Cura, rispetto e un mulino a pietra: i cereali della Fattoria di Selvoli
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La Fattoria di Selvoli, a Poppi in Casentino, è un’azienda agricola nata dalla scelta dei suoi fondatori di volere fare un radicale cambiamento della propria vita. Andreas, per metà di origini tedesche, viveva e lavorava a Roma: costruiva acquari e faceva il sub quando poteva. Poi circa 25 anni fa decide di cambiare vita, cerca un terreno e insieme ai propri genitori acquista 30 ettari nel Casentino, in Toscana.
Ora insieme al figlio, Johannes, coltiva cereali antichi e moderni, grano duro e tenero, e farro. Grazie al mulino a pietra vende farine, integrali, semi-integrali e di tipo 1; da qualche tempo anche il pane.
L’azienda è nata per fare un’agricoltura alternativa a quella chimica. «Siamo certificati biologici ma questa etichetta può rappresentare molte tecniche diverse di coltivazione come la biodinamica, l’agricoltura naturale di Fukuoka, l’omeodinamica, etc. Non abbiamo la certificazione del biodinamico perché essendo piccoli ci rivolgiamo ad una nicchia e non esportiamo all’estero dove invece il marchio biodinamico è molto più richiesto».
L’azienda è piccola, produce 80 pani alla settimana anche grazie ad Arianna, nuova arrivata da Milano. Si vendono anche altri prodotti da forno e fra un po’ anche la pasta.
Andreas mi dice che per ora ha scelto di non avere gli animali. Completerebbero molto l’azienda, ma come inquadrarli? Non vuole animali da macello o da reddito, perché ciò non collima con il sentire di nessuno di loro. Stessa cosa per gli animali da latte: se l’animale gravido poi partorisce un maschio, deve andare al macello? No, non è percorribile. Andreas parla come se stesse ragionando tra sé e sé, con calma e ascolto profondo. Mi racconta che solo da pochi anni l’azienda è autonoma da supporti esterni, cioè è diventata sostenibile economicamente.
«L’onda dei grani antichi ha creato molta consapevolezza e richiesta. Poi noi usiamo la miscela o popolazione di grani teneri seminando insieme diverse varietà e riproduciamo da soli i nostri semi. Anche genetisti esperti consigliano questo tipo di semina e non la mono-varietà che è più facile da lavorare ma anche più fragile. Seminando la miscela si riproducono le piante più adatte. Negli anni poi avviene l’ibridazione naturale ed è la natura stessa che seleziona le piante migliori per quel contesto specifico».
Anche sulla gestione della cura del terreno e delle piante si è scelto metodi ecologici e armonizzanti. Grazie a diversi incontri con il ricercatore Enzo Nastati si sta adottando l’omeo-dinamica basata sui principi di Rudolf Steiner ma evoluta attraverso il potenziamento dei rimedi secondo il principio omeopatico.
Nastati ha creato questa tecnica per poter meglio affrontare le problematiche ambientali che peggiorano di anno in anno, primo fra tutti l’inquinamento. «Oggi un albero di frutta se non riceve una decina di trattamenti non arriva a dare i frutti. Qualche decina di anno fa non era così. Anche i cambiamenti climatici ci stanno mettendo di fronte a sfide che prima non esistevano. Da qui l’idea di potenziare i rimedi. Nella dinamizzazione non rimane più la sostanza ma la frequenza caratteristica di quella sostanza, il suo messaggio, veicolato ad esempio dall’acqua che è in grado di conservare quella memoria. Ogni essere vivente, dall’essere umano alla pianta è governato da queste informazioni e possiamo agire a questo livello. Da anni vediamo i risultati e ormai usiamo questi preparati anche in via preventiva, ad esempio se sappiamo che sta arrivando una gelata. Possiamo anche intervenire nel bagno seme cioè preparare il seme per avere piante più resistenti e numerose».
Andreas ha acquisito il ritmo e la fluidità della natura; osserva, elabora, prova e sperimenta. Senza forzature, prendendosi cura della terra dove abita e del cibo che diffonde. Infatti l’azienda è inserita nel sistema della Garanzia Partecipata del Bio-Distretto del Casentino, una comunità che sostiene il lavoro virtuoso dei piccoli produttori della propria zona.
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