Seguici su:
L’economia e la società stanno cambiando rapidamente, dirigendosi verso modelli più sostenibili, in cui valori come etica, sostenibilità ambientale e tutela del bene comune sono posti sullo stesso livello – o addirittura più in alto – rispetto al profitto. L’unico problema è che si parla troppo poco di una rivoluzione di cui il nostro paese è fra gli interpreti più entusiasti.
Per questo motivo è davvero imperdibile l’occasione offerta da People Revolution, una giovane community che ha organizzato una serie di incontri online che hanno l’obiettivo di approfondire le tematiche e gli strumenti su cui tale rivoluzione si fonda. Nel corso del prossimo appuntamento – previsto per venerdì 17 aprile e di cui Italia Che Cambia è media partner – si parlerà di Società Benefit e di B-Corps. Ne parliamo con lo staff della community per capire meglio di cosa si tratta.
Partiamo parlando brevemente di People Revolution: com’è nato questo movimento, chi ne fa parte e quali obiettivi ha?
Questo movimento è nato lo scorso dicembre grazie a un post su LinkedIn scritto da Filippo Causero, CEO & Founder di Foxwin srl, nel quale chiedeva al mondo chi gli volesse dare una mano a creare una serie di eventi sull’evoluzione del capitalismo. Il post ha avuto un grandissimo successo a tal punto da trovare una cinquantina di persone volenterose di dare il proprio contributo. Insieme abbiamo deciso di creare una serie di cinque eventi online. Il primo è stato organizzato il 12 marzo scorso sulle Organizzazioni Teal e hanno partecipato ben 150 persone su Zoom. Abbiamo chiesto ai partecipanti di entrare a far parte della community di People Revolution, nella quale discutere online su temi quali: l’evoluzione della società, delle organizzazioni e degli individui. Queste discussioni avvengono su una piattaforma online, pubblicamente accessibile e gratuita che si può trovare qui.
Parallelamente agli eventi abbiamo deciso di organizzarci tramite il modello organizzativo e decisionale chiamato Sociocracy. Nel gruppo dei co-organizzatori abbiamo la fortuna di avere degli esperti dei nuovi modelli organizzativi come Sociocrazia e il Teal. Abbiamo ritenuto importante come fondatori non solo parlare di questi temi ma anche di applicarli e sperimentare su noi stessi. Insieme abbiamo deciso il nostro scopo evolutivo: coltivare la consapevolezza, la passione e la responsabilità per una evoluzione interdipendente di individui, organizzazioni, società e ambiente.
L’incontro sulle società benefit si inserisce all’interno di un percorso di sensibilizzazione più ampio, ce lo puoi descrivere?
Il proposito evolutivo che abbiamo fatto emergere parla di “coltivare la consapevolezza” e di una “evoluzione interdipendente di individui, organizzazioni, società e ambiente”. Il punto di partenza per iniziare la narrazione di questa evoluzione interdipendente sono state le organizzazioni Teal e, più in generale, tutti quei modelli organizzativi che sono stati capaci di dare autentico valore al bisogno profondo dell’essere umano di essere ascoltato, di poter co-creare la realtà sociale in cui vive in modo rispettoso di tutte le relazioni di cui è partecipe: con se stesso, con i suoi simili, con la società e con l’ambiente. Queste organizzazioni sentono ben presto la necessità di rivestirsi di forme legali nuove e più adatte a proteggere e custodire la loro missione profonda, il loro proposito evolutivo. Sulla scia di questo bisogno si stanno sviluppando nuovi concetti di gestione della proprietà d’impresa e un redirezionamento dei flussi di capitali verso la finanza d’impatto. Sono temi che inizieremo ad affrontare con il secondo evento in programma.
