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Campania - “Per noi guarire non è solo prescrivere medicine e terapie ma lavorare insieme condividendo tutto in uno spirito di gioia e cooperazione”
Patch Adams
Allo studio medico Humanitas di Frattamaggiore, tre medici hanno deciso di coinvolgere l’intera comunità con uno spirito nuovo, di aiuto e collaborazione reciproca in favore di chi è talmente in difficoltà da non poter accedere alle cure mediche e ai medicinali.
Francesco del Prete, Luigi del Prete e Luigi Costanzo hanno scritto ai loro assistiti, iniziando un’accorata lettera con queste parole: “Un fondo di com – unione per ricominciare ad essere umani riscoprendo il senso di comunità”. Hanno quindi messo al corrente i pazienti che tra di loro vi sono persone con gravi difficoltà economiche e che è arrivato il momento di fare qualcosa tutti insieme. Abbiamo incontrato il dott. Luigi Costanzo, ecco cosa ci ha raccontato.
«Quando sei medico di famiglia il rapporto che si crea con i pazienti è qualcosa che va al di la della visita e della prescrizione di cure e medicinali. Andando a casa delle persone, si crea un legame confidenziale, alcuni sono miei pazienti da moltissimi anni e so molto bene cosa si cela dietro al continuo rimandare di visite specialistiche da noi prescritte, un vero disagio economico e sociale.
Purtroppo la situazione sanitaria attuale non aiuta, ci troviamo a fare i conti ogni tre mesi circa con la cosiddetta sanità sospesa, ovvero i fondi destinati alle prestazioni mediche che terminano e i pazienti che non possono permettersi una visita privata semplicemente rimandano o aspettando».
Il dottor Costanzo fa riferimento ad anziani, disoccupati, pazienti oncologici, ammalati cronici ma anche a persone straniere senza documenti in regola con problemi di salute o infortuni che si trovano in gravi difficoltà.
«Abbiamo quindi deciso di fare qualcosa di concreto – racconta – ci siamo rivolti ai nostri pazienti scrivendo loro una lettera e invitandoli a prenderci cura uno dell’altro, spronandoli a non voltarsi dall’altra parte ma a diventare una vera comunità. Anziché richiedere il pagamento previsto per le nostre prestazioni domiciliari, abbiamo dato la possibilità a chi è in difficoltà di non pagare nulla e di contro, abbiamo chiesto un contributo volontario a chiunque volesse “aiutarci ad aiutare”».
Grazie alla generosità dei pazienti che si sono attivati fin da subito, ognuno come ha potuto, è stata creata così una cassa comune, o il “ticket sospeso”. Il risultato è stato incredibile e in due anni sono riusciti a coprire il costo di 4500 prestazioni e l’iniziativa sta continuando con dei risultati inizialmente inaspettata da chi l’ha promossa.
«Le persone che vengono aiutate sono protette dall’anonimato e se vogliono, anche loro possono fare qualcosa. Abbiamo pensato che non volevamo che si sentissero in debito per nessuna ragione e così dopo il ticket sospeso, abbiamo creato il ticket due punto zero oppure cassa del tempo».
Il dottor Costanzo ci spiega dunque come funziona. «Io ricevo una prestazione medica gratuita che non avrei potuto pagare e in cambio, sempre se desidero, dono un po’ del mio tempo a qualcun altro. Così facendo non mi sento in debito e do il mio contributo. Le modalità sono le più svariate: portare le medicine a persone anziane o donare anche solo un po’ di compagnia».
I risultati non sono tardati ad arrivare e ogni mese sulla pagina Facebook viene condiviso il risultato delle entrate e delle uscite, mostrando cosa è stato possibile fare grazie all’aiuto di tutti.
«Per una volta la parola “contagioso” ci fa sorridere perché è proprio quello che è avvenuto. Le persone sono state “contagiate” dal fare qualcosa di bello per gli altri creando un circolo virtuoso dove si riscopre il vero senso di comunità e di aiuto reciproco».
Il ticket sospeso si aggiunge a una lista di “sospesi” a favore di chi ne ha bisogno che stanno prendendo forme sempre più svariate.
Il caffè sospeso, partito da Napoli prevede che venga lasciato un caffè pagato a una persona bisognosa che arriva dopo di noi e questa pratica si è diffusa in tutta Italia. Dopo il caffè la pizza sospesa: nel rione Sanità di Napoli nel 2019 ne sono state donate quasi 500. A Milano è arrivato il “panettone sospeso”, ma anche “carrelli della spesa virtuali” da riempire e donare alla Caritas e su Just Eat si può lasciare un pasto pagato per qualcun altro.
Avevamo già parlato dei frigo della solidarietà per aiutare i bisognosi e per combattere gli sprechi alimentari che si stanno diffondendo ovunque. Troviamo poi le sciarpe “sospese” legate agli alberi a Bologna e un giornalaio a Perugia, di origini napoletane, che nella sua edicola la domenica mette questo cartello “Qui un quotidiano sospeso. Offerto a chi non può o non vuole. Perché chi legge vale per due”.
Ricordiamoci che fare una buona azione rilascia endorfine, le quali producono una piacevole sensazione positiva. In questo caso fare del bene giova oltre alla nostra salute, anche a quella degli altri.
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