Il libraio a domicilio, atti di resistenza nei giorni del coronavirus
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Torino - Colpita dall’effetto coronavirus l’economia mondiale cola a picco mostrando senza veli la sua scarsa resilienza. Intanto a livello locale e dal basso si diffondono piccoli grandi atti di resistenza alla paura e alla paralisi generata dal SARS-CoV-2.
In questa direzione e in soccorso alla cultura va l’iniziativa del “libraio a domicilio” lanciata da Mattia Garavaglia, giovane proprietario di una libreria indipendente di Torino che ha deciso di consegnare personalmente e in bici i libri a casa delle persone che per via dell’emergenza hanno notevolmente ridotto le uscite.
«Io utilizzo quotidianamente la bici per i miei spostamenti e a volte mi è capitato di recapitare a domicilio i libri ai clienti che me ne hanno fatto richiesta. In questa circostanza, con la libreria vuota e le persone che non si muovono da casa, mi sono detto: “Se nessuno viene da me a comprare i libri vado io a portarli a domicilio!”. Ho quindi invitato le persone a continuare a fare i loro ordini tramite i soliti canali rassicurandoli sul fatto che mi sarei occupato io della consegna, a bordo della mia bici gialla!», ci spiega Mattia, che con passione e intraprendenza porta avanti La libreria del Golem.
La risposta dei clienti alla sua proposta è stata molto positiva. «Anche grazie alla mia iniziativa le persone hanno compreso le difficoltà che i piccoli commercianti stanno vivendo in queste settimane e nei giorni scorsi hanno ripreso a frequentare la libreria».
La libreria del Golem è frequentata prevalentemente da una clientela giovanile, così come giovani sono molti degli editori indipendenti che propone, con cui Mattia ha spesso un rapporto diretto e che invita agli incontri che organizza nel negozio. «Adesso però hanno vietato le riunioni in libreria, gli spettacoli a teatro o al cinema… praticamente tutto ciò che riguarda la cultura è stato sospeso. Eppure la grande distribuzione non è stata toccata: i centri commerciali restano aperti mentre vengono impediti gli incontri nelle librerie, dove si ritrovano al massimo una ventina di persone», riflette Mattia.
«La mia compagna ha un locale dietro l’università e sta subendo profondamente la sospensione delle attività didattiche. Torino è una città abitata e frequentata da molti universitari e per questo ora si trova in profonda difficoltà. In generale la situazione ora è ferma, l’emergenza ha paralizzato un po’ tutti, ma bisogna cercare di reagire e trovare delle soluzioni nuove a questo momento, per non farci travolgere. La mia iniziativa va proprio in questa direzione».
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