10 Apr 2020

La Fraternità di Romena: il luogo di ritrovo per i viandanti di ogni luogo

Scritto da: Paolo Cignini

Dal 1991 la Fraternità di Romena è un punto di incontro per chiunque cerchi uno spazio semplice e accogliente dove, nel pieno rispetto delle storie e delle differenze individuali, ciascuno abbia la possibilità di rientrare in contatto con se stesso e di riscoprire il valore e la ricchezza delle relazioni. Dopo avervela presentata nel 2015, abbiamo fatto qualche domanda a Massimo Orlandi per sapere come vanno le cose.

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«Fraternità di Romena è un porto di terra, dove i viandanti di tutta Italia vengono per cercare un po di pace interiore, di silenzio e un abbraccio con gli altri». Massimo Orlandi, membro della Fraternità di Romena e giornalista, ce l’aveva presentata così. Dal 1991 la Fraternità è un luogo di sosta, e pone le sue basi nell’antica pieve romanica di Romena, situata in un luogo intriso di spiritualità tra La Verna e Camaldoli, nel Casentino. Vi abbiamo raccontato della Fraternità un po di anni fa, nel video che trovate qui sotto.

La nostra intervista a Massimo Orlandi nel 2015

Dopo quasi cinque anni, abbiamo chiamato Massimo per chiedergli come vanno le cose.

Massimo, ci racconti alcune novità? 

Romena in questi anni è cresciuta, è diventata un porto di terra sempre più frequentato dai viandanti di quest’epoca; fino a quando potevano spostarsi, ovviamente, dato che il Coronavirus oggi ci costringe in casa.

Le età, le provenienze e i cammini personali dei vari viandanti che hanno frequentato i nostri spazi sono molto diversi e nel frattempo la nostra stessa struttura si è diversificata: in questi anni abbiamo infatti realizzato dei nuovi spazi per rispondere ad esigenze molto diverse, come ad esempio un Auditorium per ospitare momenti di incontro più frequentati, un punto ristoro, alcuni punti di preghiera che fungono anche da momenti di sosta e di meditazione.

auditorium Romena
L’Auditorium di Romena

C’è stato un elevato incremento delle presenze negli ultimi anni e Romena è un luogo sempre più conosciuto a livello nazionale, Don Luigi Verdi, fondatore e il responsabile della Fraternità di Romena, è spesso invitato in tutta l’Italia per diffondere il progetto ed è stato invitato in diverse trasmissioni televisive. Questo ha contribuito alla diffusione della nostra realtà».

Che cos’è la Sala del Mandorlo?

Si tratta di uno dei nuovi luoghi d’incontro che abbiamo realizzato: è una sala completamente affrescata che riproduce i rami del mandorlo in fiore di Vincent Van Gogh. L’effetto è particolare: entrando nella stanza, si ha la sensazione che i rami ti abbraccino.

sala mandorlo romena
La Sala del Mandorlo

La stanza è stata pensata per delle persone che frequentano Romena per noi molto importanti: un gruppo di genitori che hanno perso i figli, che trovano in Romena un luogo dove poter affidare la propria fatica di ricominciare e di ripartire.  Il mandorlo è un fiore simbolico, in tal senso: è il primo a sbocciare durante l’inverno e l’ultimo a fare il frutto.

Romena è uno dei luoghi di riferimento per viandanti e camminatori. C’è qualche cammino speciale vicino alla Fraternità?

Recentemente abbiamo realizzato un cammino chiamato La Via della Resurrezione, un percorso suddiviso in otto tappe che rappresentano altrettanti punti umani cruciali: l’umiltà, la fiducia, la libertà, la leggerezza, il perdono, la fedeltà, la tenerezza e l’amore . È perimetrale rispetto alla Fraternità di Romena, costeggia il fiume che è lì vicino (Il Fosso delle Pillozze). È scandito da alcune icone realizzate da don Luigi Verdi, ed è un cammino meditativo aperto a tutte e tutti. Alla fine dell’ultima icona dell’amore, è stato realizzato un parco speciale, che ospita circa centocinquanta mandorli che hanno piantato i genitori dei ragazzi scomparsi, a cui è dedicata la Sala del Mandorlo. Ogni albero è dedicato ad un ragazzo, e ognuno di loro darà vita ad un bosco particolare, simbolo della vita che alla fine riesce sempre ad andare avanti.

