La storia di Gianluca Pagella: da imprenditore ad aggiustatutto in bicicletta – Io Faccio Così #284
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Alessandria - Ci sono momenti nella vita in cui un singolo evento può cambiare tutto, rimescolando le carte in tavola e proponendoci una nuova partita. Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di Gianluca Pagella, che ci dà il benvenuto ad Alessandria, la sua città natale, colpendoci subito con la sua solarità e il carattere esplosivo. La sua storia è una di quelle che ti rimangono impresse perché riescono a sorprenderti e a emozionarti al tempo stesso. È una storia che parla di una rinascita e di un cambiamento nonostante le difficoltà della vita. Fino al 2014 Gianluca aveva lavorato come imprenditore per una grande azienda nel settore delle automobili ma a causa di un fallimento, è stato costretto a chiudere la sua attività.
È stato un duro colpo da affrontare, un boccone troppo amaro da ingoiare: prima il pignoramento della casa, poi la ricerca di un nuovo lavoro come operaio che presto giunge al termine, infine la crisi personale. Così Gianluca si ritrova a quarantott’anni disoccupato, senza possedere più nulla e con grandi difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro. Ma come tutte le più belle storie di rinascita, non si dà per vinto e capovolge la sua vita, reinventandosi in un nuovo mestiere: l’”aggiustatutto in bicicletta”.
«Mi sono ritrovato a quarantott’anni disoccupato. A quel punto mi sono chiesto: cosa voglio fare da grande? Non avevo molte idee» ci racconta con un sorriso, a fianco della sua inseparabile cargo bike. Così, grazie ai giusti consigli e un po’ di fantasia ricomincia la sua vita come “Gianaggiusta” spostandosi per le vie di Alessandria su due ruote effettuando piccoli lavori domestici e riparazioni a domicilio come nel caso di mensole, tapparelle, veneziane, rubinetti. All’interno della sua cargo bike custodisce i suoi preziosi attrezzi da lavoro e tutto il materiale necessario per spostarsi e lavorare in libertà da un luogo all’altro.
Un tuttofare, insomma, per ritornare a condividere i rapporti umani, il lavoro manuale, le piccole cose della vita. Proprio come ci racconta nel video, si tratta di una rinascita certamente difficile e faticosa ma fortemente trasformativa. «Ho scelto un lavoro che fosse onesto e mi permettesse di vivere degnamente, di lasciare indietro tutti quegli anni caratterizzati da una vita senza tempo, dove guadagnare e fare business era l’unico obiettivo.
Quando ho chiuso l’attività per il fallimento mi hanno pignorato tutto: case, capannoni, macchine, quasi anche la dignità. L’unica cosa che sono riuscito a conservare è stata la mia vecchia bicicletta, una peugeut verde che mi ero comprato in gioventù coi primi soldi guadagnati. Fortunatamente, non avendo la targa, non me l’hanno potuta portare via e così ho iniziato ad utilizzarla per muovermi, perchè non avevo nient’altro».
E riscoprendo l’immenso valore di una vecchia bicicletta, ciò che contraddistingue la nuova vita di Gianluca è la scelta di non usare più la macchina, vivendo in maniera totalmente ecologica. «Con la bici posso muovermi velocemente, non devo pagare il posteggio e posso arrivare facilmente in qualsiasi luogo». Ma il vero guadagno è avere tempo: per nuove relazioni umane e ritornare alla semplicità della vita. Come ci racconta Gianluca, «Nelle mie giornate lavorative mi capita di andare a casa delle persone e, dopo aver fatto le riparazioni, vengo invitato dai miei clienti a fare quattro chiacchiere e bere un caffè in compagnia».
Ora Gianluca è vicepresidente dell’associazione Fiab – Gliamicidellebici di Alessandria e, insieme a Momo, richiedente asilo e abile meccanico, ha costruito una ciclofficina popolare aperta a tutta la cittadinanza. «Ricominciando da zero ed entrando in una seconda parte della mia vita ho iniziato a fare volontariato, un impegno che non avevo mai preso in considerazione perchè troppo lontano dal mondo che mi ero creato».
All’interno della ciclofficina Gianluca dedica tempo ed energie mettendosi a disposizione degli altri: insegna a donne, uomini e giovani a sporcarsi le mani, riparare la propria bicicletta, sensibilizza all’utilizzo di mezzi alternativi all’auto e trasmette con passione il proprio saper fare.
Come ci confida, «La vita di prima non mi manca. E’ vero quando si dice che troppo denaro corrompe l’anima, perché si finisce per guardare il mondo da una sola e limitante prospettiva. Prima ero così assorbito dal mio lavoro che non avevo più spazio per il resto. E il caso vuole che, proprio nel periodo in cui ero disoccupato, ho incontrato la persona di cui mi sono innamorato e con la quale convivo da anni.
Il messaggio che posso mandare alle persone è che se siete in un momento difficile della vostra vita è importante che non perdiate mai il vostro amor proprio e il rispetto per voi stessi. Siete fermi e dovete partire da capo? Ognuno di noi ha un talento, andate a scavare in quello che siete voi e qualcosa sicuramente troverete. La bellezza di questa nuova vita è per me un ritorno alla lentezza, alla semplicità, ai rapporti umani. E tutto questo… grazie a un fallimento».
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