Seguici su:
Cuneo - “Il vino è la poesia della terra“, disse lo scrittore Mario Soldati. Una poesia che parla di uomini e donne, che ogni giorno con il loro lavoro rinnovano il profondo legame con le stagioni e la magia del territorio.
Langhe, Monferrato, Roero sono patrimonio dell’Umanità Unesco, dove l’uva e il vino qui coltivati e prodotti sono parte della cultura dei piemontesi. Con circa 20.000 aziende vitivinicole, oltre 45.000 ettari di vigneti e più di 2 milioni di ettolitri di vino prodotto all’anno, il Piemonte è uno dei territori di eccellenza della produzione di vino nazionale, portando avanti questa lunga tradizione da secoli.
Ma, in questo strano periodo che sta mettendo in crisi tantissimi settori, anche il mondo del vino non ne è escluso. Per questo motivo Piemonte Land, che raggruppa e mette in comunicazione i Consorzi di Tutela dei vini piemontesi presenti sui territori delle varie province, ha proposto una serie di richieste alle istituzioni regionali e a quelle nazionali per mettere in luce le ripercussioni generate dalla situazione di stallo causate dall’emergenza e per salvare il mondo dei vini.
«La chiusura dei luoghi della ristorazione ha causato un’insostenibile contrazione delle vendite per molte aziende. Il rischio concreto per il vino piemontese è di non riuscire a sopportare lo stress finanziario causato dal Coronavirus» ha affermato Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land.
«Per questo ci stiamo attivando in tutte le sedi opportune per chiedere misure straordinarie utili a superare questo periodo e preparare il terreno per il futuro rilancio del comparto. Fin da ora dobbiamo pianificare una grande azione promozionale per rilanciare i nostri vini da sempre ambasciatori della nostra regione nel mondo. In questo momento è fondamentale stringersi attorno alle nostre Denominazioni, dalla cui salute passa l’economia e la salvaguardia del nostro territorio». Tra le varie soluzioni che vengono messe in luce emergono:
Distillazione delle eccedenze vinicole
Per cominciare, potrebbe essere avviata una distillazione d’emergenza delle eccedenze vinicole, da avviare eventualmente alla produzione di alcol igienizzante. Questa proposta va imputata soprattutto all’incertezza sulla reale capacità del mercato domestico e di quelli esteri di assorbire le produzioni di vino piemontese. Essa dovrà essere applicata a tutte quelle denominazioni che ne abbiano necessità. Secondo Piemonte Land la quantità di prodotto da avviare alla distillazione d’emergenza si aggira tra i 250 e i 280 mila ettolitri. Questa soluzione eviterebbe giacenze di prodotto invenduto prima della vendemmia che potrebbero generare dannose speculazioni.
Lo stoccaggio
Lo stoccaggio entra a buon titolo tra le opzioni per arginare la crisi attuale. I numeri che arrivano dai Consorzi di Tutela, infatti, parlano di una quantità di vini da stoccare che sfiora i 600 mila ettolitri, tra sfuso, imbottigliato e prodotto da avviare alla conservazione refrigerata. La riduzione delle rese, sia in vigneto sia in cantina, deve essere considerata come una delle soluzioni che possono limitare i danni della crisi da Covid-19. Le previsioni sui rapporti nazionali e internazionali di scambio sostengono che avverrà una ripresa lenta e lo scopo è quello di diminuire la produzione di uva e di vino in modo da evitare pericolosi surplus che inciderebbero in maniera negativa sui prezzi.
«Si chiede quindi con forza di dare un impulso significativo alla promozione delle Denominazioni regionali sui mercati interno e internazionale. I Consorzi di Tutela, infatti, concordano sull’importanza strategica di un grande sforzo futuro finalizzato a riconquistare e le quote di mercato perse durante la pandemia e garantire un reddito dignitoso ai viticoltori ed a centinaia di famiglie».
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento