L’autoproduzione è alla portata di tutti e può cambiare la vita!
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L’autoproduzione può rappresentare una porta d’ingresso verso un cambiamento generale del proprio stile di vita, in termini di autosufficienza, consumo critico, prevenzione e promozione della salute, creazione di reti e comunità, relazioni di vicinato e messa in pratica di piccole e grandi azioni di sostenibilità. In altre parole, autoprodurre può migliorare la vita ed è alla portata di tutti.
Ne ho parlato con Lucia Cuffaro, una delle maggiori esperte in Italia di autoproduzione e divulgatrice di stili di vita ecologici, con semplicità. Dal 2012 conduce la rubrica eco di Unomattina in Famiglia in diretta su Raiuno, ha scritto numerosi libri e ideato il portale di formazione a distanza EcoSapere che propone al suo interno la Scuola dell’Autoproduzione online, un percorso di vita dedicato a chi vuole acquisire maggiore consapevolezza e benessere.
Lucia, cos’è per te l’autoproduzione?
Tutto parte dal riconsiderare il proprio stile di vita, anche rispetto al contesto sociale in cui viviamo, basato sul consumismo e l’acquisto di prodotti che non ci servono e danneggiano l’ambiente e la nostra salute. In questo senso l’autoproduzione significa per me riprendere la tradizione ma adattandola in chiave moderna. Non si tratta di un ritorno al passato ma di capire quello di cui abbiamo bisogno e trovare il modo più semplice e divertente per realizzarlo. Autoprodurre vuol dire recuperare il saper fare e tendere verso l’autosufficienza.
Da dove iniziare per intraprendere un percorso verso l’autosufficienza?
Il principio di tutto non è il fai da te ma l’assunzione di consapevolezza rispetto al nostro benessere e all’impatto ambientale del trasporto delle merci, degli imballaggi e delle sostanze con cui vengono realizzati i prodotti. In questo senso è fondamentale la lettura delle etichette. Solo in un secondo momento, dunque, si comincia ad autoprodurre.
Che ambiti riguarda la pratica dell’autoproduzione?
L’autoproduzione riguarda cibo e bevande, detersivi e igienizzanti per la casa, cosmetici, prodotti per la cura del corpo e per l’igiene di adulti e bambini, cosmesi e rimedi per la salute, giardinaggio e cura delle piante, ortaggi e fiori. Tendenzialmente si tratta di un’autosufficienza legata all’autoproduzione di ciò che è necessario. Questo è un concetto fondamentale: bisogna eliminare ciò che non ci serve e spesso crea una concatenazione di bisogni.
Per fare un esempio: compro uno shampoo, quello shampoo contiene MEA, TEA O DEA, ovvero una serie di ingredienti che possono far diventare i capelli grassi o con forfora, allora compro un prodotto specifico per capelli grassi, che a sua volta può indebolire i capelli, e allora acquisto qualcosa contro la caduta dei capelli… e così via in un circolo vizioso che non è basato sul benessere delle persone ma che crea dipendenza dal mercato e determina sì un aumento del Pil ma arricchendo settori ad alto inquinamento. Autoprodurre acquista dunque una profonda valenza politica.
Per te il concetto di autoproduzione è profondamente legato a quello di semplicità. Perché?
Quando quindici anni fa mi sono approcciata all’autoproduzione alcune cose erano più difficili rispetto ad oggi. Il mio obiettivo è quello di renderla semplice, divertente, veloce anche per chi ha poco tempo, alla portata di tutti e condivisibile, anche in un’ottica di abbattimento dei costi, con un risparmio in casa fino al 70%. Una volta che compri una materia prima, infatti, la puoi utilizzare per realizzare tantissime cose incrociando pochi ingredienti. In altre parole, l’autoproduzione è una scelta di felicità!
Vuoi dire che l’autoproduzione rende felici?
È proprio così. Chiunque autoproduce ha come effetto collaterale un profondo senso di soddisfazione legato alla riscoperta della manualità, qualcosa di innato che nella nostra società è andato scomparendo per via dell’automazione di molti processi. L’autoproduzione, come l’orticoltura o il giardinaggio, risponde quindi al nostro desiderio ancestrale di creare con le mani, tocca delle corde molto profonde e porta con sé bellezza e appagamento.
A chi si rivolge la Scuola dell’Autoproduzione e come funziona?
La scuola è rivolta a chi vuole intraprendere un percorso facilitato verso l’autoproduzione e trovare una comunità con cui confrontarsi e percorrere questa strada.
L’obiettivo del corso è di imparare a far da sé tutti i prodotti di uso comune, permettendo a chiunque di sperimentare e apprendere in modo veloce e produttivo. Chi si iscrive ha accesso illimitato e per sempre ad un portale facile da usare con 40 lezioni, sia da pc, tablet che da cellulare. Ogni video è accompagnato da una dispensa, un quiz divertente per fissare i concetti ed alcuni approfondimenti. In aggiunta a ciò periodicamente si possono seguire anche le lezioni aggiuntive in cui approfondisco alcuni temi o tratto argomenti di attualità (anche in questo caso i video rimarranno a disposizione per sempre).
Si tratta di un percorso di formazione in continuo aggiornamento: laddove acquisisco nuove conoscenze e sperimento nuove pratiche aggiorno le lezioni ed i materiali e chi si iscrive ha accesso a vita e la possibilità di essere sempre seguito da me. Per questo la classe di studenti è limitata ad un certo numero di persone, anche per creare un legame profondo e diretto.
Credi che negli ultimi tempi ci sia un interesse maggiore nei confronti dell’autoproduzione?
Sì, riscontro un interesse enorme verso l’autoproduzione, il saper fare e anche verso la prevenzione. Ci si è resi conto, infatti, che autoprodurre comporta anche un miglioramento della salute, tenendoci lontani da sostanze tossiche e in alcuni casi cancerogene che si trovano in commercio.
L’autoproduzione è alla portata di chi ha poco tempo libero?
Assolutamente sì! Ci vuole molto meno tempo ad autoprodurre che ad acquistare tutti i prodotti che riempiono le nostre case. Per capire basti pensare che solo sciogliendo in 800 ml di acqua una sola sostanza, 200 g di acido citrico, si possono realizzare ben quattro diversi prodotti per la casa: brillantante, ammorbidente, decalcificante e anticalcare. Dunque basta comprare una tantum e magari in condivisione con altri grandi quantità di acido citrico per averlo poi sempre alla portata di mano quando occorre per realizzare con molta praticità i vari prodotti. Si tratta quindi di un’ottimizzazione che deriva da una buona pianificazione.
La scuola dell’autoproduzione va proprio in questo senso: rendere facile l’autoproduzione per chi ha poco tempo, non sa come risparmiare, come ridurre gli imballaggi, sostenere i piccoli produttori e non inquinare. Una vera e propria guida al consumo critico e alla consapevolezza, prima ancora che all’autoproduzione stessa.
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