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Qualche anno fa conobbi il dott.Patrick Véret, medico francese inventore della Nutripuntura, e la dott.ssa Cristina Cuomo, ad un convegno a Roma. Era la prima volta che sentivo parlare di Nutripuntura. Mi rimasero impressi dei filmati di alcuni casi clinici che poi raccontai per mesi a diverse persone.
Siamo nel campo della medicina informazionale, quella che interagisce con l’attività elettromagnetica dei viventi, con i biofotoni, con le correnti vitali dei meridiani cinesi, con le proprietà emergenti dei sistemi complessi.
Si parla di fenomeni biofisici, spesso invisibili, che però dirigono tutte le reazioni chimiche degli organismi. Infatti i campi elettromagnetici, in determinate condizioni, attivano le molecole biochimiche facendole oscillare e permettendo di conservare la coerenza e le giuste informazioni per le cellule dei diversi tessuti (Emilio Del Giudice)
Ma facciamo un passo indietro.
Nello scorso autunno rincontrai Patrick e Cristina a casa dell’astrofisica Giuliana Conforto. Parlavano di atomi, elettroni e spin (una proprietà degli elettroni), di particelle elementari e di molto altro. Per farmi vedere cosa fosse la Nutripuntura, Patrick mi chiese di ripetere il mio nome più volte insieme a delle semplici frasi.
La voce ha la capacità di armonizzarsi o meno con i tessuti del corpo attraverso le vibrazioni delle corde vocali. Quindi una voce più piena e armonica riesce a sintonizzarsi con più parti del corpo. Nulla di nuovo: la voce ed il suono nascono da una vibrazione e fanno vibrare il mezzo che incontra, per questo lo possiamo sentire con le orecchie; ma vidi usare questo metodo empirico per la prima volta.
Dopo alcune domande personali e alcuni test vocali venne individuato il mio punto debole. Mi venne consigliata e consegnata una sequenza di piccole “pasticche” da masticare e successivamente mi venne fatto di nuovo ripetere più volte il mio nome. Mi sono immediatamente sentita più centrata, dopo una ondata di calore, mi sentivo più presente, più piena, meno sottile.
Sono stati studiati gli effetti dei complessi polimetallici della Nutripuntura sulla voce. Attraverso esami di risonanza magnetica funzionale è stato messo in evidenza l’impatto di voci stimolate con i Nutri sull’attività cerebrale di chi ascoltava. Anche artisti affermati, con anni di esperienza alle spalle, ne hanno constatato i benefici a livello del rilievo emozionale e della gestione dello stress. Chi aveva cantato, o solo parlato, ha raccontato di poter esprimere il proprio potenziale sonoro in modo naturale e libero, senza necessariamente ricorrere a tecniche vocali specifiche. La modulazione sonora diventava precisa e brillante.
Quindi cosa sono queste compressine? Sono oligometalli e minerali in microdose, cioè in dose di poco inferiori a quelle presenti negli alimenti, per questo si chiamano “Nutri”, formalmente degli integratori.
I metalli sono catalizzatori di tutte le reazioni biochimiche e queste sinergie di circuiti polimetallici sono capaci di attivare le correnti vitali dei meridiani di agopuntura che connettono i diversi tessuti del corpo. Lungo i meridiani infatti circolano le informazioni attraverso impulsi di natura elettromagnetica (Lakovsky e Voiekov).
Ma lo scopo fisiologico della Nutripuntura è l’autoregolazione cellulare cioè sostenere le diverse funzionalità della cellula (della membrana, della respirazione cellulare e la comunicazione tra le cellule). È questa vitalità cellulare che stimola i meridiani ovvero le correnti vitali che alimentano ogni tessuto biologico con precise funzioni, anche psichiche, codificate da millenni.
La rete interconnessa di strutture e funzioni sostiene l’autorganizzazione naturale dell’intero organismo.
Ma la teoria che sta dietro alla creazione dei “nutri” è molto ampia e complessa. Genetica, epigenetica, memorie di vissuti, comportamenti, posture, caratteri, sensorialità: tutto determina l’identità della persona. E la voce, che può essere considerata come la risultante dello stato di vitalità di quella persona in quel momento, definisce lo stato di integrità, appunto di salute: dal sanscrito “Sarvas” può essere tradotto come intero, sano, integro.
