Insieme si può: LABIS e i progetti di accoglienza e inclusione sociale – Io faccio così #290
Seguici su:
Italia che Cambia, in questi anni, mi ha portato ad attraversare lo stivale in lungo e in largo innumerevoli volte, scoprendone angoli sempre più affascinanti. Eppure, in sette anni, non mi era ancora capitato di vivere e respirare le atmosfere incantate delle valli presenti nell’entroterra di Brescia. Anzi, pensavo che la città lombarda fosse circondata solo da grigiore e fabbriche. E invece… Invece Arianna Bonardi, nei pochi giorni trascorsi insieme alla scoperta di realtà legate al progetto Attivaree, mi ha svelato luoghi d’incanto e progetti entusiasmanti. Ne abbiamo più volte parlato sulle nostre pagine e ci abbiamo persino realizzato un piccolo documentario.
Oggi vogliamo raccontarvi l’esperienza della Cooperativa Sociale Co.Ge.SS. e più in particolare del progetto LABIS. Ci troviamo in un piccolo borgo della Valle Sabbia, Lavenone. Qui incontriamo Ester Colotti, educatrice della cooperativa e coordinatrice progetto LABIS. Ester è un concentrato di energia e passione e ci colpisce subito per il suo entusiasmo. Ci riceve presso il Co.Ge.SS. Bar dove osserviamo una clientela composta di “gente comune” e ragazzi e ragazze diversamente abili. Dopo una prima chiacchierata per conoscerci, Ester ci conduce alla scoperta dell’ostello e di casa Maer dove poi avremo il privilegio di dormire. Ma, mentre voi guardate il video che racchiude l’esperienza, noi facciamo un passo indietro.
La Società Cooperativa Sociale Co.Ge.S.S. ETS di Barghe in provincia di Brescia si occupa da 25 anni della gestione di servizi rivolti a persone con disabilità, nel territorio della Valle Sabbia, nascendo nel 1993 come Ente Gestore del Centro Socio Educativo, già presente sul territorio dagli anni ’80. Co.Ge.S.S. mira a diffondere sul territorio la cultura dell’inclusione e della solidarietà, riducendo i pregiudizi legati alla disabilità.Attuando la propria azione imprenditoriale, Co.Ge.S.S. “desidera” diventare esempio di solidarietà ed essere promotrice dell’emancipazione delle persone con disabilità. Tra le sue attività, la cooperativa ha attivato il progetto LABIS, definito come “il primo Laboratorio di Inclusione Sociale in alta Valle Sabbia che ha come obiettivo l’attuazione di un intervento che permetta alle persone con disabilità di stare all’interno di ambienti socializzati quali un bar e un ostello. Un’occasione per conoscere il progetto, il territorio e per scoprire in compagnia dei ragazzi che collaborano con la cooperativa l’importanza e lo sviluppo dei comportamenti pro sociali”.
La finalità di LABIS risiede nella volontà di creare dei laboratori protetti destinati a persone in condizione di fragilità, iniziando sin da subito col favorire l’acquisizione di competenze tecniche e relazionali e stimolare spirito di motivazione e senso di responsabilità.
Ester ci racconta come tutto ebbe inizio: «Le colleghe che lavoravano nell’ambito scolastico riscontravano che non c’era prospettiva futura per persone che presentavano determinate peculiarità e caratteristiche. Abbiamo quindi avviato una prima sperimentazione con una apertura stagionale del Bar da settembre a maggio per poi stabilizzare il progetto nel 2016». In seguito è arrivato anche l’ostello. Tutte queste strutture permettono alle persone meno fortunate di avere un punto di ritrovo, di fare esperienze lavorative e più in generale di essere inserite nella società. Al momento sono coinvolti 18 “utenti” con 2 inserimenti lavorativi. Viene costantemente ricercato il “connubio” tra commerciale e solidale”.
Ester finisce di parlare e passa la parola a Franco Ferremi, un “fruitore” dei servizi offerti da LABIS. Franco ha iniziato questo inserimento presso la sede dell’ostello; l’obiettivo era quello di mantenere le proprie abilità, sviluppare un’identificazione con un ruolo, nonché acquisire nuove competenze.
Franco ha iniziato la sua esperienza con LABIS nel Giugno 2018 come fruitore del bar. Ci racconta di aver molto apprezzato il lavoro delle persone che lo hanno “seguito”. Nel tempo, inoltre, ha frequentato un corso di formazione di 13 lezioni come operatore di sala e di bar. Oggi è anche addetto alla pulizia dei locali dell’ostello.
In passato Franco era operaio, poi ha fatto il volontario come autista per pulmini della cooperativa CO.GE.SS. E quando il bar ha aperto ne è subito diventato fruitore. Oggi si trova spesso dall’altro lato: «Ho avuto occasione di incontrare una coppia che era venuta a cena al bar CO.GE.SS. – ci confida – e anche se era il mio primo servizio di sala mi sono trovato bene. Loro, inoltre, sono stati cordiali con me». «Dopo la chiusura di un altro bar, il “nostro” è diventato anche un presidio territoriale contribuendo a creare una cultura inclusiva comunitaria» conclude Ester.
Prima di salutare Ester e Franco, abbiamo la possibilità di visitare l’ostello e poi la bellissima casa Maer. Quest dovrebbe avere un doppio ruolo nel tempo: futura biblioteca e luogo di accoglienza per un turismo solidale. È stata creata da designer di Milano in modo da essere a misura di persona fragili. È anche molto bella e mentre ci mettiamo sotto le coperte, nella stilosissima camera da letto, ci chiediamo quanti altri angoli di meraviglie naturali e umane nasconda ancora il nostro Paese.
Guarda il documentario sulle Valli Resilienti
Per saperne di più sul progetto Attivaree clicca qui
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento