Riscoprirsi, reinventarsi, ricominciare: la storia di Roberta
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Ho conosciuto Roberta, mentre lavoravo come cameriera in un ristorante di tradizione bolognese. Era un giorno calmo, con pochi clienti, bisognava inventarsi nuove attività per ingannare il tempo. Lei era lì, a fare con estrema serenità i tortelli con il ripieno di parmigiano, le chiesi se potevo aiutarla e così la mia attività di quel giorno divenne: chiudere i tortelli. Poco alla volta, un tortello dopo l’altro ci stavo prendendo la mano e durante quella pratica improvvisata, io e Roberta iniziammo a chiacchierare. “Hai sempre fatto la sfoglina?”, le chiesi?
Inizia così, il suo interessante racconto.
«Avevo un lavoro stabile, con un contratto regolare e indeterminato, per sedici anni ho lavorato per un’azienda in cui mi occupavo di noleggio auto a lungo termine. Un giorno il direttore generale arriva dalla Francia per comunicarci il nuovo progetto di riorganizzazione aziendale, morale: decide di chiudere cinque sedi, compresa quella in cui lavoravo. Non c’è stata grande possibilità di scelta, ci mise di fronte a due possibili direzioni: una buona uscita con relativo licenziamento, o se volevo continuare a lavorare per loro, ero obbligata a trasferirmi in un’altra regione. Avevo famiglia, dei bambini, il mutuo di una casa comprata da poco, per me era fuori discussione il trasferimento. Scelsi la buona uscita.
In un mese mi sono trovata a casa, all’età di 38 anni, senza un lavoro, con una famiglia e un mutuo da pagare.
Grazie a qualche conoscenza, dopo poco tempo, sono riuscita, fortunatamente, a trovare un altro lavoro, questa volta in un’agenzia di pratiche auto: un settore a me sconosciuto in cui ho dovuto imparare tutto da capo ed estremamente precario. Inizialmente mi sembrò una manna dal cielo, ma nel giro di poco tempo l’azienda iniziò ad avere delle difficoltà economiche. Dopo due anni, a tre mesi dalla scadenza del mio contratto, mi avvisarono che non mi avrebbero rinnovata. Iniziai perciò ad inviare delle candidature per posizioni simili e per annunci compatibili alla mia esperienza, senza però ottenere nessun riscontro.
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Ormai prossima alla scadenza del mio contratto non sapevo più che fare: non arrivava nessuna proposta, pensavo che il preavviso mi potesse aiutare e invece ero senza un piano B e questo mi angosciava e preoccupava tremendamente, stava diventando insopportabile vivere ogni giorno in attesa della fine di questo capitolo senza poter iniziarne un altro. Avvertivo il bisogno di distrarmi,quello che potevo fare l’avevo fatto ormai.
Cercai di trovare un mezzo per concentrarmi su altro e alleggerire il carico emozionale che mi stava opprimendo.
Decisi di fare qualcosa per me, mi iscrissi ad un corso principianti per imparare a fare la pasta fresca. Comprai un pacchetto di cinque giornate che potevo usare quando e come volevo. Più le giornate passavano, più mi appassionavo, quando facevo la pasta mi concentravo su altro e non pensavo più alla situazione in cui mi trovavo. Notavo, inoltre, con sorpresa che avevo una certa predisposizione per questa attività, e non fui l’unica ad accorgermene.
Il maestro, Alessandro, mi chiese se avessi mai lavorato nell’ambito (anche lui notava una certa dimestichezza). Buffo, pensai, considerando che l’ultima volta che avevo fatto la pasta fresca risaliva a quando avevo 15 anni, ovvero 25 anni prima! Terminai con entusiasmo le cinque giornate di corso, il mese passò e come avevo previsto allo scadere del mio contratto l’azienda non me lo rinnovò.
Ero nuovamente a casa, terrorizzata dall’idea di rimanere senza lavoro e senza stipendio. Avevo però una nuova esperienza alle spalle che mi aveva dato tanto, e decisi allora, su consiglio del mio insegnante Alessandro e con l’amorevole e forte sostegno di mio marito, di investire su di me in una vera e propria riqualifica professionale che mi avrebbe insegnato a tutti gli effetti un mestiere: quello della sfoglina.
Qualcosa in me era scattato: era un forte investimento economico ma nella situazione in cui mi trovavo la passione e la voglia di riscattarmi furono più forti di qualsiasi altra cosa.
Una volta iscritta al corso per sfogline della Spisni, ho svolto tutto il percorso di formazione con grande successo, con grande umiltà e non senza difficoltà. Ho imparato tanto, ad oggi lo consiglio con tutto il cuore a chiunque abbia voglia di intraprendere questo mestiere. È stata un’esperienza impegnativa, ma altamente professionalizzate in cui o impari o impari: finché il risultato non corrisponde ai criteri bisogna ripetere la procedura.
Il corso finì a giugno, continuai comunque fino a luglio e dopo ci fu la pausa estiva. Ricevuta la qualifica decisi di prendermi agosto per godermi le vacanze ed a settembre avrei cominciato a cercare lavoro in questa nuova veste.
Ad agosto successe qualcosa che mai mi sarei aspettata: poco dopo la fine del corso mi arrivò una chiamata da un’azienda automobilistica rispetto all’invio di una candidatura di mesi prima. Era una proposta come impiegata, per lo stesso lavoro che avevo svolto per anni. Feci il colloquio, mi avevano presa, ero perfetta per la mansione che mi proposero eppure non accettai. Avevo investito tempo, energie ed entusiasmo in un nuovo percorso, se pur mi sembrava assurdo e folle rifiutare un’offerta che mesi prima avrei colto al volo, ormai mi si era aperto un nuovo scenario: era quella la strada che sentivo di voler proseguire.
Il mio coraggio fu ripagato: a metà settembre già lavoravo.
Per i primi anni ho cambiato vari posti, sono riuscita a trovare facilmente lavoro ma non altrettanto velocemente un posto adatto alle mie esigenze e priorità. Certe condizioni non potevo accettarle: come non avere un contratto, non essere pagata puntualmente, essere spostata da una sede all’altra senza preavviso o essere in un posto che non rispetta i tuoi sacrifici, che ti chiede tanto senza darti altrettanto. È stato anche necessario a volte accettare per lunghi periodi situazioni più dure in attesa e alla ricerca dell’occasione con il giusto equilibrio fra pro e contro.
Da lì tramite il sempre di moda passaparola sono arrivata nel posto in cui mi trovo oggi: da Amerigo; un colloquio ben riuscito, patti rispettati e condizioni regolari. Ormai sono anni che lavoro per la stessa azienda e mi trovo molto bene, contenta della mia nuova e inaspettata professione».
Ancora una volta una storia, una fantastica storia di come da un momento di crisi e di difficoltà se ci poniamo con uno sguardo aperto e curioso, si possa trovare la chiave per aprire una possibilità nuova, sconosciuta e assolutamente più affine a ciò che non credevamo di essere. Vi lascio con le sue parole, che dopo questa grande esperienza di riscoperta hanno voglia di incoraggiarvi e di sostenervi.
«Se siete in difficoltà provate a guardarvi un attimo dentro, provate a cercare un’attività o qualsiasi cosa che possa attivare la vostra curiosità e le vostre qualità. Potrebbero aprirsi delle porte che vi mostrano qualcosa che non pensavate di avere e potreste ritrovarvi ad essere qualcuno che non credevate di essere. La vita è imprevedibile e anche nelle situazioni più negative esistono sempre delle sfumature positive».
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