27 Mar 2020

Eppur si muove! Anche se restiamo a casa, non siamo fermi

Scritto da: Redazione

Restiamo a casa, ma non stiamo fermi! Prendendo spunto dalle pionieristiche intuizioni di Galileo, Ilaria Canali, coordinatrice della Rete Nazionale Donne in Cammino, riflette sulle opportunità offerte dall'emergenza Covid-19.

Salva nei preferiti

Eppùr si muòve e si muoveva la terra, non il sole, come diceva Galileo in sostegno dell’eliocentrismo e segnando il passaggio più grande della storia dalla nostra comfort zone di esseri umani.

E come allora, oggi siamo di fronte a una sfida – non una guerra. La vera sfida è nella nostra testa, prima ancora che sul lato pratico e logistico. Siamo tutti invitati a mettere alla prova il nostro stile di vita, le nostre credenze e capire che non siamo noi il centro del mondo e dobbiamo applicare la teoria di Galileo al nostro rapporto con la Terra mettendo lei al centro e finalmente imparare a rispettarla.

restiamo a casa
Ilaria Canali, coordinatrice della Rete Nazionale Donne in Cammino

È una nuova rivoluzione copernicana quella che stiamo attraversando e siamo completamente e profondamente impreparati. Anche se a livello scientifico ci avevano avvertito, siamo sguarniti di un piano B e senza un altrove dove ipotizzare una fuga, senza protezione se non quella che possiamo trovare dentro le nostre mura domestiche, a casa.

Restiamo quindi lì, a casa, eppure non stiamo fermi. Siamo i pionieri di una nuova dimensione antropologica, sperimentatori di una libertà imprigionata, di una prigionia liberata, dell’unione di sentimenti opposti che ci rendono tutti bipolari con una alternanza di sentimenti in contrasto da equilibrare ogni giorno. Siamo agli arresti domiciliari perché scontiamo una pena gravissima: quella di non aver voluto comprendere per troppo tempo il nostro compito e la nostra missione sulla Terra.

Ora ci aiuta Galileo e il suo invito a guardare il cielo, ci aiuta la filosofia, la psicologia, l’ecologia, l’antropologia, l’arte, la scienza, la musica e scopriamo la interrelazione necessaria dei saperi e delle discipline, delle dimensioni del pensiero e dei sentimenti.

Stanno crescendo proposte formative ovunque sui canali social e questa reazione a mio avviso dipende principalmente da ciò che sottolineavo prima, ossia il sentirsi impreparati. È la formazione la nostra esigenza principale, lo studio, l’impegno, la disciplina. Lo studio è un antidoto all’ansia, alla paura del futuro. Un bel cambio di passo rispetto alla tendenza di moda prima del Coronavirus che demonizzava la competenza, il merito, l’autorevolezza.

Pensando al “dopo Coronavirus” è proprio questo fermento intellettuale che darà ossigeno alla democrazia, che mi fa sperare in un cambio di rotta e credere che non ritorneremo come prima. Torneremo meglio!

“Dietro ogni problema c’è un’opportunità”.
GALILEO GALILEI

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Silvia Calcavecchia: “È sbagliato definire una persona in base alla sua disabilità”
Silvia Calcavecchia: “È sbagliato definire una persona in base alla sua disabilità”

Un blog dal mondo del lavoro per fare informazione libera, indipendente e copyleft
Un blog dal mondo del lavoro per fare informazione libera, indipendente e copyleft

A Reggio Calabria arriva S-Info, il progetto europeo per l’informazione sostenibile
A Reggio Calabria arriva S-Info, il progetto europeo per l’informazione sostenibile

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(9) "nazionale"