Federico Pelliccioli, l’agricoltore che produce birra locale
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Biella - Una birra biellese al 100%, realizzata in ambito agricolo seguendo autonomamente tutta la produzione, dal seme alla bottiglia: basta questa anticipazione a offrire un quadro del prodotto d’eccellenza dell’Azienda Agricola Lavino Zona, realtà che si divide tra Trivero – dove vengono recuperate antiche varietà di mela poi utilizzate per alcune tipologie di birra – e Cossato, dove hanno sede il birrificio e i terreni di cereali.
Nel dietro le quinte dell’attività figura Federico Pelliccioli, ragazzo che ha continuato e dato nuova forma all’azienda di famiglia: dopo aver conseguito un diploma alberghiero e aver intrapreso una strada lavorativa differente, nel 2013 è tornato sui suoi passi riprendendo a operare nell’azienda di famiglia.
Tre anni fa è arrivata la svolta, con l’inizio dell’avventura che ha portato alla “nascita” sua bevanda alcolica: «L’azienda, che prima era specializzata nel latte, era ferma da circa 15 anni. Mi sono trovato – ha spiegato – di fronte a una pagina bianca, che ho scelto di scrivere con la produzione di birra».
Il prodotto, come accennato, è frutto di un processo interno che prevede l’utilizzo dei suoi cereali, maltazione interna compresa (che serve a convertire gli amidi in zuccheri nell’orzo per poter poi essere fermentati). «Molti birrifici in regime agricolo – sottolinea Federico – si appoggiano ad altri per fare la maltazione, ma così l’orzo non è “interno”. Io, invece, seguendo tutta la produzione, riesco a garantire la genuinità utilizzando anche tecniche originali che preservano e rendono unico e più corposo il gusto della birra; tutto al contrario delle realtà industriali, che tendono a usare processi di “comodo” creando un prodotto standard».
Da Lavino Zona si possono acquistare birre chiare ad alta fermentazione di puro malto d’orzo, ma in alcuni periodi dell’anno produce versioni speciali utilizzando frutta, spezie e aromi naturali. «A breve – annuncia Federico – proporrò la birra con pesche, pere e mele (tutta frutta di mia produzione)».
Per quanto concerne la gradazione, il produttore ha un parere chiaro: «Naturalmente – argomenta – non si può fare meno dell’alcol, è un derivato della fermentazione. Ma non si deve eccedere non solo perché non è sano, ma perché è necessario un giusto bilanciamento dello stesso (un consumo responsabile di alcol non crea problemi). I miei prodotti, ad esempio, hanno una gradazione che non va mai oltre i 5 gradi».
Quali sono quindi i segreti per riconoscere una buona birra? «A mio avviso – risponde – dev’essere profumata, senza eccedere nell’amaro, nell’acidità e nella gradazione. Nella produzione, inoltre, non bisogna filtrare o pastorizzare ed è necessario attendere i tempi naturali di maturazione».
Federico Pelliccioli conclude rivolgendo un pensiero a Let Eat Bi: «Credo – afferma – che il cibo sia una delle prime medicine e qui al mercatino di Cittadellarte si trovano tanti produttori che vendono le specialità sane del territorio. In generale, non per forza locale è sinonimo di genuinità, ma in questo punto vendita tutte le attività permettono ai clienti di scoprire da vicino le proprie peculiarità. Il mercatino Let Eat Bi è ben gestito e promuove le filiere corte e l’economia locale; tra noi produttori, inoltre, si è creato un bellissimo rapporto. Per i Biellesi credo sia un punto di riferimento in centro città per i prodotti sani e di qualità».
Articolo tratto da: Journal Cittadellarte
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