Il bosco dei mandorli a Romena
Il bosco dei mandorli

Ci puoi accennare ad alcuni vostri progetti futuri?

Nel 2021 la Fraternità di Romena compirà trent’anni. Tutte le volte che abbiamo festeggiato una ricorrenza, come ad esempio il decennale o il ventennale, ne abbiano approfittato per praticare una sorta di “anno sabbatico”. Questo non vuol dire fermare le attività: significa trovare il tempo per ripensarci.

Don Luigi, che tutti gli anni fa centinaia di incontri in giro per l’Italia per raccontare Romena nelle varie città, aveva già deciso di fermarsi il prossimo anno per questo anno di riflessione. Lo abbiamo anticipato un anno prima, date le circostanze, per poi proseguire con le nostre attività, una volta che potremo tornare alla normalità.

La Pasqua è un periodo particolare per voi: come la vivevate solitamente? Quali attività organizzate solitamente?

Nel solco della tradizione, durante la Settimana Santa a partire dal martedì sarebbero arrivati a Romena centinaia e centinaia di scout da tutta Italia. Avevamo in programma di inaugurare insieme a loro, in questi giorni, una nuova struttura fornita di uno spazio di ritrovo e di un’area fuoco. Le attività sarebbero cominciate il Giovedì sera per concludersi il Lunedì con la Festa di Romena, una festa popolare molto giocosa e leggera per stare insieme con tante persone che, da diversi luoghi d’Italia, raggiungevano Romena.

Interno Pieve di Romena
L’interno della Pieve di Romena

Ed invece, a causa del Coronavirus, come vi siete organizzati?

«Stiamo sfruttando gli strumenti della tecnologia digitale, per tenere un contatto con la rete dei viandanti che sono venuti negli anni a Romena. Abbiamo inaugurato proprio in questi giorni il nuovo sito, e abbiamo pensato a tre attività.

La prima si chiama ‘#Tempore Famis’: è una scritta posta all’ingresso della nostra Pieve, perché è stata edificata in un momento di carestia e di difficoltà. Per attenerci al presente, abbiamo costruito un percorso omonimo: ogni giorno alle 17 pubblichiamo un filmato realizzato dai collaboratori di Romena, da Don Luigi stesso oppure da figure a noi vicine. Ognuno da un messaggio per fornire un suo contributo, in questi tempi difficili. 

In Tempore Famis
Abaco del capitello con la scritta “In Tempore Famis MCLII” (1152) che ricorda che l’edificazione è avvenuta in tempi di carestia

Inoltre abbiamo creato una realtà di ascolto speciale. Noi abbiamo un secondo luogo di ritrovo, L’Eremo di Quorle, che si trova nel cuore del Pratomagno, a venti chilometri da Romena. Il custode è un non vedente, chiamato Wolfgang Fasser, che ha deciso di dedicare ogni giorno venti minuti per l’ascolto di ognuna delle persone che hanno bisogno di parlare e di raccontarsi, di condividere le emozioni di questo particolare momento storico. Sta ricevendo decine e decine di chiamate, di persone malate o che vivono con fatica questa situazione, che hanno bisogno di parlare con qualcuno e ricevere conforto. 

Wolfgang Fasser allEremo di Quorle
Wolgang Fasser all’Eremo di Quorle

Inoltre abbiamo aperto una casella di posta elettronica, pubblicando tutti i contributi di coloro che vogliono raccontare questo momento, che abbiamo chiamato “Nutriamo La Vita“.

Nei giorni di Pasqua utilizzeremo questi strumenti:  su #Tempore Famis pubblichiamo dei contributi ad hoc, poi sabato sera Don Luigi registrerà la messa per tutti coloro che erano abituati a viverla e il Lunedì di Pasqua faremo un piccolo momento online per rivivere in maniera festosa quella che sarebbe stata la nostra festa.

Immagini tratte dalla pagina FB della Fraternita di Romena

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