13 Gen 2020

Neuroscienze, filosofia, arte: presentato il libro “riflessioni sullo specchio”

In occasione delle "XVIII Giornate Geriatriche Novaresi" si è tenuto un convegno durante il quale è stato presentato lo scritto (a cura di Fortunato D'Amico) di Aldo Biolcati, Michelangelo Pistoletto e Nicola Simonetti. Gli autori del libro sono anche intervenuti in una video-intervista: vi proponiamo il filmato.

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Novara - «Il fil rouge del volume è lo specchio nelle sue multiformi sfaccettature, dal dibattito intorno ai “neuroni specchio”, attraverso lo “specchio” distorto della mente nel malato di Alzheimer, sino ai quadri specchianti dell’artista Michelangelo Pistoletto.

La volontà di collaborare e di mettersi in gioco da parte degli autori di questa impresa interdisciplinare ha reso possibile la realizzazione della conferenza dalla quale prende forma e contenuto l’opera»: è questa la sinossi che anticipa i contenuti di “Riflessioni sullo specchio – Neuroscienze, Filosofia, Arte“, libro edito da Aracne Editrice che, come si evince dal titolo, tratta e mette in relazione tre ambiti all’apparenza distanti tra loro. Un processo che si è ultimato grazie alle voci dei tre protagonisti del libro curato da Fortunato D’Amico, ovvero Aldo Biolcati, Michelangelo Pistoletto e Nicola Simonetti.

L’opera è stata presentata a Novara – come già avvenuto in altre occasioni – nell’ambito delle XVIII giornate geriatriche novaresi presso l’auditorium del Banca Popolare di Novara, in Via Negroni. In questo contesto, si è tenuto il convegno annuale – rivolto al personale ospedaliero, sanitario e agli studenti – organizzato dall’associazione AMA (Associazione Malati di Alzheimer) Onlus di Novara, di cui fa parte il professor Nicola Simonetti, che, come anticipato, ha presentato il saggio di cui è coautore. I tre relatori della presentazione – D’Amico, Pistoletto e Simonetti – sono intervenuti ai microfoni di cittadinovara.com: vi proponiamo la video-intervista pubblicata sul canale YouTube di Nicola Simonetti.

«Il mio lavoro come artista – ha affermato nell’intervista il maestro biellese – inizia con la ricerca della mia identità. Chi sono io? Perché esisto? Questa ricerca mi ha portato all’autoritratto, ossia l’unica sicurezza che ho di vedermi. Quindi, per realizzare l’autoritratto ho bisogno di uno specchio. Ma come mi riproduco passando dallo specchio alla tela? Con una mia decisione di come interpretarmi? Oppure voglio scoprire veramente chi sono e qual è la mia identità? In questo caso, io non posso decidere chi sono, ma devo scoprire chi sono, perché sono, dove sono e con chi sono. Nello specchio ho trovato pian piano la risposta a tutto questo, perché è la raffigurazione di tutto ciò che esiste senza esclusione. Tutto si ripropone nello specchio.

Esistono, infatti, due elementi fondamentali: lo specchio, che è l’idea e la virtualità dell’esistente, e l’esistente stesso che per conoscersi ha bisogno di specchiarsi. Duplicità, virtualità e realtà fisica si combinano nel simbolo trinamico, dove da una parte troviamo lo specchio, dall’altra la realtà e in mezzo c’è il risultato, un terzo elemento, che è la combinazione dei due fenomeni. Quindi 1+1=3. Questo terzo elemento è la creazione continua, che avviene sempre. Quando si parla di Alzheimer – ha concluso l’artista – abbiamo una conferma in negativo di questa trinamica: se viene a mancare la congiunzione tra gli elementi differenti – che sono quelli che compongono ogni effetto del vivere – si crea al centro un vuoto e il ‘numero 3’ non viene fuori».

Articolo tratto da: Journal Cittadellarte

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