22 Giu 2020

Leadership e cura: verso il lato femminile dell’impresa

Scritto da: Ilaria Magagna
Illustrazioni di: MELANIA BIGI

Ascolto, fiducia, leadership interiore, accoglienza. Sono questi i significati che riveste per le donne il concetto di leadership. E se partissimo proprio dall’esperienza della cura e del femminile per cambiare la cultura aziendale? Quali nuove modalità di gestione dei team e delle organizzazioni potrebbero nascere? Che nuovi modi di fare impresa potremmo creare?

Salva nei preferiti

Un paio di articoli fa abbiamo parlato di leadership. E se oggi parlassimo di leadership femminile? O meglio di un’attitudine femminile nella leadership?
 
Quando ci è capitato di ascoltare un interessante podcast sulla leadership in cui veniva chiesto a uomini e donne cosa significava per loro questa parola ci siamo subito rese conto di una differenza: i termini usati. Gli uomini parlavano di guida, condottiero, carisma, controllo. Le donne parlavano di ascolto, fiducia, leadership interiore, accoglienza.

IMG 1632

Uomini e donne vivono diversamente la leadership, la nutrono di esperienze e attitudini diverse. Entrambe necessarie, entrambe reali. Lo sguardo del femminile porta però con sé qualcosa di diverso, di nuovo. Qualcosa che fino ad oggi poco comunemente si ritrova all’interno delle nostre aziende. E proprio questo è interessante, perché cela nuove soluzioni a vecchi problemi. Nuovi percorsi possibili nel nostro modo di fare impresa. E se pensiamo che l’innovazione nasce nei territori di confine capiamo come sia importante cominciare a portare questo sguardo inusuale e differente.

C’è un libro molto interessante (“Maam-Maternity as a master” di R. Zezza e A.Vitullo) che descrive un nuovo modello di leadership a partire dalle caratteristiche di chi si prende cura. Madri prima di tutto. Ma anche padri e chi si prende cura di genitori anziani. All’interno del prendersi cura, del far crescere un altro essere umano c’è un allenamento costante ad azioni di leadership che sanno, nel tempo, generare possibilità, mettere in luce le potenzialità, lasciare spazio alla crescita dell’altro, costruire luoghi dove si può sperimentare, sviluppare talenti e metterli in pratica.
 
Che la maternità e la paternità siano spazi di training per la leadership e di tutte quelle caratteristiche oggi tanto ricercate e desiderate (le cosiddette soft skills) è rivoluzionario e al tempo stesso semplice. È qualcosa che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi e a cui abbiamo tutte e tutti facile accesso (anche chi genitore non lo è).

donne lavoro

La maternità (e molte delle esperienze legate al femminile) sviluppa problem solving, velocità nel prendere decisioni, concentrazione e focus, capacità di delega, apprendimento continuo. Riconosce l’errore come apprendimento, fa spazio alla vulnerabilità e sa di non poter avere tutto sotto controllo, ma proprio per questo è aperta all’inaspettato, al trovare soluzioni fuori di sé, nel team, nelle persone che la circondano. Vive una dimensione di apertura all’intelligenza collettiva, alla collaborazione e alla co-progettazione.
 
Quali nuove modalità di gestione dei team e delle organizzazioni nascerebbero se accogliessimo e integrassimo queste capacità nel nostro modello di leadership? Che nuovi modi di fare impresa potremmo creare? Forse luoghi più sostenibili dal punto di vista delle relazioni, più accoglienti e resilienti, luoghi dove le persone stanno bene, sono messe nelle condizioni di dare il meglio di sé, si sentono apprezzate e motivate. 
 
Aziende in cui le persone trovano il loro spazio e crescono insieme, prendendo e ricevendo in uno scambio valoriale ricco di senso. Partire dall’esperienza della cura e del femminile per cambiare la cultura aziendale è una grande sfida ricca di possibilità. Chi ha imparato a prendersi cura nel privato sa, più facilmente, creare spazi per prendersi cura del team e sviluppare processi di empowerment per tutte le sue parti.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Antispecismo è sostenibilità: con Veghu il formaggio sardo è (anche) vegetale
Antispecismo è sostenibilità: con Veghu il formaggio sardo è (anche) vegetale

Skincare consapevole: dal verde del Supramonte nasce Donosa, per la cura della pelle e dell’ambiente
Skincare consapevole: dal verde del Supramonte nasce Donosa, per la cura della pelle e dell’ambiente

Kore Siciliae, a Enna aziende dell’agroalimentare si raccontano per lo sviluppo del territorio 
Kore Siciliae, a Enna aziende dell’agroalimentare si raccontano per lo sviluppo del territorio 

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(9) "nazionale"