Tamera, l’ecovillaggio in Portogallo che sperimenta una Terra Nova
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Un centro educativo, olistico e nonviolento che si autodefinisce “biotopo di cura” e dove vivono e lavorano circa 170 persone. Stiamo parlando di Tamera, una delle più celebri comunità intenzionali europee, situata circa 170 km a sud di Lisbona, nella regione portoghese dell’Alentejo.
A descriverci la storia e le prospettive di questa “stazione di ricerca per una realistica utopia”, come si legge fra le informazioni della sua pagina Facebook, è Ethan Hirsch-Tauber, membro residente, che abbiamo incontrato nel corso del raduno degli ecovillaggi europei svoltosi dal 14 al 17 luglio scorso presso la Comune di Bagnaia, in Toscana.
Tamera fu fondata nel 1995 su iniziativa del sociologo e psicanalista Dieter Duhm, della teologa Sabine Lichtenfels e del fisico Rainer Ehrenpreis. Costoro lasciarono la loro professione nel 1978 per aprire, in Germania, un centro di ricerca interdisciplinare con l’obiettivo di affrontare i problemi ecologici e tecnologici dell’epoca. Quando i tre studiosi tedeschi si resero conto che la loro attività non avrebbe mai avuto successo se prima non si fosse focalizzata sulla complessità delle relazioni umane, decisero di mettersi in viaggio per cercare un luogo adatto alla realizzazione di un progetto comunitario nel quale iniziare una sperimentazione sociale coerente con i loro valori di riferimento.
Il terreno dove oggi sorge l’ecovillaggio, circa 135 ettari in quel momento aridi e desertici, rappresentò per loro qualcosa a metà tra una chiamata e una sfida. Il gruppo fondatore per prima cosa progettò un sistema per la conservazione dell’acqua che in breve tempo finì per modificare radicalmente il luogo, ripristinandone la biodiversità originaria. Fino a garantire, in pochi anni, una completa autosufficienza idrica alla comunità che nel frattempo si stava allargando.
Nel corso del successivo decennio, la sperimentazione ecologica e tecnologica di Tamera ha permesso l’implementazione di un paesaggio di conservazione per la cura della natura circostante, nonché un modello di autonomia regionale per l’energia e il cibo basato sulla permacultura e su sistemi rigenerativi.
La visione di Tamera si basa sulla creazione di “Terra Nova”, ciò che essi definiscono “un mondo oltre la guerra”, attraverso la costruzione di “biotopi di cura”, centri futuristici di ricerca nei quali sperimentare modelli per una nuova cultura planetaria basata sulla cooperazione e sulla fiducia. Per questo motivo i suoi membri sono impegnati a sostenere e promuovere progetti che condividano questa visione. Per questo motivo centinaia di partner, costruttori di eco-comunità e semplici individui alla ricerca di sé stessi provenienti da ogni parte del mondo visitano ogni anno quell’angolo di Portogallo per imparare dalla ormai quarantennale esperienza dei membri di Tamera e diffondere nei propri territori di provenienza la possibilità di una “realistica utopia” e di una strategia globale per la pace.
Una delle peculiarità più note di Tamera è il lavoro di ricerca e sperimentazione nel campo delle relazioni etiche e della sessualità. Dal momento che, fin dalle origini del progetto, l’intento era quello di sviluppare un modello di vita non violenta per la cooperazione tra esseri umani, animali e natura, divenne presto chiaro che l’amore doveva essere posto al centro di questo lavoro. Secondo questa visione, “la sessualità e le relazioni devono essere liberati dalla menzogna e dalla paura, poiché non può esserci pace finché c’è guerra nell’amore”. Non è dunque un caso che la comunità portoghese ospiti annualmente una serie di corsi teorici e pratici su questi temi e persino una “Global Love School”.
Attraverso la creazione e la diffusione di innovative strutture olistiche, etiche, spirituali, ecologiche, economiche e sessuali, Tamera vuole mostrare e dimostrare che le comunità decentralizzate e autonome possono emergere e prosperare nel mondo, generando cambiamento.
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