranta. L’iniziativa principale per rendere il Celacanto il laboratorio partecipato che è diventato è la Gallery della Cittadinanza Attiva: si tratta di una sorta di contenitore di iniziative che hanno caratterizzato la nascita del Celacanto e che proseguono ancora oggi.
«È una galleria di esperienze e di buone pratiche che le associazioni del territorio rappresentano principalmente ai ragazzi delle scuole, prossimi alla maggiore età, ma anche direttamente alla cittadinanza con un incontro finale organizzato apposta – ci spiega Geri – Si tratta di un processo partecipativo, all’interno del quale noi vogliamo osservare le dinamiche che si innescano intorno alla tematica territorio-ambiente, insieme a dieci partner, che sono Associazioni del territorio, ognuno dei quali ha selezionato una tematica del loro ambito di interesse. Successivamente noi ospitiamo i ragazzi qui al Celacanto la mattina, le associazioni fanno il racconto delle loro esperienze, raccontando direttamente ai ragazzi la loro attività sul territorio. I ragazzi sono molto interessati nell’ascoltare questo racconto, costruito in maniera assolutamente informale.
La Gallery si completa con un incontro tematico insieme alla comunità, per ragionare sulla tematica scelta dalle associazioni partner di concerto con noi». Una sorta di casa comune per le associazioni del territorio, che possono così confrontarsi su diverse tematiche e concordare azioni comuni da intraprendere insieme; anche noi di Italia che Cambia, ospiti del Celacanto a Dicembre 2019, abbiamo avuto il piacere di partecipare ad una tappa della Gallery, insieme a Daniela Palma e Luciana Lettere di Map For Walking e a Clean Up Tricase, che potete vedere in questo video.
Altre iniziative che vanno nella direzione della costruzione di un laboratorio partecipato sono quelle della Ciclososta insieme alla realtà Salento Bici Tour, dell’Accoglienza e quella del riciclo creativo.
Le aree di interesse del Celacanto non si fermano però solo alla problematiche legate ai rifiuti, all’ambiente e alla cura dei luoghi, ma spaziano anche vero l’agricoltura naturale e la tematica del cibo. Da poco tempo, superata l’emergenza sanitaria da Covid-19, sono ripresi I Mercatini al Celacanto: una volta a settimana viene organizzato al Celacanto un mercatino a chilometro zero, con alcuni dei produttori che fanno parte della rete “Salento km0”.
«Questo territorio sta vivendo due fenomeni apparentemente in contrasto tra loro: un ritorno dei giovani alla terra e una forte emigrazione verso l’estero – spiega Carla – Noi, grazie a queste organizzazioni di microeconomia e di economia circolare, cerchiamo di valorizzare il ritorno dei ragazzi e di combattere l’abbandono della nostra terra. L’unico modo per tutelare il territorio è sottrarlo all’abbandono. Il ritorno ad un’idea di agricoltura sostenibile è il miglior antidoto per i fenomeni che abbiamo denunciato come associazione Coppula Tisa nel corso di questi anni. Il mercatino è una delle riposte ideali, una politica di prevenzione rispetto all’abbandono, che sia di rifiuti o che sia collegato allo spopolamento».
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