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Il 5G non è solo una nuova generazione tecnologica: è il futuro già presente e non tutti ce ne siamo accorti.
Mentre molti rimangono a casa – terrorizzati dal virus, spaventati dalla militarizzazione delle strade e per via della forte riduzione delle libertà personali e sociali – e mentre altri progettano i propri piani B per uscire dalla società così come la percepiscono, il Governo spinge l’acceleratore sull’ampliamento della rete 5G come strategia a lungo termine.
Nel decreto legge “Cura Italia”, approvato dal Consiglio dei Ministri per potenziare il servizio sanitario e per il sostegno economico al Paese, leggiamo nell’Art. 82 che “si autorizzano le compagnie telefoniche allo… svolgimento di ogni iniziativa utile per potenziare infrastrutture di comunicazione elettroniche….”. Inoltre, Vincenzo Colao, ex Ad di Vodafone e consigliere del fondo di investimenti privato, General Atlantic, ora a capo della Task Force del governo Conte per la fase 2 di gestione dell’emergenza, ha già dichiarato che l’hi-tech sarà decisivo per l’uscita dalla crisi.
Tutto ciò potrebbe anche avere come conseguenza la richiesta delle compagnie telefoniche di alzare la soglia permessa delle frequenze elettromagnetiche.
L’ulteriore via libera alle procedure di installazione per l’ampliamento della rete 5G, rispetto a quanto precedentemente disposto, sta destando molta preoccupazione nella società civile. Per ora 250 comuni italiani si sono dichiarati contrari al 5G, 117 sindaci hanno emanato ordinanze di arresto della tecnologia e due regioni hanno approvato mozioni di precauzione. È stato anche presentato un emendamento da parte delle onorevoli Sara Cunial e Veronica Giannone per la soppressione di tale articolo del decreto con la richiesta di una commissione di esperti senza conflitti di interesse.
Le evidenze scientifiche
Dai precedenti articoli – in cui ho cercato di spiegare le conoscenze finora acquisite in materia di sicurezza sulla salute e le dispute tra amministrazioni, comunità scientifiche ed enti regolatori – in realtà poco è cambiato. Ancora, infatti, non ci sono studi di sicurezza sul 5G quindi nessuna prova di innocuità; ancora l’ICNIRP – un gruppo sostanzialmente chiuso e privato di scienziati che definisce le soglie di sicurezza per l’OMS e per i Governi – valuta solo gli effetti termici (misurati su manichini di gel) e non quelli biologici delle radiazioni; ancora istituzioni e produttori non hanno informato sulla pericolosità della tecnologia già in uso. Si pensi al fatto che che il cellulare tenuto in mano o in tasca supera di centinaia di volte i limiti di legge e, secondo quanto riferito nell’ambito di un convegno internazionale tenutosi presso la Camera dei Deputati, ormai da anni le assicurazioni non coprono più dai danni per le onde elettromagnetiche.
Non si capisce, pertanto, come si possa affermare che il 5G è sicuro, considerato che nessuno tra gestori telefonici, produttori e istituzioni è in grado di metterlo per iscritto. Tale fardello ricade invece sui sindaci e, proprio a loro – che non hanno avuto modo di sceglierlo coinvolgendo i cittadini e che non hanno informazioni – ricade la patata bollente, in quanto garanti della salute della propria comunità.
Dall’altra parte migliaia di scienziati e riviste scientifiche mostrano i danni dell’elettrosmog cioè degli effetti cumulativi dell’insieme dei campi elettromagnetici artificiali. Tra i tanti ecco un articolo dello Scientific American: ”Non abbiamo motivo di credere che il 5G sia sicuro”.
Ancora i risultati dello studio Mobikids, che la comunità scientifica sta aspettando (fatto su più di 800 bambini), concluso nel 2015, non sono stati resi pubblici; solo un commento di richiesta di un grande livello di attenzione e implicazione a livello sociale. Ma il 5G è ancora agli albori: cosa ci regalerà che non possiamo ancora prevedere? Il Principio di Precauzione è naufragato da tempo.
Non si tratta del solo 5G, si tratta del fenomeno di accumulo degli inquinanti e della impossibilità di sottrarsi ad essi. I processi patologici sono spesso lenti, prevedibili e sistemici. Le malattie conclamate sono la manifestazione finale di trasformazioni che si preparano nel tempo, sono multifattoriali e avanzano secondo percorsi ben definiti. Sarà il virus, l’antenna, il glifosato o l’ennesimo errore del sistema che improvvisamente impazzisce?