Per poter impiegare questi tasselli di base per costruire eco-sistemi più complessi, la Teoria U di Otto Scharmer rappresenta un approccio metodologico con il quale sentiamo di avere una notevole affinità elettiva. Molto della visione che sta alla base del paradigma Teal e della Teoria U deriva infatti dal pensiero sistemico e dal concepire la realtà sociale come un essere vivente da osservare attentamente e ascoltare in tutte le sue manifestazioni prima di pensare di mettere a terra qualcosa. Di Teoria U ci occuperemo nel corso del terzo incontro. La Teoria U è un buon tool per progettare nuove forme di relazione tra gli stakeholder più rilevanti dell’organismo sociale – la pubblica amministrazione, l’economia e la società civile –, in reti e comunità che abbiano a loro volta come proposito evolutivo lo sviluppo sostenibile. Anche qui possiamo dire che in Italia esistono delle ottime basi da cui partire ed è importante farle conoscere e contribuire al loro ulteriore sviluppo. A questi temi verrà dedicato il quarto incontro. Il percorso ideale appena tracciato ad ogni modo non può prescindere da uno sviluppo interiore dell’individualità. Otto Scharmer sottolinea come ogni cambiamento dipende strettamente dalla sorgente interiore da cui proviene. Macro-cosmo e micro-cosmo sono interconnessi e non è possibile vedere all’esterno alcuna reale trasformazione se prima non l’abbiamo realizzata in noi stessi.
L’Italia è fra i paesi che stanno guidando questa “rivoluzione etica” del modo di fare impresa: perché secondo te abbiamo questo primato?
Credo che le ragioni siano da ricercare nella nostra storia e nella nostra cultura. Le Benefit Corporation nascono negli Stati Uniti essenzialmente per poter proteggere gli amministratori di aziende socialmente impegnate dal primato degli azionisti rispetto a tutti gli altri stakeholder. In Italia sono nate essenzialmente per un bisogno di riconnettere la sfera economica con l’organismo sociale in modo più sano di quanto non avvenga oggi. Una riconnessione che riafferma il bene comune come principio paritetico rispetto a quello economico. Ci dimentichiamo troppo spesso che l’Italia ha donato al mondo i suoi tesori culturali e spirituali in un tempo in cui era anche una delle maggiori potenze economiche del suo tempo. Tanto di quella ricchezza è stata utilizzata per far fiorire la parte più consistente di ciò che oggi è patrimonio culturale dell’umanità.
Puoi presentarci i relatori e anticipare il contributo che porteranno?
L’evento verrà introdotto da Marinella De Simone (Presidente e Direttore Scientifico del Complexity Institute) e da Dario Simoncini (Docente di Organizzazione e Comunicazione Aziendale all’Università di Pescara). Entrambi sono soci fondatori di Assobenefit, che si propone di “concorrere all’affermazione di un nuovo modello economico di sviluppo sostenibile sul territorio italiano basato sui principi costitutivi delle società benefit”. Marinella De Simone è inoltre Amministratore delegato della società Benefit Texture srl. Silvia Mazzanti è product e sustainability manager di Save The Duck, ci racconterà perché la sua azienda è diventata benefit e di che cosa vuol dire lavorare in un’organizzazione che non pensa solo al profitto ma persegue uno scopo benefit.
Cosa si porteranno a casa i partecipanti all’evento?
Racconteremo innanzitutto da dove sorge la necessità di avere oggi B-corp e Società Benefit, per descrivere poi l’importante distinzione tra i due modelli. Sebbene sono temi rilevanti soprattutto per imprenditori che intendono generare impatto positivo nella società, tutti noi, quale che sia la nostra posizione all’interno dell’organismo sociale, con i nostri comportamenti possiamo contribuire in modo determinante ad amplificare oppure a ridurre la portata di questi fenomeni emergenti.
Ad esempio, in quanto consumatore, scegliere consapevolmente al supermercato il prodotto di una Società Benefit rispetto a quello di un’azienda “ordinaria” rappresenta una azione importante generatrice di ulteriori impatti. Durante l’evento vedremo anche di proporre delle azioni concrete da attuare subito che possano favorire la diffusione e l’ulteriore sviluppo delle Società Benefit.
Per informazioni e iscrizioni clicca qui.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento