A lezione di Felicità: tre consigli concreti e possibili per il nuovo anno
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E se il regalo da fare a se stessi per il Nuovo Anno fosse la Felicità? Ebbene sì la Felicità, non intesa come utopia o moda, ma come concreta e possibile, quella che secondo la scienza (per una percentuale pari al 40%) si può imparare e allenare come un muscolo, nel caso specifico investendo il proprio tempo e la propria energia in primo luogo sull’Essere, per poi ottenere il Fare e l’Avere. Uno stato fondato sull’auto-consapevolezza, a cominciare dai propri bisogni, valori e talenti, che non garantisce la costanza ma permette di gestire al meglio anche le emozioni più difficili.
È questo quanto propone Sandro Formica, docente di fama internazionale, esperto di Scienza della Felicità, secondo un modello di training e cambiamento unico e validato scientificamente denominato Scienza del Sé, da lui sperimentato in prima persona. Egli stesso, dopo aver raggiunto a 37 anni un dottorato in business negli Stati Uniti, con una specializzazione in ospitalità e turismo, ha preso consapevolezza di vivere un’esistenza non sua, piuttosto di aver scelto quella strada per eguagliare i traguardi del padre, agli occhi di sua madre, e ha cominciato a crearsi la sua Felicità. Oggi vive in allineamento con il suo proposito di vita: integrare la Scienza del Sé presso le organizzazioni, le agenzie educative e le istituzioni pubbliche.
«Se, come rilevato dall’Università statunitense di Scranton solo l’8% delle persone realizza i buoni propositi espressi all’inizio del Nuovo Anno, è ora di cambiare finalmente il paradigma e cominciare a lavorare sull’intangibile, ma in maniera concreta e pratica, per ottenere il tangibile – dichiara Formica – Una volta settato l’Essere, il Fare e l’Avere vengono di conseguenza. Bisogni, valori, talenti e competenze, convinzioni, intelligenza emotiva, comunicazione empatica, proposito di vita, creatività e immaginazione, piano di vita: sono questi i 9 pilastri attraverso cui possiamo realizzare la versione più autentica di noi stessi».
Ecco i suoi 3 consigli verso l’auto-consapevolezza e la Felicità, da tenersi in step successivi:
1. Capire i propri bisogni e regalarsi la loro soddisfazione
Ciascuno dei comportamenti umani è volto alla soddisfazione di uno o più bisogni, che sono universali e comuni a ciascun individuo. Alla base di un’emozione negativa c’è sempre un bisogno insoddisfatto. Comprendere il loro linguaggio aiuta a vivere una vita più consapevole ed appagante. Ciò che si conosce ancor oggi su di essi è il frutto del lavoro di Abraham Maslow e della sua “Gerarchia dei Bisogni”, rappresentabile secondo una piramide che si compone di cinque livelli: Fisiologico, Sicurezza, Amore ed Appartenenza, Stima ed Autorealizzazione.
Il compito da svolgere è quello di cominciare a capire quali siano i propri bisogni principali, nella vita privata e nel lavoro, intraprendendo poi un percorso per soddisfarli. Si consiglia di tenere un diario giornaliero in cui ogni sera annotare la lista dei bisogni soddisfatti e di quelli non, individuando in questo caso il perché. In genere ciò avviene perché la loro soddisfazione viene affidata, spesso inconsapevolmente, a certe persone e non ad altre. Il suggerimento è quindi di avviare un dialogo con una o più di esse cercando di capire reciprocamente i bisogni che ciascuno ha delegato all’altro, in che percentuale vengano soddisfatti e stabilire i comportamenti per la piena vicendevole soddisfazione.
2. Non tradire i propri valori
I valori sono le stelle polari che guidano la propria esistenza, riconoscerli e viverli, sia nella vita professionale sia nella vita privata, ha un impatto significativo sulla capacità di prendere decisioni, soprattutto permettendo di trovare il coraggio per affrontare quelle più difficili, e sulla coerenza, allineando i propri valori alle proprie azioni.
Il compito da svolgere è quello di scoprire quali siano i propri tre valori principali. Si consiglia poi di tenere un diario giornaliero in cui ogni sera annotare quanto fatto durante la giornata ad essi perfettamente allineato e quanto no, spiegando il perché. Il suggerimento è quindi quello di praticare un’ora al giorno di azioni allineate ai propri valori, annotando come ci si sente.
3. Coltivare i propri talenti
Tutti sono nati con talenti o “doni naturali”, di cui si è completamente consapevoli nei primi anni di vita, quando il proprio istinto e percezione del mondo sono più importanti di quelli degli altri. Scoprirli o ri-scoprirli è non solo un atto di responsabilità verso se stessi e il mondo, in modo da vivere un’esistenza piena e ricca di significato e contribuire al progresso di tutti, ma anche di piacere. Che cosa sarebbe successo se persone come Mozart o Steve Jobs non avessero condiviso i propri talenti con il mondo?
Il compito da svolgere è quello di identificare i propri tre talenti principali e capire se e come vengano coltivati, nella vita privata e nel lavoro. Per scoprire i propri talenti si può ad esempio ricordare i motivi per cui si viene chiamati da amici, familiari, conoscenti. Il consiglio è poi quello di dedicare mezza giornata alla settimana, magari nel weekend, coltivando e condividendo i propri talenti con gli altri.
Tra gli innumerevoli articoli accademici che accreditano ciascuno dei 9 pilastri della Scienza del Sé da citare la famosa Harvard Business Review (2018), sul valore stesso dell’autoconsapevolezza, per cui imparare a conoscere sé stessi sin da bambini è fondamentale per la leadership, mentre quella basata unicamente sulla logica acquisita attraverso MBA è spesso insufficiente. Un’altra caratteristica sine qua non dei leader, secondo la stessa autorevole rivista (2004), è l’intelligenza emotiva. Ad affermarlo David Goleman, colui che per primo nel 1995 nel libro omonimo formulò questa abilità, data da un mix di autoconsapevolezza – qualità che si riconferma al primo posto – auto-determinazione, motivazione, empatia e abilità sociali.
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