Le prospettive tecnologiche
L’evolversi della tecnologia, nella contemporanea società a forte carattere tenocratico, è più veloce della nostra capacità di prevederne gli effetti. Questo esclude di fatto la popolazione dalla costruzione delle regole che la coinvolgeranno. In tempi di “emergenza” il pericolo di gestione autoritaria delle crisi è ancora più presente.
Molti di noi hanno un istinto di fiducia verso tutto ciò che viene dal progresso della scienza e della tecnica, che viene spesso accolto come un sicuro miglioramento. Forse. Ma forse ogni cosa andrebbe studiata all’interno di un paradigma capace di includere la complessità tenendo fuori i conflitti di interesse che sottraggono autorevolezza e fiducia all’intero sistema legiferante.
Il 5G per tanti è una vera incognita e risulta difficile immaginare che tipo di cambiamento comporterà. Per alcuni è sicuramente una opportunità di sviluppo economico e sociale. Potremo svolgere in remoto molte funzioni e contemporaneamente facilitare azioni quotidiane, superare barriere per l’accesso a servizi e molto altro (ma non è chiaro chi potrà accedere a tali possibilità). Per tutti determinerà uno stravolgimento delle abitudini personali, sociali e lavorative: automatizzazioni delle fabbriche, connettività tra oggetti e persone, smart economy, smart city, diffusione dell’intelligenza artificiale, controllo in remoto di miliardi di funzioni.
Le fantasie futuriste si stanno concretizzando e la parte più giovane del paese vede la possibilità di potersi sottrarre alle diseguaglianze generazionali.
Eppure c’è molta paura perché l’ampliamento della rete accelera e non ci sono risposte circa le necessarie garanzie democratiche di partecipazione, di libertà e di possibilità di scelta. Come saranno i rapporti di potere? Come muterà l’organizzazione sociale e il lavoro? Che protezione della popolazione alle pressioni delle multinazionali? Quali saranno i possibili confini con le aumentate capacità di sicurezza, sorveglianza e controllo globale?
Stiamo toccando con mano quanto il tema delle libertà di espressione, mobilità e socialità sia fortemente collegato alla capacità tecnologica dispiegata, dalle diverse tipologie di tracciamento, alla gestione dei dati di sicurezza nazionali. In alcuni Paesi come Russia, Cina e Sud Corea è già in uso il riconoscimento facciale; ci sono applicazioni per riconoscere il labiale delle persone e già sono state brevettate criptovalute collegate a sensori dei parametri corporali, pronti anche i microchip per l’identità digitale.
Costi energetici e ambientali
Il fisico Fausto Bersani, consulente per Federconsumatori, in una preziosa intervista, ci mostra l’impatto energetico della nostra connettività, dell’utilizzo di materiali, dati, server, etc. Oltre ai processi di estrazione dei materiali (le “terre rare”) che producono gas climalteranti e gravissime ingiustizie sociali, il solo consumo di internet equivale al sesto paese al mondo di consumo energetico, responsabile del 2% delle emissioni di gas serra.
Questi i dati relativi all’anno 2019 sui consumi energetici di internet: una mail con l’allegato consuma quanto una lampadina accesa per 24 ore, guardare un video sullo smartphone consuma quanto un frigorifero acceso per un anno, 100 dipendenti in un anno consumano come 13 voli aerei andata e ritorno New York – Parigi.
Per quanto riguarda i campi magnetici naturali sappiamo che intervengono in innumerevoli equilibri e che determinano parecchi dei nostri problemi emergenti. Il campo magnetico terrestre ci protegge dalle particelle cariche dello spazio. Dagli anni ’40 abbiamo determinato uno stravolgimento del fondo ambientale delle frequenze: la densità di potenza del campo elettromagnetico del Pianeta è aumentato di 10 alla 18, ovvero miliardi di miliardi di volte.
Ogni settore di conoscenza misura e produce dati, ma il reale, o realistico effetto sulla vita biologica, lo scopriremo man mano sulla nostra pelle e sulla personale interpretazione di ciò che ci accade. Dovremo imparare a vivere sempre di più nelle incertezze e nella veloce trasformazione, con centratura ed elasticità, perché i tempi che ci aspettano richiedono la nostra vigilanza, partecipazione e apertura al non conosciuto.
Per ora l’entrata del 5G si è manifestata alla popolazione come una proposta commerciale di dimensioni planetarie completamente calata e imposta dall’alto. Ed è in sperimentazione anche il 6G. I tempi accelerano, anche per chi non se ne fosse accorto. Il futuro è adesso.
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