3 Giu 2020

Crescere in natura: un’esperienza educativa all’aria aperta

Scritto da: Davide Artusi

Il contatto con la natura spesso manca in questo mondo tecnologico e in questo periodo storico di smartworking e homeschooling. L'Associazione La Bellotta, con il progetto Crescere in Natura, cerca di mettere in primo piano il rapporto con l’ambiente incontaminato, col verde e gli animali, permettendo ai bambini e ragazzi di vivere esperienze più o meno lunghe in relazione con la natura, educandoli alla cura di ciò che ci circonda nel rispetto del creato.

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Novara - A Oleggio, comune di Novara, nasce nel 2016 L’Associazione di promozione Sociale La Bellotta, la quale nel 2017 porta alla luce il progetto Crescere in Natura, di cui fanno parte volontari e professionisti, tutti spinti da una passione comune: far conoscere l’importanza e la bellezza dell’ambiente che ci circonda attraverso la cura e la conoscenza della realtà naturale, educando in particolare i più piccoli alla bellezza e al rispetto di ciò che gli sta attorno.


Questo progetto propone svariate attività, adatte a varie fasce di età, gestite attraverso modi e tempi differenti. Ad esempio, c’è la Passeggiata in natura, percorsi in compagnia di asini, adatti a chiunque dalla durata di un’ora e mezza circa; i Laboratori in natura, cicli di incontri la domenica mattina e/o pomeriggio, dove attraverso giochi, proposte e una sana dose di collaborazione, vengono realizzate attività di gruppo incentrate su un tema particolare. Il Campus natura invece consiste in esperienze educative, estive e invernali, all’aria aperta alle quali possono partecipare bambini e ragazzini da 1 a 14 anni che, attraverso il contatto con la terra e gli animali, imparano divertendosi; si tratta di un crescere assieme basato su una verticalità di età dove i più piccini e i più grandi cooperano e si arricchiscono reciprocamente.

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Attività principale è il percorso Crescere in natura: si tratta di un progetto atto a formare la prima infanzia di quei fanciulli la cui fascia d’età è compresa tra 1 e 6 anni, un viaggio che durante l’anno porta il bimbo a esperire della realtà naturale a lui esterna, vivendo all’aperto, favorendo l’incontro con l’ambiente rurale, fatto di piante, alberi, una flora in continuo divenire, una bellezza e una meraviglia che le mura di una casa e il cemento di una città coprono. Attraverso il gioco, il rapporto coi collaboratori dell’Associazione e i genitori che prendono parte a queste attività e l’incontro col mondo reale, il piccolo cresce, impara a relazionarsi con l’altro, a socializzare, a comunicare sentimenti e stati d’animo, confrontandosi con gli altri bambini, condividendo esperienze, imparando a fidarsi e a fare gruppo.

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«Lavoriamo tanto sul gruppo, la collaborazione è il collante che tiene unite queste attività. Questo è ciò che prima di tutto insegniamo, a sostenersi reciprocamente, aiutandosi l’un l’altro». Sono queste le parole di Marzia Giovannoni, collaboratrice laureata in scienze dell’educazione, da tempo parte dell’equipe dell’Associazione La Bellotta. Ed è proprio sullo stare assieme per crescere assieme in una realtà, quella della natura, in cui lo sviluppo del bimbo può prendere una sana forma, su cui ogni attività del progetto Crescere in Natura si basa. «La dimensione della cura è sempre stata fondamentale, anche e soprattutto attraverso la cura dell’animale. Abbiamo capre, galline e ben sette asini che sono il motore trainante di varie iniziative e grazie ai quali riusciamo a fare vari interventi educativi».

È merito anche della cura dei bisogni primari dell’animale che si può meglio definire il rapporto con ciò che è esterno a noi; si tratta sempre di un rapporto a due, due soggetti che devono trovare un equilibrio e che permette di uscire da una dimensione privata, chiusa, per entrare in un’ottica più aperta, dove non solo ‘io’ esisto ma esisto in relazione all’altro. L’asino diventa dunque un mezzo per imparare a comunicare, a imparare una lingua che trascende la parola e che abbraccia un verbo comune, quello della natura e delle sue esigenze, per poter mettersi in relazione con chi o cosa ho di fronte in un’ottica paritaria, con la volontà di ascoltare.

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Questo sogno divenuto realtà di creare una piccola oasi fatta di Terra e gioco, di verde e di collaborazione, è stato danneggiato dalla quarantena e dal periodo storico che stiamo vivendo. «Una relazione è fatta di corpo e di presenza e se ciò viene a mancare, è un male. Lavoriamo sull’idea che il distanziamento fisico non coincida con il distanziamento sociale, che anche a distanza si possa cercare di collaborare e sentirsi vicini, senza dover per forza di cose ricorrere alla tecnologia, magari attraverso il tema dell’esplorazione o l’uso di strumenti musicali per comunicare da lontano Bisogna ingegnarsi, (re)iventarsi, per uniformarsi ai tempi, inventando nuovi modi di creare gruppo e sfruttando queste difficoltà a proprio favore». Purtroppo, molte attività e vari percorsi sono comunque saltati, soprattutto quelli inerenti ai bambini più piccoli, per ovvie motivazioni. L’augurio è che tutto si risolva al più presto e che le consuete attività vengano ripristinate. «Stiamo cercando di lavorare molto anche su un sentimento che in questi mesi ha preso intenso vigore, la paura dell’altro, stiamo provando a sensibilizzare i piccoli relativamente a questo tema, contro la metafora della guerra, imperante in questo periodo di Covid». Lottare contro diversi timori, ultimamente scatenatisi, attraverso lo stare in natura, a contatto con la nostra parte più umana e sincera, creando rapporti senza potersi toccare, è una sfida ardua ma dal grande messaggio.

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Marzia e tutti i vari collaboratori e volontari stanno dedicando la loro vita e buona parte del loro tempo, soprattutto in questo momento storico di estrema fragilità, a un progetto volto a far conoscere ai più piccoli ma anche agli adulti, non solo la natura che li circonda, troppe volte messa in secondo piano, ma in primis la nostra natura, quella umana, che solo attraverso il rapporto con ciò che mi è esterno, l’ambiente, l’animale, il mio coetaneo, può trovare una propria dimensione ed essere meglio compresa e coltivata, prendendosi cura delle piccole cose, comprendendo le esigenze altrui e proprie.

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