31 Mar 2020

Tamara, la scollocata che consegna in bici le verdure dell’orto

Scritto da: Jessica Prati

Tamara lavorava in un grande supermercato: un impiego che non rispettava affatto la sua sensibilità e il suo stile di vita. Per questo motivo si è licenziata e ha iniziato ad aiutare i contadini locali consegnando i loro prodotti con una cargo bike. Oggi questo è diventato il suo lavoro!

Salva nei preferiti

Veneto - Avete mai visto per strada una tricicletta con una cassa di legno posta sulla parte anteriore, guidata da una donna? Normalmente si aggira tra le zone di Portogruaro, Fossalta e Concordia. Se vi è capitato non si trattava di una visione, ma di Tamara Marchese, che con il suo progetto Orti a pedali ha totalmente rivoluzionato la sua vita sia personalmente che professionalmente.

Fino a pochi anni fa Tamara lavorava in un ipermercato della grande distribuzione che dopo un quarto di secolo ha iniziato a dare segni di cedimento; piuttosto che aspettare la chiusura dell’attività e rimanere in balia di una situazione poco promettente e poco chiara, Tamara ha deciso di uscirne e lasciare definitivamente la grande distribuzione. Già prima di intraprendere la sua nuova attività, seguiva una serie di principi e di valori che la portavano a preferire la frutta e la verdura del contadino e in generale tutti i prodotti che si potevano trovare a km 0.

orti a pedali social

Lo starter vero e proprio dell’attività è nato un po’ casualmente: parlando con la Fattoria di Sara e Giulia, dalla quale Tamara si riforniva, le è stato proposto di consegnare dei prodotti nei pressi di Venezia. Aveva tempo, era senza lavoro, conosceva i fornitori e di conseguenza i prodotti che avrebbe consegnato. Perché non espandere il raggio di una fattoria a lei cara e non farne un’attività che si sposava con i suoi principi, i suoi valori e il suo stile di vita?

È iniziata così questa fantastica e indipendente avventura chiamata Orti a Pedali. Come prima cosa Tamara ha cercato la tricicletta, il suo segno distintivo per le consegne; il passaparola è stato il primo mezzo con il quale ha iniziato a farsi conoscere per creare poi il suo sito, nel quale potete trovare tutti i dettagli della sua attività.

Per riuscire a ottimizzare il suo servizio e coprire una fascia più estesa di territorio ha diviso le giornate di consegna per zone: il lunedì e il giovedì consegna frutta e verdura a Portogruaro e il mercoledì e venerdì Concordia, Sagittaria e Fossalta. Il sabato è la giornata dedicata alla consegna del pane (fatto al forno a legna con il lievito madre) e della pasta.

Le fattorie dalle quali si rifornisce usano la metodologia della lotta integrata, ovvero una coltivazione che mira a ridurre se non a eliminare l’uso di pesticidi chimici; per Tamara è importante sottolineare che quello che consegna è quello che mangia la sua famiglia, motivo per il quale tutti i prodotti sono freschi ed assolutamente certificati nel rispetto di una procedura di coltivazione il più sana ed ecosostenibile possibile.

orti a pedali 5

Ormai la sua attività è attiva da novembre e nel corso di questi mesi il suo giro di clienti è in costante aumento. Con sua piacevole sorpresa si sta accorgendo che c’è tantissima gente aperta e ricettiva rispetto a una scelta di vita diversa da quella che ci viene imposta e pubblicizzata: la differenza si può farla scegliendo più consapevolmente i prodotti che ogni giorno mettiamo sulla nostra tavola e nel nostro corpo.

Con il tempo il suo desiderio è ampliare l’offerta dei suoi prodotti ed estendere la consegna anche dei detergenti sfusi, prodotti naturalmente, per trasmettere chiaro e forte un messaggio che di questi tempi più che mai è necessario: «Vorrei che la persone comprendessero che si può vivere consumando meno, più consapevolmente: a Km 0 e impatto 0», dice.

È vero che per questo stile di vita ci vuole del tempo e un vero ricambio di abitudini. Ora il tempo ce l’abbiamo, anche solo per informarci, guardare altrove, cucinare, andare dal contadino e scegliere altro. Siamo obbligati ora ad avvicinarci a uno stile di vita che per molti è sconosciuto e quasi soffocante, eppure più lento, più rispettoso dei nostri tempi e dei nostri bisogni e sicuramente più ecosostenibile. Chissà cosa può succedere una volta che lo si sperimenta…

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Con il progetto “In viaggio da sola”, Diana Bancale esplora e racconta il mondo
Con il progetto “In viaggio da sola”, Diana Bancale esplora e racconta il mondo

Francesco Damiano: l’Indiana Jones Napoletano che “racconta le meraviglie della sua terra”
Francesco Damiano: l’Indiana Jones Napoletano che “racconta le meraviglie della sua terra”

Tra romanticismo e realtà, il cambio vita è una scelta complessa: la storia di Giulia Piazza
Tra romanticismo e realtà, il cambio vita è una scelta complessa: la storia di Giulia Piazza

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Com’è andata la COP16 biodiveristà di Cali fra flop, successi e disinteresse – #1013

|

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

|

La biodiversità arriva a scuola con il progetto “Azioni e voci per il clima”

|

Olio del Casale, l’azienda agricola che punta sul lavoro in rete

|

Abitare collaborativo: cosa significa e perché è importante

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

string(9) "nazionale"