Gli ecovillaggi propongono ascolto e pratiche di condivisione per superare questa crisi
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Gli ecovillaggi già da tempo propongono e sperimentano modelli sociali di vita, produzione e consumo diversi rispetto a quelli dettati dal mercato – costruendo alternative all’insegna della cooperazione e della solidarietà, adottando buone pratiche, dedicandosi momenti di cura e di condivisione emotiva e svolgendo numerose attività quotidiane di resilienza dai territori che abitano. Un impegno non sempre facile, perché si tratta di un sentiero non ancora tracciato, ma i cui frutti sono ben visibili, soprattutto in questo momento di profondo e drammatico cambiamento.
«Chi vive in un ecovillaggio oggi si ritrova sicuramente in una condizione privilegiata. Penso agli spazi comuni, più ampi e verdi, agli orti, alla possibilità di auto-produrre alimenti ed energia dipendendo di meno dall’ambiente esterno, ma anche alle forme di mutuo aiuto interno che esistono e al tessuto di relazioni che sta alla base di questa scelta di vita, senza cui nulla di tutto questo reggerebbe», ci ha raccontato Alfredo Camozzi, della Comune di Bagnaia.
Nonostante la presenza delle condizioni favorevoli descritte, nella RIVE – Rete Italiana dei Villaggi Ecologici – non manca la preoccupazione per coloro che sono al di fuori di questo tessuto protettivo e che stanno vivendo con forza il peso dell’attuale momento storico. Una preoccupazione a cui RIVE ha pensato di rispondere lanciando l’iniziativa “Uniamoci in Cerchio” – servizio di ascolto, sostegno e condivisione aperto a tutti. I singoli ecovillaggi, inoltre, si sono messi a disposizione di interessati e curiosi, in modo variegato e colorito: c’è chi ha iniziato a condividere saperi pratici online, chi ha proposto letture, chi meditazioni, chi ha aperto un canale tv su Telegram e chi si è messo ad inventare giochi per i bambini a casa da scuola.
Il sostegno reciproco, l’ascolto profondo, ma anche lo svago e il divertimento sono più che mai necessari nel momento presente. Allo stesso tempo, con il passare dei giorni, l’esigenza di riflettere sul futuro si fa sempre più forte. Che tipo di paese troveremo? E che tipo di paese vorremmo trovare? Abbiamo intenzione di tornare ai ritmi e agli stili di vita di precedenti, o desideriamo imboccare e sperimentare nuove strade?
La RIVE, visto il proprio percorso, nel pensare al futuro non può che riaffermare il valore delle scelte condivise, del radicamento sui territori, dell’impegno personale e collettivo per costruire una società più giusta, ecologica e inclusiva. Così, mentre si confronta al proprio interno, condividendo difficoltà e opportunità, nell’associazione si respira la voglia di organizzare azioni comuni volte ad informare e a coinvolgere la popolazione, incoraggiando le iniziative dal basso e vedendo insieme come sarebbe possibile articolarle all’interno del paese.
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