Una coppia in viaggio in bici alla scoperta della Sicilia virtuosa
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Con una laurea fresca in scienze motorie e una passione in comune per la bicicletta, Michelle e Guido sono partiti da Bergamo il 12 gennaio scorso sui loro mezzi a due ruote per percorrere da Sud a Nord l’intera penisola e visitare realtà contadine, associazioni di educazione in natura e stili di vita alternativa. L’emergenza COVID-19 li ha però costretti a fermarsi in Calabria per tre settimane, dopo essere riusciti a pedalare in lungo e largo per la Sicilia sulle tracce delle storie di Italia che Cambia. Abbiamo intervistato Michelle per farci raccontare com’è andata.
Michelle, ci racconti com’è nata l’idea di un viaggio in bicicletta?
Dopo la laurea, io e Guido avevamo il desiderio di conoscere le realtà virtuose e sostenibili di cui abbiamo letto su Italia che Cambia e scegliere il nostro percorso di vita. Abbiamo così deciso di farlo in bicicletta — passione che accomuna entrambi — per spostarci lentamente e in autonomia, fermandoci nei luoghi che ci avrebbero ispirati durante il percorso. E poi la bici è un mezzo ecologico, valore in cui io e Guido crediamo molto.
Come si è svolto il vostro viaggio?
Siamo partiti da Bergamo il 12 gennaio. Per raggiungere la Sicilia abbiamo preso prima un treno fino a Bologna, abbiamo proseguito in bici fino a Livorno e poi un traghetto ci ha portati a Palermo. Avevamo con noi tutto il necessario per spostarci in autonomia: tenda, sacchi a pelo e tanti libri da leggere nei momenti di riposo; ma la nostra intenzione era anche quella di interagire con la gente del posto, per questo ci siamo appoggiati a Warmshowers, una community per cicloturisti, e WWOOF, che permette di viaggiare e lavorare in cambio di vitto e alloggio gratuiti. La mappa di Italia che Cambia ci ha poi guidati nella scelta delle realtà da visitare, permettendoci di attraversare l’isola senza problemi.
Siamo partiti dalla Sicilia con l’idea di risalire l’Italia alla scoperta dell’Italia che cambia ma a causa del covid il nostro viaggio si è arrestato dopo 2 mesi in Sicilia e 3 settimane di lockdown in Calabria.
Puoi farci qualche esempio delle esperienze che avete vissuto?
Siamo stati da Michele e Mara, a Favignana, che hanno portato avanti per diversi anni l’esperienza di “Casa Macondo”, foriera di una grande eredità per la cultura dell’antimafia in Italia. A Caltanissetta siamo stati ospiti di una piccola comunità/cohousing che prende il nome da un racconto di Dostojewski, Il Sogno di un Uomo Ridicolo. In viaggio verso la costa orientale, ci siamo fermati a Noto per visitare l’artigiana Stefania e il progetto permaculturale “Cucunci Rural Hub” che porta avanti insieme all’archeologo e neo-contadino Gesualdo. A Vendicari poi abbiamo conosciuto il progetto di educazione in natura Piccoli Passi. Ma siamo passati anche dalle città: a Siracusa, Impact Hub ospita un coworking per innovatori sociali.
Qual è l’esperienza che ti è piaciuta di più?
Tra Siracusa e Catania siamo stati ospiti di Roberto Li Calzi, ideatore del Consorzio delle Galline Felici, di Arcipelago Siqillyàh e degli Sbarchi in piazza dei GAS, che ci ha ci ha entusiasmati con i suoi racconti. È stato proprio lui a suggerirci il nome da dare al nostro tour “Viaggio in bici nella Sicilia che Cambia”, parlandoci del progetto che stava nascendo in Sicilia proprio in quei giorni. Lì abbiamo anche assaggiato per la prima volta le banane italiane!
Questo viaggio ha cambiato l’immaginario che avevate della Sicilia?
Al contrario di Guido che aveva già viaggiato in Sicilia, io non ci ero mai stata. Sono rimasta veramente sorpresa dalle persone meravigliose che abbiamo incontrato, ma anche nel constatare che è un luogo pieno di risorse e progetti meravigliosi; la rete di permacultura per esempio è molto attiva, ma non mancano artigiani, laboratori di riciclo, programmi educativi e reti di turismo sostenibile. In Sicilia c’è tutto, ma serve qualcuno che ci creda.
Progetti futuri? Pedalerete ancora lungo l’Italia che Cambia?
Il COVID-19 ha posto dei limiti al nostro viaggio. Ci trovavamo in un bar in Calabria, appena attraversato lo Stretto, quando abbiamo ascoltato la conferenza stampa di Giuseppe Conte che istituiva la zona rossa in tutto il territorio nazionale. Siamo rimasti bloccati per tre settimane e l’idea di proseguire senza entrare in contatto con le persone, che era il nostro obiettivo, ci ha distolti dal desiderio di continuare. Adesso ci stiamo preparando per il concorso da insegnanti ma abbiamo intenzione di riprendere a viaggiare in bicicletta.
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