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La maggior parte di noi ricorda di aver canticchiato almeno una volta, la famosa canzone di Sergio Endrigo che diceva così:
“Per fare l’albero ci vuole il seme
Per fare il seme ci vuole il frutto
Per fare il frutto ci vuole il fiore
Ci vuole un fiore, ci vuole un fiore…”
Spesso abbiamo sotto gli occhi la soluzione, a volte è talmente piccola che non la vediamo e in questo caso, è piccola proprio come il seme di un frutto. La maggior parte delle volte i semi vengono buttati via da tutti noi senza pensare che da un singolo seme può nascere un nuovo albero di frutti. Nasce da qui l’idea di “Seminiamoli”, iniziativa lanciata dal gruppo “Alberi in Periferia”. Si tratta di un invito alle persone a piantare adesso nelle case, sui nostri balconi o nei giardini quelli che diventeranno gli alberi di domani.
“Dopo la quarantena ce ne occuperemo noi”, assicura il gruppo, invitando così a dar vita ai semi della frutta, piantandoli e prendendosene cura finché diventeranno dei piccoli alberi. Il gruppo, infatti, si occuperà poi di piantarli, portando avanti un progetto nato circa un anno fa e che ha dato vita a più di cento alberi piantati in contesti urbani e nelle zone periferiche di Roma. Abbiamo parlato con Andrea Loreti, uno dei fondatori del progetto ed ecco cosa ci ha raccontato.
Come è nata l’idea di Alberi in periferia?
Abbiamo sentito l’urgenza di fare qualcosa di concreto. Abbiamo pensato a un progetto che poteva unire tre pilastri per noi molto importanti: Ecologia, comunità e cultura.
In che modo piantare alberi ha contribuito a dare un contributo a temi così importanti?
Dal punto di vista dell’ecologia, gli alberi sono un vero toccasana per tutti noi, producono ossigeno e assorbono anidride carbonica, fanno da filtro permettendoci di respirare aria pulita. Abbiamo pensato anche al grande valore che avrebbero avuto soprattutto in luoghi di periferia che avevano la necessità di essere recuperati.
Da qui il contributo sociale?
Esatto, abbiamo coinvolto associazioni no profit che si occupano dei minori e dei ragazzi che vivono in contesti difficili. Abbiamo passato con loro delle bellissime giornate all’aperto facendoli partecipare attivamente con zappe e rastrelli nel piantare gli alberi, creando così qualcosa di importante per loro e per il loro futuro.
Posso citarti alcuni di questi progetti importanti, come Il parco di fronte alla Pecora elettrica (libreria della periferia di Roma, Centocelle, incendiata il 25 aprile scorso) dove insieme ai bambini abbiamo piantato alberi di ulivo; Il Polo ex Fienile di Tor Bella Monaca, all’interno del progetto TOY for Inclusion e in collaborazione con l’Associazione 21 Luglio i ragazzi hanno partecipato attivamente e hanno piantato 15 alberi: a La Romanina, zona Tor Vergat , sono stati piantati alberi davanti alla scuola IC Raffaello con la collaborazione del Movimento per la decrescita felice.
Tutti questi sono per noi esempi molto importanti perché ogni persona è mossa dal desiderio di fare qualcosa di concreto per la comunità in modo totalmente volontario (noi per primi ci autofinanziamo) ma quello che ci muove è la speranza che crea una rete sociale che resiste anche in contesti difficili. È stato bellissimo vedere i ragazzi impegnati a piantare gli alberi e hanno poi dato un nome a ciascuno.
Come vi autofinanziate?
Qui entra in gioco l’aspetto culturale. Come anticipavo non facciamo tesseramento e non riceviamo alcun tipo di finanziamento. Organizziamo delle serate di teatro, musica e racconti di poesie. Gli artisti danno il loro contributo in forma completamente gratuita e ogni singolo Euro raccolto dalle serate viene utilizzato per acquistare gli alberi.
E ora parliamo dell’iniziativa “Seminiamoli”
Anche in questa occasione abbiamo pensato a come poter portare avanti il nostro progetto nonostante il periodo che stiamo vivendo tutti. Abbiamo così avuto questa idea, quella di piantare nelle nostre case i semi della frutta: piantiamo oggi gli alberi di domani.
Sulla nostra pagina Facebook abbiamo creato un tutorial che spiega esattamente come fare e quali frutti scegliere. Quando questo periodo sarà passato, ce ne prenderemo cura noi, verranno raccolti e ripiantati nelle aree di periferia aperte a tutti. La tua frutta darà i suoi frutti.
Cosa può fare chi non vive a Roma, dove si trova il vostro gruppo, e non ha spazio per curare le piante una volta diventate grandi?
Può piantarle nel cortile condominiale o donarle a qualche associazione no profit che ha lo spazio o la disponibilità per prendersene cura.
Qual è il vostro obiettivo?
In realtà il nostro primo traguardo l’abbiamo raggiunto e ci ha reso estremamente felici. Quando abbiamo iniziato, ci eravamo dati l’obiettivo di piantare cento alberi in contesti urbani e ce l’abbiamo fatta. Con il contributo delle associazioni che lavorano ogni giorno in contesti difficili e i ragazzi dei quartieri che hanno creduto nel nostro progetto siamo riusciti a creare e a diffondere qualcosa di pratico, tangibile e simbolico. Ora vorremmo continuare a farlo, soprattutto dove ce n’è più bisogno. Come diciamo spesso, “se vogliono il deserto, pianteremo partecipazione”.
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