Socialità e servizi per tutti: anche a Matera arriva la portineria di quartiere
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Basilicata - Scambio di favori, cooperazione, solidarietà, creazione di legami comunitari. Sono questi i principi attorno a cui sorge l’idea della portineria di quartiere, un’iniziativa già sperimentata con successo a Milano dal gruppo di amiche che ha aperto la Portineria 14. Un nuovo esempio arriva da Matera ed è nato grazie all’intraprendenza dello staff di Casa Netural, che abbiamo interpellato per farci raccontare i dettagli del progetto.
Perché ritenete che Matera abbia bisogno di questo tipo di servizio?
La città di Matera, come tutte le altre comunità urbane, necessita di reti sociali che aiutino le persone a connettersi per fare in modo che chi ha bisogno di usufruire di servizi o semplicemente di sentirsi parte di una rete di contatti sociali, possa trovare quello di cui necessita senza andare troppo lontano e senza dover per forza spendere somme di denaro. L’idea della portineria, infatti, si basa sul mutuo aiuto e sulla cooperazione tra i cittadini, che mettono a disposizione il proprio tempo in favore di altre persone.
Come lo gestirete voi di Casa Netural?
La Portineria di Casa Netural si basa su tre tipi di servizi: l’apertura dello spazio per la comunità sulla base della disponibilità dei volontari su turni giornalieri, offrendo la propria compagnia per chiacchiere e confronto reciproco; la portineria prevede anche servizi gratuiti in portineria, come ritiro pacchi, custodia chiavi, piccolo mercato di oggetti, baby-sitting, consigli legali, counseling, bookcrossing; servizi a pagamento, offerti dalle persone che fanno parte della nostra rubrica di contatti, cioè coloro che intendono offrire la propria disponibilità a pagamento per svolgere servizi come passaggi in auto, spesa a domicilio, assistenza ad anziani, aiuto per pulizie in casa, manutenzioni varie, innaffiatura di piante, ecc. Infine, gestiamo un frigo solidale che raccoglie cibo donato, in eccedenza e non trasformato, cioè non cucinato. Ogni volta che qualcuno ha del cibo che avanza, può portarlo presso il frigo della portineria e noi pubblichiamo una foto nel nostro gruppo Facebook ‘La Portineria di Casa Netural’, in modo che chi ha bisogno può venire a prenderlo gratuitamente.
È previsto anche un piano per garantire la sostenibilità economica dell’iniziativa?
L’iniziativa si sostiene con i contributi volontari di chi fa parte della comunità di Casa Netural e di chi vuole donare del cibo per il frigo sociale. Per ora il nostro spazio è dotato di tutto quello che occorre ad una ‘classica portineria’, come una scrivania, delle bacheche per apporre avvisi e contatti, una bici da poter noleggiare per piccoli spostamenti e scaffali che raccolgono gli oggetti del mercato degli scambi.
Cosa cambierà per gli abitanti?
Di certo gli abitanti dei quartieri interessati dall’iniziativa, cioè San Pardo, Villa Longo, Spine Bianche e Quadrifoglio, avvertono che esiste un punto di riferimento a cui rivolgersi in caso di varie necessità del quotidiano, bisogno di informazioni o voglia di compagnia. Tantissime persone si sono aggiunte al gruppo Facebook dall’apertura, cioè dal 3 febbraio, e ci contattano per usufruire dei servizi gratuiti o per proporre iniziative. La gente si sta rivelando entusiasta, a dimostrazione del fatto che gli spazi sociali e di condivisione sono sempre apprezzati dalla comunità.
In che modo si può partecipare al progetto?
Da utenti basta venire a trovarci a Casa Netural, in via Galileo Galilei 1 a Matera, oppure per diventare volontari basta contattare il team della portineria tramite l’indirizzo email portineria@benetural.com.
Come si potrebbe fare per favorire il replicarsi di queste iniziative di socialità anche in altre città?
Sarebbe utile che le portinerie già attive nei territori nazionali si mettessero in rete, per esempio, per condividere esperienze e obiettivi comuni nell’ottica di creare reti di relazioni tra le persone e migliorare la vivibilità nelle nostre città. L’obiettivo principale, infatti, è quello di creare reti sociali che migliorino la qualità di vita degli abitanti.
Secondo la vostra esperienza, la gente è ricettiva nei confronti di progetti come questo o bisogna ancora lavorare tanto per riallacciare i legami sociali?
La nostra esperienza ci insegna tutti i giorni che le persone sono desiderose di trovare realtà associative che propongano occasioni di contatto sociale e di mutuo aiuto, per conoscersi, farsi compagnia ed aiutarsi nella risoluzione dei piccoli problemi della vita di tutti i giorni. Diremmo che basta lavorare bene per creare nuovi rapporti sociali.
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