Cascina Angiolina: tra mele e riso si valorizza la biodiversità locale
Seguici su:
Vercelli - Cascina Angiolina è situata a Buronzo, nella piana dell’alto vercellese, presso il podere Cascina Bicocca. L’azienda agricola appartiene a Marco Ducco, che, insieme alla moglie Mariarosa Cappa, ha dato il via all’attività nel 2014, dopo un trascorso lavorativo in ambito edile.
«Abbiamo iniziato – esordisce Mariarosa Cappa – con le mele, quasi per hobby, mettendone giù circa cinquecento piante. I risultati si sono rivelati positivi e così, dal 2014, ne abbiamo piantate oltre tremila». Il meleto, ubicato a Roasio, è diviso in quattro settori in base alle quattro tipologie di mele coltivate. Sono stati piantati meli resistenti alla ticchiolatura che possono essere più facilmente coltivati seguendo il metodo biologico, usando in prevalenza zolfo e rame come trattamenti.
Le varietà coltivate sono le seguenti: Gold Rush, una mela gialla con una buccia ruvida a “macchioline”; Dalinette, una qualità rossa croccante e dall’aroma intenso; Opal, un’altra gialla, dolce e croccante che ha la particolarità di non scurirsi; Crimson Crisp, una mela rossa brillante e succosa. La loro frutta non è ancora certificata biologica soltanto perché sono necessari i cosiddetti “anni di conversione” per ultimare l’iter che dia la certificazione richiesta (dovrebbe essere confermata a luglio 2020).
Tre anni fa è stato poi scritto un capitolo importante per la Cascina Angiolina: «Nel 2016 – continua Mariarosa – abbiamo deciso di iniziare a mettere sui terreni di famiglia il riso: come per le mele, siamo partiti fin da subito con l’obiettivo di coltivarlo biologico, che è stato riconosciuto tale nel 2018, dopo due anni dal primo raccolto. Il bio è stata una scelta di consapevolezza per il futuro delle terre, non si può continuare ad inquinarle; noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di fare qualcosa per la natura non usando nessun tipo di prodotto di sintesi».
Come specificato nel sito web dell’azienda, infatti, le risaie si trovano in una posizione favorevole per utilizzare il metodo di coltivazione biologica e questo ha permesso fin dall’inizio di produrre in modo sostenibile e senza l’uso di prodotti chimici. Utilizzando la rotazione e l’avvicendamento delle colture, i sovesci per contenere le infestanti e la semina di leguminose, i terreni vengono arricchiti con le sostanze nutritive indispensabili per far prosperare i raccolti.
Per quanto concerne le varietà di riso, in questi anni sono stati prodotti il Carnaroli, il Sant’Andrea, il Cammeo (Baldo) e il Gladio, che sono acquistabili al Mercatino Let Eat Bi di Cittadellarte a Biella, dove si possono trovare anche nove tipi di risotti pronti. A breve, inoltre, arriveranno dei sottoprodotti derivanti dalle mele. «Ringraziamo Armona Pistoletto – prosegue – per la possibilità che ci ha dato di vendere al punto vendita di Cittadellarte. Credo che il mercatino settimanale sia un’ottima iniziativa che permette a piccole realtà come la nostra di promuovere prodotti sani e locali».
Mariarosa conclude con un pensiero rivolto al passato: «Le nostre terre sono il frutto di anni di sacrifici delle generazioni che ci hanno preceduto, che hanno lasciato il proprio paese e sono emigrate all’estero, ma senza aver mai dimenticato le proprie origini. La terra che oggi coltiviamo è l’eredità che abbiamo ricevuto e rappresenta il legame indissolubile con la nostra famiglia, ma dobbiamo preservarla al meglio per poterla lasciare, un giorno, ai nostri figli».
Tratto da: Journal Cittadellarte
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento