Gli Amici dell’Asino: il trekking con gli asini sulla Via di Francesco
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«Rimaniamo quel format strano nato dodici anni fa, un modo per vivere trasversalmente questa tipologia di turismo escursionistico che si può fare nella valle dell’Arno. Ci piacerebbe allargare la cerchia di persone che vorrebbero lanciarsi in questa attività, perché spesso non riusciamo a soddisfare tutte le richieste che ci vengono fatte».
In questi giorni convulsi di limitazione ai movimenti e di inviti a rimanere a casa, fa un certo effetto rincontrare dopo alcuni anni (per telefono, naturalmente) Marta Signi, la fondatrice dell’Associazione “Gli Amici dell’Asino”, una rete escursionistica che in Casentino si occupa di progettare, proporre e realizzare trekking someggiati con asini, di durata e difficoltà variabili, per bambini, ragazzi ed adulti, chiedendole come stanno andando le cose.
«In questi anni abbiamo continuato l’attività a livello escursionistico con gli asini con ogni tipologia di pubblico, dagli adulti ai bambini, lavorando soprattutto su questo settore. Abbiamo proseguito fino a un mese fa, senza rallentamenti e con grande decisione. A livello strategico abbiamo cominciato a lavorare sulla via di pellegrinaggio che passa proprio davanti alla nostra sede vicino Stia: si tratta di una parte della Via di Francesco di collegamento tra Firenze e La Verna, inserendo come particolarità le nostre attività con gli asini insieme alle famiglie, declinandole al percorso e a ciò che rappresenta. Abbiamo inoltre lavorato e continuiamo a lavorare personalmente, insieme ad altre realtà, per il rafforzamento e per il riconoscimento del ruolo di questo cammino, ormai frequentato da turisti di tutto il mondo, grazie all’opera di divulgazione delle guide private che ne scrivono e che diffondono la bellezza di questo passaggio».
Chiedo se ci sono state delle attività particolari intraprese in questi anni. «Il nostro programma per la Primavera e l’Estate ha sempre avuto, come punto cardine, i trekking con gli asini. Di solito è un programma che da anni ha tantissima richiesta, ed avremmo avuto il pienone per questa Pasqua,ma siamo bloccati dalla situazione del nuovo coronavirus. Il programma prevedeva l’uscita di gruppo con gli asini e un picnic presso i castelli presenti nel territorio. Avevamo già cominciato a tastare la nuova stagione turistica, considerando che dall’anno scorso in avanti si è rinforzato molto, con i turisti, anche il “self-guide”, cioè la possibilità di prendere gli asini a noleggio e muoversi su alcuni percorsi prestabiliti e verificati prima da noi, e serviti da alcune strutture ricettive “amiche degli asini”, che manifestano la volontà di accettare gli animali anche per una notte.
Si è così costituita questa sorta di “Asinovia”, una rete in cui le persone si muovono autonomamente, prendendo gli asini a noleggio per riportarli poi in struttura o andando poi noi a recuperarli. abbiamo avuto tantissime richieste dall’estero per usufruire di questa possibilità di spostamento e di turismo».
Uno sguardo agli obiettivi prossimi, senza dimenticare il Coronavirus. «Naturalmente questa situazione ha messo in fase di stallo tutte le nostre attività, e siamo in osservazione degli eventi come tutte e tutti. Noi abbiamo già programmato di non avere più lavoro, da qui alla fine dell’estate: tutto quello che arriverà sarà così una conquista, ma non ci aspettiamo nulla. Navighiamo a vista, il nostro sguardo a livello strutturale è ormai verso il 2021.
Ma non vogliamo lasciarvi con un messaggio di abbattimento, bensì con uno di speranza: senza andare in deroga a nessuna normativa vigente, in attesa della fine del blocco degli spostamenti attiva, abbiamo messo in atto una forma di fruizione dell’asineria senza di noi e che diventi uno spazio di contatto tra i bambini, la famiglia e l’animale. La nostra asineria infatti non è un vero e proprio centro ippico: non ha strutture e nessun elemento architettonico che possa essere riferito ad un agriturismo. Le persone che ci cercano, quando vengono, trovano fruibili una serie di attività e molti aspetti dell’asineria possono oggi essere gestiti in autonomia.
Vorremmo lasciare una sorta di pomeriggio libero ai bambini, che possono venire su prenotazione, famiglia per famiglia a turni, per dare da mangiare agli asini, una sorta di merenda divisa per giorni e per diversi ingredienti, supervisionata da noi. Ma saranno poi i bambini a venire e a dare il cibo agli asini, noi non ci saremo fisicamente: daremo così la possibilità di venire e di donare un sorriso, offrendo la possibilità di svago per i bambini e le famiglie, lasciando loro la gestione dell’attività, ovviamente solo quando sarà finito il divieto di spostamento se non per comprovate necessità. Ci sembra un bel messaggio di speranza e per ripartire».
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