Cinque amiche creano la stoviglioteca per rendere le feste a rifiuti zero
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Torino - Una vecchia favola racconta che un giorno, nella foresta, scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme gli animali scapparono terrorizzati cercando rifugio nelle acque del grande fiume. E mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque e, dopo aver preso una goccia con il becco la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo, per cercare di spegnere l’incendio. Il leone, incredulo, disse: «Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?» e il colibrì, senza fermarsi, replicò deciso: «Forse, ma intanto faccio la mia parte».
Ispirato dalla bella favola del colibrì che, dando il suo esempio, coinvolse tutti gli animali della foresta riuscendo a spegnere l’incendio divampante, nasce il progetto di cinque mamme, donne e amiche che si sono schierate in prima linea nella battaglia contro gli sprechi, dimostrando che insieme, a piccoli passi, si può arrivare lontano.
Si chiamano Elena, Maria Chiara, Tiziana, Barbara e Arianna e in Val Susa, nel comune di Buttigliera Alta, hanno dato vita a una stoviglioteca, una vera e propria “biblioteca delle stoviglie” per ridurre il consumo di plastica usa e getta, che viene messa a disposizione delle persone per organizzare piccole feste o eventi a basso impatto.
Come ci racconta Elena Bollati, cofondatrice del progetto, «Noi cinque siamo unite da una forte sensibilità, che condividiamo a livello ambientale. Siamo quasi tutte mamme di bimbi piccoli e durante le feste ci rendevamo conto del grande quantitativo di plastica che veniva accumulata per essere poi buttata nell’immondizia. Ci siamo quindi chieste in che modo potessimo limitare tutto questo spreco e abbiamo iniziato da una prima esperienza virtuosa, quella della stoviglioteca, creando il gruppo che abbiamo chiamato “Una buona idea”».
Le follie dell’obsolescenza programmata |
Una buona idea è infatti quella delle stoviglioteche che in tutt’Italia, come piccole gocce capaci di spegnere un incendio, si stanno sempre più diffondendo grazie a gruppi di cittadini intenzionati a promuovere buone pratiche e a stimolare nuove abitudini collettive, come testimoniato da “Piccole stoviglioteche crescono” il gruppo facebook che sta coinvolgendo sempre più esperienze nascenti facilitando lo scambio di informazioni, suggerimenti e consigli.
Come ci racconta Elena, «Il nostro servizio a Buttigliera Alta è totalmente autofinanziato. Io pratico molta autoproduzione e grazie a questa abbiamo organizzato due giornate per raccogliere i soldi per avviare il progetto. Con le offerte ricevute ci siamo procurate il materiale che è andato a costituire la nostra stoviglioteca, attualmente composta da una cinquantina di coperti che includono piatti, bicchieri, posate, caraffe, vassoi di varie dimensioni e insalatiere».
Si tratta di un progetto semplice ma efficace che non nasce a scopo di lucro ma piuttosto con un valore ambientale e sociale che ne fanno da pilastro. «Nel nostro caso chiediamo una cauzione più un euro simbolico a chi la utilizza, facendo in modo che ci venga restituita pulita e integra. I soldi guadagnati verranno poi reinvestiti per integrare il nostro materiale, per servire gruppi più numerosi o per mettere a disposizione più di un kit contemporaneamente».
Ma ogni stoviglioteca è unica nel suo genere e la grande varietà di esperienze in giro per l’Italia lo conferma. C’è chi la offre gratuitamente e chi chiede un piccolo affitto, c’è chi sceglie materiali in plastica rigida per una maggior praticità (come nel caso delle feste e dei compleanni per bambini) e chi sperimenta materiali diversi dalla plastica come vetro, acciaio e ceramica.
Come ci spiega Elena, «Per avviare una stoviglioteca è importante innanzitutto vagliare il tipo di destinatari che si vogliono coinvolgere: se sono bambini o adulti, se sono eventi grandi o piccoli, se si riesce a fare rete con le realtà presenti sul territorio. Noi ad esempio abbiamo scelto un kit in plastica rigida optando per stoviglie che possano essere alla portata di tutte le età, dalle feste dei bambini agli eventi delle associazioni alle ricorrenze».
Quello delle stoviglioteche è un esempio di come una buona pratica si possa diffondere intorno a noi stimolando nuove esperienze riproducibili e senza grandi investimenti iniziali, permettendo di evitare tonnellate di plastica.
«Ciò di cui abbiamo bisogno ora è ridurre, ridurre, ridurre. Ridurre la produzione a monte e diminuire i consumi, perché il riciclaggio non può e non deve essere l’unica soluzione. Il nostro obiettivo è far vedere che le cose possono cambiare anche nel piccolo, con la partecipazione di tutti. A pochi giorni dall’avvio del progetto siamo state contattate da diverse persone e realtà del nostro territorio e ciò ci riempie di speranza poiché, in questo modo, si viene a creare una sorta di comunità che genera, dal basso, nuove risorse da mettere a disposizione di tutti».
Così come ci dimostra il colibrì, protagonista della favola e simbolo di questo progetto, la più piccola goccia d’acqua può essere importante e insieme è possibile spegnere anche il più grande incendio.
Guida alle buone pratiche |
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