“Cerco educatori ambientali per dar vita ad un asilo nel bosco”
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Asti - «Dispongo di un bosco di circa due ettari nell’Astigiano, in parte da riqualificare, nella zona vitivinicola UNESCO e questa sarebbe l’opportunità per dargli una nuova vita. Sto visionando un corso on line su come aprire un Asilo nel Bosco e quale forma giuridica dargli. Credo molto ai benefici di tale attività a livello motorio e comportamentale per una crescita sana e serena dei bambini. È un progetto complesso a cui sto cercando di dare visibilità, in modo che io possa trovare dei soci educatori per portarlo avanti, possibilmente già presenti sul territorio o disposti a trasferirsi».
Sono queste le parole di Ivana Avalle, architetto che ha ricoperto ruoli tecnici, logistici e amministrativi con ONG e organizzazioni internazionali, e questo è l’appello che rivolge a persone qualificate interessate al suo progetto: dare la luce a un asilo, nel bosco di sua proprietà a Calamandrana in provincia di Asti, dove i bambini possano vivere in armonia con la natura e la dimensione rurale in questo locus amoenus fatto più di vita e semplicità che di tecnologia e complessità. «Questo bosco, oltre a ricordarmi la mia infanzia, è stato uno scenario ludico anche per i miei figli (ora adolescenti), e io ho potuto vedere i benefici che ha generato su di loro. In una società basata sullo sfruttamento intensivo del suolo e del sottosuolo, io vorrei contribuire a far diffondere una cultura diversa, in cui il benessere dell’uomo, degli altri esseri viventi e dell’ambiente siano messi al primo posto».
«Le figure che ricerco per realizzare il mio progetto devono amare la natura e i bambini. Cerco quindi educatori ambientali (possibilmente con una formazione in scienze naturali, agraria, biologia o scienze ambientali) ed educatori per l’infanzia, che abbiano già avuto esperienza di Asili nel Bosco o di attività nella natura con bambini piccoli o che vogliano avvicinarsi a questo settore in modo serio e proattivo». Uniti si può pensare di creare qualcosa che possa realmente dar forma e voce a un sogno che solo con forza di volontà e tanta passione e dedizione potrà crescere, donando un insegnamento en plein air, si potrebbe dire, fatto di sfide quotidiane e lezioni di vita, sempre più difficili da trovare nei tempi che corrono. Ma per far questo rimanere soli è il più grande limite, dunque Silvana si rivolge a gente di buona volontà, a chi ne sa di più, a chi ha delle qualifiche da mettere in pratica per un progetto nato per l’altro, per chi ancora non è stato formato, per quei pargoli che hanno davanti a loro anni in cui formarsi e imparare, e grazie a questo Asilo lo potranno fare nella maniera più naturale e sana possibile.
«Il genere di attività che prevedo di svolgere è un Asilo nel Bosco per bambini da 3 a 6 anni dal lunedì al venerdì. Una volta costituito il gruppo di lavoro, valuteremo poi assieme se potremo fare altre attività per avvicinare i bambini più grandi alla natura (indicativamente quelli frequentanti la Scuola Primaria), quali ad esempio campi estivi o giornate d’incontro nel fine settimana. Credo molto ai benefici di tale attività a livello motorio e comportamentale per una crescita sana e serena dei bambini. Non mi risulta ci siano esempi simili nella Provincia e questo potrebbe essere il momento adatto per pensare a un’alternativa al classico asilo, la cui vita si svolge per la maggior parte in spazi chiusi. Spazi chiusi, che ora sono stati messi in discussione, a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Non voglio pensare a un futuro che imprigioni i bambini dietro una mascherina e li obblighi al distanziamento sociale in aule chiuse, in un’età in cui dovrebbero essere liberi di correre, sperimentare, sviluppare le proprie difese immunitarie».
Il Corona Virus sembra aver messo in luce una importante problematica a cui ormai tutti ci eravamo abituati: il fatto che, in questo caso il bimbo, passa la quasi totalità della sua infanzia all’interno di strutture chiuse, asfissianti che oltre a rinchiuderli fisicamente in uno spazio artificiale, chiudono menti in involucri che il contatto col mondo esterno, il verde e la natura, potrebbero schiudere, ossigenando cervelli in via di sviluppo. L’aria aperta dunque come medicina salvifica di una umanità sempre più chiusa (spazialmente e umanamente) in strutture estranee all’uomo, che possa prevalere in un periodo come questo, afflitto da un nemico insidioso e imprevedibile.
«Per onore di cronaca devo dire che l’area è in parte da riqualificare ed è stata soggetta lungo il confine ad un disbosco abusivo per opera di un vicino. La vicenda ha avuto un seguito penale grazie al Corpo Forestale dello Stato, prontamente intervenuto sul luogo, ed è ancora in corso. Non scrivo ciò per demoralizzare i futuri soci, ma per renderli consapevoli di alcune difficoltà che sussistono. Sono certa che insieme potremo trasformare questo bosco e dargli una nuova vita, trasformandolo in uno spazio di apprendimento e sperimentazione per i bambini». Purtroppo, non è tutto rosa e fiori e le problematiche sono ben presenti, problematiche che generano timori, dubbi, ma che non annientano i sogni e le speranze, dove solo l’unione, l’umanità (ahimè troppe volte assente) di chi si mette una mano sulla coscienza, di chi vuole reagire e fare, potranno far breccia in questa nube tanto scura quanto inconsistente.
«Nel bosco sono comparse le orchidee selvatiche, le rose canine, il biancospino, la sanguinella, i pruni selvatici, i ciliegi selvatici; si è anche popolato di uccelli ed altri animali. I miei figli hanno amato giocare in questo luogo. Quando si immergevano nella natura le ore passavano velocemente senza conflitti e con tante attività. Ma non voglio dilungarmi troppo, per questo sento di concludere affermando che I bambini sono il nostro futuro. Bambini sereni, curiosi, gioiosi, liberi di esprimersi e di sperimentare, bambini che saranno un domani adulti consapevoli e proattivi. E soltanto assieme possiamo contribuire a diffondere un nuovo stile di vita, nonché rispetto e amore per la natura sul territorio». Unione, sogni, speranze, voglia di rendere il mondo un posto migliore, insegnare, educare, amare, sembrano essere questi ‘termini’ a portare avanti il progetto di Ivana, un progetto per niente facile ma che, sperando in un intervento di altri individui, determinati e ispirati come questa semplice madre, potrà trovare realmente la luce.
A CAUSA DELLE TANTE MAIL RICEVUTE, IVANA CI COMUNICA CHE HA CREATO UNA MAIL “AD HOC” PER QUESTO PROGETTO, ALLA QUALE VI INVITIAMO A SCRIVERE PER RICEVERE MAGGIORI INFORMAZIONI: progettoasilonelbosco@gmail.com
PER UN PROBLEMA TECNICO, LE PRECEDENTI MAIL INVIATE A ivanaavalle@hotmail.com NON SONO ARRIVATE, PERTANTO VI INVITIAMO A SCRIVERE AL NUOVO INDIRIZZO MAIL SEGNALATO IN PRECEDENZA.
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