E se provassimo a non estinguerci? – Matrix è dentro di noi #5
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Ci sono persone che ti emozionano ogni volta che le ascolti. Ogni volta. Quando le senti parlare tutto diventa più semplice, più comprensibile, più a portata di mano e il mondo smette di essere popolato da misteri e ombre e diventa costellato di luci e opportunità.
Tra queste c’è Giuseppe Barbiero, ricercatore di ecologia dell’Università della Valle d’Aosta e Direttore del Laboratorio di Ecologia Affettiva. Conobbi Giuseppe nel 2002, in occasione del Corso di giornalismo ambientale Laura Conti e lui cambiò per sempre la mia vita. Era un nostro docente e in cinque giorni ci illustrò l’Ipotesi Gaia, nel frattempo diventata Teoria, ci spiegò la follia dell’antropocentrismo, ci guidò in meditazioni per riconnetterci con il nostro corpo e ci dimostrò in maniera definitiva come i batteri fossero la forma di vita più importante del pianeta e noi umani solo un esperimento.
Ricordo ancora il mio stupore quando scoprii che la prima grande forma di “inquinamento” del pianeta furono le piante. Sì, gli alberi! Quando morivano, cadevano a terra e nessun elemento vivente li decomponeva e questi, uno dopo l’altro, restavano li impedendo la vita.
Poi un fungo mutò, cominciò a decomporli, e la vita ripartì. Ecco – aggiungo io – noi in questo momento storico siamo un po’ come quegli alberi… Possiamo mutare noi o aspettare che un fungo, un virus o un batterio, faccia ripartire la vita…
Buona Visione.
Per saperne di più:
IL DOSSIER SULL’IPOTESI GAIA
IL LIBRO ECOLOGIA AFFETTIVA
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