The Honeyland, l’e-commerce che valorizza i prodotti delle api e chi le protegge dal declino
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L’idea del cibo come medicina è antica: risale perlomeno ai tempi di Ippocrate, padre della medicina moderna. Se poi si parla di prodotti derivati dalle api come propoli, polline, pappa reale o semplicemente miele gli effetti benefici sembrano garantiti. Eppure c’è una grande differenza in termini di nutrienti ed efficacia – nonché a livello sociale e ambientale – fra un prodotto e l’altro, anche prendendo in considerazione solo il biologico. Lo sanno bene Manuele Francesio e Manuela Sdrulla, che nel 2014 hanno fondato The Honeyland, l’e-commerce e magazine che propone prodotti biologici rispettosi delle tradizioni antiche e fornisce informazioni sui rimedi naturali e biologici.
«Abbiamo scoperto i prodotti delle api grazie ad un amico apicoltore, mentre eravamo alla ricerca di nutraceutici con cui prenderci cura della nostra salute. Da lì ci siamo appassionati al tema, abbiamo iniziato una ricerca degli apicoltori artigianali e avviato The Honeyland», ci ha raccontato Manuele. La partenza è avvenuta con 4 apicoltori biologici per arrivare oggi a circa 20 dislocati nelle varie regioni d’Italia, tutti caratterizzati da una particolare cura per la natura e il benessere delle api.
I criteri di selezione sono rigidi: non basta una certificazione biologica, «chiediamo dove vengono posizionate le api, come vengono allevate, se sono api autoctone – perché ci sta a cuore la tutela della biodiversità», specifica Manuela. «I nostri apicoltori lasciano il dovuto miele alle api invece di estrarlo e di nutrirle poi con sciroppi, e molti di loro posizionano le arnie in parchi naturali.»
Attualmente The Honeyland offre una collezione di circa 50 varietà di mieli biologici classici, mediterranei e rari, alcuni dei quali molto difficili da produrre in purezza. Su richiesta dei clienti, inoltre, The Honeyland ha introdotto ulteriori prodotti, come l’aloe vera non pastorizzata o delle pregiate varietà di té verde di Montagna dal Giappone e Himalaya. «Prima di offrire un nuovo prodotto studiamo tantissimo per capire le condizioni ottimali», raccontano.
Manuela, in particolare, ricerca le caratteristiche del prodotto, mentre Manuele si dedica a individuare e selezionare i produttori – compito non facile perché alcuni fra i migliori produttori sono spesso anziani o hanno piccole aziende familiari, poco conosciute. «Quando li troviamo facciamo loro delle interviste per capire cosa pensano, come agiscono, che valori hanno», dice Manuela. Un approccio, questo, che li ha portati a rivolgersi, nel caso dell’aloe, ad uno degli ultimi artigiani della lavorazione manuale dell’aloe del sud della Spagna, dove la pianta riceve il sole quasi ogni giorno dell’anno, 50-70% in più rispetto ad altri territori dove vengono coltivate in serra.
Grazie al continuo e importante lavoro di ricerca e selezione dei produttori, The Honeyland è cresciuto costantemente arrivando ad oltre 400 prodotti biologici artigianali. Il grande impegno per trovare alimenti nutraceutici di eccellenza ha portato a ottimi risultati. I clienti, infatti, scrivono loro per esprimere soddisfazione e raccontare i miglioramenti della propria salute, e negli anni ci sono stati perfino medici che hanno consigliato l’assunzione dei prodotti proposti da The Honeyland. Un entusiasmo e una fiducia incoraggianti per una piccola attività, chiamata a confrontarsi con il boom del biologico. Tale boom, infatti, ha portato numerose multinazionali ad appropriarsi di termini come “biologico”, “tradizionale” e “artigianale” per i propri prodotti industriali, rendendo difficile differenziare le produzioni effettivamente biologiche, tradizionali e artigianali, e generando confusione nei consumatori.
«Riuscire a restare sul mercato è una battaglia: le altre aziende sono ben più grandi, più strutturate, hanno più disponibilità economiche e visibilità», ha specificato Manuele. Nonostante le difficoltà, The Honeyland continua a sostenere circa 35 piccoli produttori consapevoli che utilizzano materie prime proprie e di km 0, promuovendo un Biologico Etico e sostenibile per chi lavora la Terra.
Mentre il cambiamento climatico si manifesta con forza crescente di pari passo con la perdita di biodiversità provocata dalle monoculture e pesticidi, gli apicoltori e gli agricoltori biologici artigianali restano l’ultimo avamposto per la salvaguardia delle api – non solo quelle domestiche, ma anche quelle native selvatiche. Solo in Italia, infatti, sono ben 151 specie in stato di declino. In modo simile tutti coloro che lavorano con cura, consapevoli dell’impatto – negativo o positivo – che possono avere sull’ambiente e sulle persone, sono l’ultimo avamposto per la salvaguardia del nostro benessere. Prendiamocene cura a nostra volta.
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