Non c’è giustizia sociale senza giustizia climatica: le voci dal Piemonte
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È passato quasi un anno da quella prima manifestazione che, in tutte le città di Italia, d’Europa e del mondo ha visto gli attivisti di Fridays for Future riappropriarsi delle piazze, continuando a trasformarle, ogni venerdì, in un palcoscenico che racconta la drammaticità della situazione climatica del pianeta.
E se è vero che nelle città piemontesi le problematiche causate dall’inquinamento, dal consumismo e dalla questione dei rifiuti vengono portate a galla quotidianamente dal movimento, è altrettanto vero che le notizie che stanno giungendo dal mondo intero non fanno che confermare i diversi effetti di un’emergenza ambientale disastrosa e disperata di cui siamo artefici e vittime.
Ce ne parla Stefano Millesimo, attivista del gruppo Fridays for Future Torino, nella video intervista pubblicata da Pressenza – International Press Agency e che vi riportiamo, per ripercorrere insieme i passi compiuti in questo 2019 e nuovi propositi per l’anno a venire.
«Noi vogliamo una giustizia climatica che significa giustizia sociale insieme al rispetto per l’ambiente e per il clima. Si tratta di due lotte e due percorsi molto vicini – racconta Tommaso – noi pensiamo che non possano esserci una giustizia sociale senza una giustizia climatica e viceversa».
Così come testimoniato da Tommaso, le voci dal Piemonte ci ricordano che la crisi riguarda tutti, indistintamente. Ce lo ricorda il gruppo Fridays for Future di Alessandria che sulla pagina facebook scrive a chiare lettere «il Piemonte soffoca», in riferimento allo smog e al livello di particolato PM10 che in diverse città della regione è ben al di sopra della soglia di sicurezza stabilita dall’OMS.
Ce lo ricorda il gruppo di Ivrea che, proprio in questi giorni, ha condiviso uno degli aspetti più critici della politica attuale, quale il totale disinteresse sulle questioni ambientali.
A partire da questa consapevolezza si è mosso il gruppo, dopo che, il 30 luglio 2019, il Consiglio Comunale della città si è rifiutato di approvare la mozione che dichiarava l’emergenza climatica, affermando che, come raccontano gli attivisti, «l’origine antropica del cambiamento climatico è una “congettura”».
Proprio per questo motivo, hanno riferito, «sono pochi i cittadini a esserne a conoscenza, ma noi non possiamo più accettare l’indifferenza dell’Amministrazione e per questo abbiamo scritto una lettera al Comune e creato una petizione per chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale. In questo modo, se il Consiglio non approverà nuovamente la mozione, questa volta ci preoccuperemo di rendere la cittadinanza consapevole della decisione, in quanto suo diritto». ⠀
E ancora, il gruppo di Asti ricorda che i disastri che stanno avvenendo in tutto il mondo testimoniano con chiarezza gli effetti di quelli che sono indubbiamente cambiamenti climatici. Dalle ondate di calore che battono ogni record come nel caso della Norvegia, dove sono stati sfiorati i venti gradi durante il periodo invernale, all’emergenza alluvioni in Indonesia, sommersa da piogge torrenziali e considerata la peggiore stagione monsonica ad aver colpito il territorio da più di un decennio, agli incendi in California, agli effetti drammatici in Australia che ci stanno sconvolgendo.
Ed è proprio da queste riflessioni che i movimenti Fridays for Future vogliono ripartire. Come racconta Tommaso Millesimo, per questo 2020 «vogliamo che le parole che vengono pronunciate dalla politica diventino fatti, che la crisi climatica venga affrontata nei giornali e sia in prima pagina tutto l’anno e vogliamo far sì che siano tutti consapevoli del fatto che ciò di cui c’è bisogno non è solo un cambiamento di clima ma bensì un cambiamento del sistema».
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