La Nutripuntura quindi cerca l’identità, cioè accompagna la persona a ridefinire il proprio sé attraverso un affinare sensazioni fini e discriminate di benessere, di pienezza, di vitalità acquisita man mano con l’assunzione degli oligoelementi.
Ma c’è molto di più.
La salute non è solo assenza di malattia ma ha a che vedere con il proprio potenziale sensoriale e cognitivo. Affinare la sensibilità, sviluppare capacità di riflessione, di orientamento nel presente e proiezione nel futuro vuol dire connettere funzionalità motorie, di propriocezione e la capacità di integrare le esperienze nel sistema corticale (la parte più evoluta del cervello sede appunto del cosciente).
L’autocoscienza si manifesta come la naturale e innata proprietà di un sistema cognitivo evoluto e complesso (Maturana e Varela). Può capitare tuttavia che alcune esperienze molto significative, se non integrate nel cosciente (perché successe nell’infanzia o perché ritenute troppo forti da sopportare o ancora dovute a disordini affettivi o di altra natura), diventano uno stress e a volte si manifestano con sintomi diversi.
La medicina sistemica (cioè della complessità) cerca la causa delle patologie in eventi esterni o interni all’organismo rifiutando il concetto di errore casuale o sbaglio (dell’approccio riduzionista) diffuso nella medicina convenzionale.
Quindi integrando quel vissuto del passato al livello del cervello corticale nel “qui” ed “ora”, si facilita la percezione del presente, del poter “essere”. Ci si può quindi ri-ancorare a punti di riferimento spaziali e temporali per riorganizzare il dentro e il fuori da sé, il davanti e il dietro, il futuro e il passato, risvegliare il proprio potenziale sensoriale e la capacità di percezione del reale, partendo dal proprio corpo, da quei riferimenti interni indispensabili all’espressione concreta della propria identità, di uomo o di donna.
Le nuove e antiche pratiche mediche e scientifiche sono capaci di mettere insieme caratteristiche della materia con l’aspetto informazionale elettromagnetico, di sostenere i bioritmi cadenzati dalle informazioni luminose, di sviluppare la capacità di centratura o presenza con attitudini percettive dei propri organi e ridefinire il senso di identità per potenziare il proprio modo di stare al mondo; spesso è un recupero dell’Umano e del senso di dignità.
È davvero difficile poter anche solo accennare complessivamente alla teoria che Patrick Véret da oltre 40 anni struttura grazie ad una continua ricerca e a collaborazioni importanti come Edgar Morin, Ervin Laszlo, Emilio Del Giudice, il figlio di Georges Lakhovsky, e molti sono i suoi riferimenti culturali dalla medicina tibetana tradizionale a quella ayurvedica e cinese.
La medicina contemporanea concepisce e si focalizza non sulla malattia ma sulla risposta di quel “terreno” individuale che è l’insieme di tutti i fenomeni di quella singola unità. Quella che se è nel pieno delle sue funzioni, sa e può manifestare il massimo della precisione, dell’efficenza e dell’autoriparazione; meccanismi innati dovuti all’evoluzione.
Da diversi anni la Nutripuntura è praticata anche in Italia da medici e professionisti sanitari e del benessere. Diverse le città in cui sono attivi i corsi.
Partecipando a qualche incontro web negli ultimi mesi ho visto come Patrick e Cristina spendano parte del proprio tempo a seguire i corsisti, come se solo attraverso l’esperienza diretta del professionista, del proprio percorso verso la “salute”, si possa attivare concretamente la capacità di accompagnare i pazienti a percorrere il proprio tragitto.
E nel ripetere il proprio nome e sentirlo man mano con un suono più abitato, in cui riconoscersi e prendere forza, c’è anche la sensazione di un’accordatura generale, un senso di unità e potere, di possibilità di scelta, di nitida direzione e di giusta distanza dall’esterno. Lo chiamano anche Sistema Immunitario, quella capacità di ridefinire continuamente il self dal non self nel continuo confronto con l’altro da sé, ma ora ho imparato che sono io quando mi sento pienamente in me.
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