Clima e sicurezza: ecco cosa dicono i militari
Seguici su:
Il Gruppo di Esperti del Consiglio Militare su Clima e Sicurezza (IMCCS) ha presentato l’edizione 2020 del consueto “Rapporto Mondiale su Clima e Sicurezza” alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, l’importante incontro annuale dei dirigenti del settore militare.
L’IMCCS è un gruppo che riunisce leader militari di lungo corso, esperti di sicurezza e istituzioni deputate alla difesa di tutto il mondo e ha l’obiettivo di anticipare, analizzare e indirizzare i rischi per la sicurezza legati al clima. Questa istituzione è stata fondata ed è coordinata dal Centro per il Clima e la Sicurezza, che a sua volta fa parte del Consiglio sui Rischi Strategici […].
Il rapporto è stato realizzato sfruttando il punto di vista privilegiato degli esperti militari e di sicurezza e fornisce una panoramica sui rischi correlati al cambiamento climatico, ma anche uno sguardo a come questi rischi possono essere gestiti. Raccomanda una sicurezza internazionale “a prova di clima”, a partire dalle infrastrutture, dalle istituzioni e dalle politiche, ma auspica anche una riduzione delle emissioni per evitare minacce alla sicurezza che possono essere da significative fino a catastrofiche. È uno studio unico nel suo genere.
Mentre abbiamo assistito a un progresso costante nelle ultime decadi – con le istituzioni militari e deputate alla sicurezza che hanno analizzato con sempre maggior attenzione i cambiamenti climatici e li hanno inseriti nelle loro valutazioni, nei piani e nelle politiche –, il “Rapporto Mondiale su Clima e Sicurezza” mostra che i rischi sono sempre più impellenti e bisogna fare di più per fronteggiarli.
Rischi-chiave: rischi significativi o molto gravi alla sicurezza globale nelle condizioni attuali
L’incertezza delle fonti idriche è un rischio per la sicurezza globale: l’insicurezza esacerbata dai cambiamenti climatici è già una causa significativa di instabilità e, secondo il 93% degli esperti di clima e sicurezza interpellati, entro il 2030 potrebbe arrivare a costituire una minaccia molto grave per la stabilità politica e militare mondiale. Tutte le regioni, non solo quelle fragili o povere, stanno fronteggiando problemi sempre maggiori legati al riscaldamento globale: anche se i paesi più deboli sono quelli che rischiano di subire le conseguenze più disastrose del clima che cambia, questa criticità non risparmia neanche le nazioni più avanzate. Per esempio, l’80% degli esperti intervistati ritiene che gli effetti dei cambiamenti climatici giocheranno un ruolo rispetto alle guerre in atto classificabile da significativo a molto rilevante per la sicurezza globale nei prossimi due decenni.
Le istituzioni militari sono sempre più preoccupate sui rischi legati al clima: come sottolineato dai 31 paesi che fanno parte dell’IMCCS, è in aumento il numero dei Governi e delle istituzioni militari che si preoccupano per il cambiamenti climatici e mettono in campo azioni incentrate sulle infrastrutture, sulle forze a disposizione, sulle politiche ambientali e sulla pianificazione di azioni militari.
La mitigazione del clima e gli sforzi verso l’adattamento e la resilienza sono sempre più urgenti per evitare le conseguenze del riscaldamento globale, anche se soluzioni come la geoingegneria, se non condotte correttamente, potrebbero presentare conseguenze negative per la sicurezza globale. Inoltre, l’insorgere di autoritarismi, l’inasprimento della competizione e le politiche governative stanno ostacolando le alleanze fra paesi finalizzate a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Opportunità-chiave: un percorso verso la cooperazione sulla sicurezza globale
Le istituzioni militari nazionali, continentali e internazionali di tutto il mondo dovrebbero attuare solide strategie di resilienza climatica, programmi e investimenti, rivolti specialmente verso le implicazioni riguardanti acqua e cibo e gli effetti sulla stabilità politica, su quella militare e sulle migrazioni.
Dovrebbero anche dimostrarsi capaci di fronteggiare i rischi legati al clima e di spingere i Governi ad attuare politiche di riduzione delle emissioni e investimenti finalizzati a contenere i disagi in termini di sicurezza. Le organizzazioni militari possono anche mostrare con azioni concrete come trarre vantaggio dalle significative opportunità offerte dalle fonti energetiche pulite e come fare dei passi avanti nella riduzione di tutti i gas serra, oltre al biossido di carbonio.
In cima alla lista delle priorità nell’ottica di prevenzione dei conflitti dovrebbe esserci l’assistenza ai paesi più deboli nell’attuazione di politiche di mitigazione non solo del clima, ma anche di altri effetti negativi che gravano sulle aree più povere del mondo.
La comunità internazionale dovrebbe mettere in piedi una struttura di previsione e prevenzione del rischio, dimostrando la capacità di anticipare gli impronosticabili rischi determinati dai cambiamenti climatici. Questo comprende assicurarsi che tutti i livelli della società civile e delle istituzioni siano pronti a fronteggiare i rischi per la sicurezza legati ai cambiamenti climatici. Le istituzioni deputate alla sicurezza di tutto il mondo dovrebbero unire le competenze sul clima con la preparazione militare, al fine di fronteggiare le minacce portate dalla crisi climatica. Per esempio, bisognerebbe includere nei programmi di addestramento e nell’educazione militare competenze sulla sicurezza climatica, che dovrebbe essere ampiamente trattata anche nei dibattiti e negli incontri riguardanti la sicurezza internazionale.
Articolo tratto da The World Climate and Security Report 2020.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento