Seguici su:
La terminologia del mondo quantistico si è diffusa in maniera spesso fantasiosa e superficiale. Non potrebbe essere altrimenti data la difficoltà di accedere, anche per gli stessi scienziati, alla decodifica di fenomeni così complessi, oltretutto generando problemi di invasione di competenze all’interno delle stesse branche di conoscenza cioè degli stessi fisici.
A partire dai metodi di indagine il panorama è assai diversificato ed ampio: da quello strettamente matematico scientifico a quello della ricerca scientifica più empirica fino alle esperienze soggettive e personali in cui ognuno è diretto testimone di eventi.
Le ipotesi in campo sono affascinanti ma spesso molto poco trasferibili nella nostra esperienza quotidiana. Difficile coniugare linguaggi e concetti scientifici, empirici, metafisici, soggettivi e “fluttuanti” provenienti da ricercatori con atteggiamenti più o meno dottrinali o più o meno visionari.
La quantistica è abbondantemente applicata a livello industriale di massa, è alla base praticamente di tutta la nostra tecnologia moderna, dagli smartphone alle luci fluorescenti, dalle fotocamere digitali alle comunicazioni in fibra ottica.
Ma i sistemi viventi come vengono studiati? L’approccio scientifico ai sistemi biologici ha utilizzato quasi esclusivamente le stesse metodologie di indagine del non vivente, dell’inorganico.
Negli ultimi anni si sta diffondendo un nuovo paradigma di conoscenza e di studio che ha permesso di recuperare ciò che la scienza meccanicista aveva perso di vista, pur ottenendo enormi risultati. Così abbiamo potuto iniziare a studiare ad esempio le proprietà “emergenti” dei sistemi che si manifestano solo se si guarda all’insieme del sistema e non nell’osservazione dei singoli elementi separati.
Negli organismi viventi esistono meccanismi di auto-organizzazione, autoregolazione, adattamento fino all’auto-coscienza che non potendo essere investigati dalla scienza riduzionista sono spesso semplicemente assenti nella letteratura accademica. Così anche le relazioni esterne agli organismi possono essere studiate solo se interviene l’Ecologia o, ad esempio, la Sociologia.
Risulta quindi semplice capire come fenomeni quantistici come l’Entaglement (l’accoppiamento di due particelle dapprima in risonanza tra loro poi ampiamente separate che agiscono come parti di un singolo sistema cioè anche lontane anni luce continuano a dialogare simultaneamente come se fossero ancora una unità) possano ispirare ricerche nel campo “umano” delle relazioni tra le persone e sui meccanismi “informazionali” dei sistemi biologici oppure sull’attività della coscienza che non può essere considerata un semplice epifenomeno del cervello.
Non è un percorso di ricerca lineare, né prevedibile eppure l’innato senso della ricerca spinge l’essere umano talvolta a stare in frontiera dove ancora non si conosce ma si sperimenta, ci si confronta, si osa e alla fine necessariamente si attinge da altre discipline. La Filosofia, l’Antropologia, la Pedagogia e molte altre, quando trovano un linguaggio comune, possono creare strumenti di conoscenza nuovi, per una nuova Epistemologia (scienza della conoscenza).
E chi l’ha detto che anni di pratica di meditazione fatta con un rigoroso addestramento non possa cogliere aspetti che si avvicinano all’Entanglement? Solo chi fa questo tipo di percorso ne conosce gli effetti.
Quindi chi e come indagare il campo energetico detto “unificato”? Come “avvicinarsi” agli stati di coerenza di fase, nella dimensione ondulatoria della materia, dove possono avvenire continue comunicazioni? Quali nuovi strumenti stiamo inventando o creando per studiare questo livello della realtà?
In questi tempi di globalizzazione delle paure, di iper-condizionamento, di disorientamento può forse servire acquisire strumenti e conoscenze per gestirsi con maggior consapevolezza?
Il sistema immunitario è tanto più in equilibrio se comunica con gli altri sistemi e il tutto funziona se c’è un equilibrio psichico, ancora capace di discernere, di mantenere una centratura. Se invece velocemente riduciamo tutto alla paura per la sopravvivenza, che capacità di stare in relazione mettiamo in campo? Con che possibili effetti?
Da tempo non capitava di sperimentare la forte interconnessione che esiste tra le persone disintegrando concetti come confini e possibilità di separazione. Stiamo facendo esperienza anche della leggerezza dell’essere, della precarietà e della fragilità. In Oriente questi concetti sono campi di ricerca millenari finalizzati alla illuminazione, all’espansione della coscienza: in anni di pratiche si cerca di conquistare la capacità di vivere nell’impermanenza, nel flusso continuo delle trasformazioni senza irrigidirsi ma mantenendo centratura e presenza.
Ognuno quindi è tenuto a dare il proprio contributo, il proprio aiuto e in questa ottica chiedo al presidente dell’Istituto di Bioquantica Applicata che ha organizzato il convegno “Salute Coscienza e Relazione nell’era Post Quantistica”, dott. Valerio Sgalambro, quale sia lo scopo principale dell’Istituto e del convegno: «Venti anni fa, nel 1999, nasceva l’I.B.A.; è un istituto di divulgazione scientifica; diffondiamo ricerca di altri perché la ricerca costa troppo; facciamo corsi di sensibilizzazione, di approfondimento e convegni. Ci interessa l’aspetto pedagogico, educativo, degli stili di vita perché non rimanga solo in ambito di pochi scientifici. Conoscere meglio come funzioniamo, quindi aumentare la consapevolezza delle persone è il nostro obiettivo.
L’istituto è stato sede di tirocinio della Facoltà di Psicologia e Scienza dell’Educazione delle Università di Padova, Roma e Firenze nell’ambito della comunicazione e della scienze di frontiera. Ora siamo sede di tirocinio per l’Università privata Marconi, post universitaria di Psicologia.
Per cambiare la società bisogna cambiare l’educazione e le coscienze. Promuoviamo un percorso pedagogico emergente, reale e sostenibile con l’intento di riconciliazione tra la relazione d’aiuto del vecchio paradigma meccanicistico e le innovazioni delle nuove ricerche.
Il convegno è per tutti, per diffondere consapevolezza, per far vedere i progressi fatti, per divulgare che solo insieme, solo con intenti positivi, di pace, di integrazione possiamo costruire un mondo migliore. Per questo il primo giorno il convegno è gratuito e il secondo giorno chiediamo un rimborso spese per gli incontri esperienziali con i docenti provenienti dalle diverse Università.
Fondamentale per noi è il Principio di Responsabilità: se tutto è interconnesso e interrelato io non posso essere uno spettatore ma necessariamente condiziono, quindi ho la responsabilità. Le separazioni sono una delega ad altri.
Se separo la salute dalla personale volontà di salute, dalla capacità di progettarsi in salute eseguo un atto di deresponsabilizzazione, una cessione di potenzialità. I relatori al convegno sono soprattutto professori universitari delle Facoltà di Medicina e di Fisica; non è un caso che l’ambito della salute si spinga oltre i confini del già conosciuto per poter aumentare l’efficacia nelle relazioni di cura».
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento