21 Feb 2020

Coinquilini solidali: vivere insieme per aiutarsi a vicenda

Scritto da: Alessandra Profilio

Da un'idea dell'associazione Refugees Welcome, nata per promuovere la cultura dell'accoglienza e dell'ospitalità, è stato avviato a Torino “Coinquilini solidali”, un progetto che fa incontrare chi offre e chi cerca casa, sulla base dei bisogni e delle caratteristiche di entrambi. Una risposta alle esigenze abitative di una fascia variegata di persone che si trova a fare i conti con il tema “casa”.

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Torino - Madri single, padri separati, studenti e lavoratori part time. È pensando a loro che ha preso vita Coinquilini solidali, iniziativa finalizzata a promuovere la coabitazione tra persone che vivono in un momento di difficoltà e desiderano aiutarsi a vicenda. Il progetto è stato lanciato nella città metropolitana di Torino da Refugees Welcome, associazione nata per favorire l’accoglienza in famiglia di rifugiati.

«Sin dall’inizio abbiamo pensato che, sebbene i rifugiati rappresentassero il nostro primo target, ci sarebbe piaciuto nel tempo occuparci di altre persone in difficoltà abitative, sociali, relazionali ed economiche», ci spiega Fabiana Musicco, cofondatrice e direttrice di Refugees Welcome Italia.

coinquilini solidali refugees welcome

Il tema dell’abitare, infatti, non è legato soltanto ad una categoria particolare, come quella dei rifugiati, ma è un tema che negli ultimi anni in Italia riguarda un’intera fascia di persone: quella che dai servizi sociali viene chiamata “fascia grigia”, e cioè persone che non sono in carico ai servizi sociali in quanto non vivono uno stato di vulnerabilità molto alta ma che potrebbero diventare più fragili e, tra le varie problematiche che si trovano ad affrontare, c’è quella della casa.

«Interloquendo con i comuni e in particolare con quello di Torino – prosegue Fabiana Musicco – abbiamo saputo che stavano riflettendo sulla possibilità di prevedere delle coabitazioni temporanee tra alcune categorie di persone: persone con un mutuo a carico che hanno visto mutare la propria situazione reddituale, oppure proprietari di una casa desiderosi di aprire la propria abitazione a qualcuno che ne ha bisogno. Pensiamo anche a madri o padri separati, anziani rimasti vedovi».

Esistono molte persone che per motivi diversi – relazionali, economici, sociali – sono desiderose di condividere l’abitazione ma da soli hanno difficoltà a trovare dei coinquilini. Questa l’intuizione di Refugees Welcome che ha presentato alla Compagnia di San Paolo il progetto “Coinquilini Solidali”, avviato nel luglio scorso.

Il sistema è quello del cerco/offro. «Le persone sia che cerchino una stanza sia che vogliano offrire una camera nella propria abitazione possono iscriversi tramite il sito del progetto compilando un form – ci spiega Consuelo Romano, project manager di Coinquilini solidali a Torino – A seguito dell’iscrizione si viene contattati da una operatrice di Refugees Welcome che fa un primo colloquio telefonico per capire le motivazioni dell’iscrizione e in seguito fissa un appuntamento di persona con l’iscritto».

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«Pian piano che il progetto è andato avanti – prosegue Consuelo – ci siamo resi conto dell’importanza di avere uno spazio fisico in cui le persone potessero venire a trovarci per chiedere maggiori informazioni. Quindi tramite uno dei nostri partner, la cooperativa Orso, abbiamo aperto uno sportello informativo presso una loro sede. Siamo aperti tutti i lunedì mattina e le persone possono venire a trovarci anche senza prendere un appuntamento».

Da luglio ad ora si sono iscritte oltre cento persone e la maggior parte sono persone che cercano una sistemazione. È un gruppo molto eterogeneo: mamme con figli, rifugiati, studenti, lavoratori con contratti part time, persone che non hanno in questo momento reddito, famiglie con bambini e anziani che si sono iscritti non solo per una questione economica ma anche perché spinti dal desiderio di condividere gli spazi in un’ottica di mutuo aiuto.

«La prima convivenza è partita a gennaio tra due ragazze: una giovane dottoressa di Torino ed una ragazza albanese che ha un lavoro part time – ci racconta Consuelo – Prima le abbiamo incontrate e abbiamo valutato questo “match”. Si sono conosciute e piaciute ed è iniziata così la coabitazione. Adesso abbiamo fatto conoscere due mamme con figli e potrebbe iniziare un’altra convivenza. Per chi è solo o per le famiglie monoreddito è difficile accedere al mercato immobiliare privato».

coinquilini solidali 1

Per far funzionare un progetto basato sulla solidarietà come questo e, più in generale, per promuovere l’ospitalità ed una cultura dell’accoglienza, è fondamentale la fiducia. «Per questo sarebbe importante avvalersi delle relazioni già esistenti, dei rapporti di fiducia creati da altri. In tal senso è fondamentale per noi creare reti e lavorare con le associazioni sul territorio che già conoscono le persone in difficoltà», spiega Fabiana Musicco.

Anche in quest’ottica è stato organizzato per il 12 marzo un incontro tra Refugees Welcome ed altre realtà del territorio in cui verrà avviato un lavoro di coprogettazione. Al termine dell’evento verrà diffuso sul sito un report che spiegherà la strategia da attuare per far funzionare percorsi di convivenza come quelli avviati da Coinquilini Solidali.

«Crediamo che questo lavoro possa essere utile anche a livello nazionale – prosegue la direttrice di Refugees Welcome – Se ci sono amministrazioni che intendono confrontarsi con noi su questo progetto ne siamo felici. Con le adeguate risorse, è un’iniziativa replicabile in vari contesti e alcune realtà, come il comune di Padova e alcuni municipi di Roma, si sono già mostrate interessate».

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