La storia di Patrizia: gli imprevisti che cambiano la vita
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Patrizia
Comincio parlando di una delle mie più grandi muse, guide, compagne, amiche: Patrizia Millina. Partiamo da 20 anni fa, quando ancora Patrizia era appena diventata responsabile amministrativa dell’azienda pubblica di igiene urbana di Bologna. Era quasi all’apice della sua carriera, mancava giusto l’ultimo scatto per poter arrivare alla vetta. Senza rendersene conto andava avanti, inserita in quel pilota automatico che le diceva solo: “lavoro, lavoro, lavoro e ancora lavoro”.
Correva, lavorava, a volte mangiava, era 52 kili per un 1 metro e 73 di altezza, sciupata e stanca. Non aveva tempo per se stessa, per suo marito, per le relazioni amicali e famigliari, per i suoi hobby, per mangiare, in sostanza per vivere; lei andava avanti, veloce, velocissima e molto determinata, portava avanti un incarico che non aveva scelto ma che aveva accettato per quel famigerato senso del dovere interiorizzato da anni di educazione famigliare, finché un giorno, per fortuna, la vita decise di fermarla.
UN COMPAGNO COME MAESTRO
La prima tappa della trasformazione
La persona che maggiormente l’ha educata, ispirata e accompagnata nel suo percorso di vita è l’amore della sua vita, suo marito Roberto, un uomo con valori umani molto importanti e molto profondi; l’ha accompagnata con il suo semplice, mite e onesto essere nel diventare la donna che è oggi.
Proprio attraverso suo marito ricevette il primo e decisivo “schiaffo” per quello che allora inconsapevolmente si sarebbe rivelato l’inizio della sua grande trasformazione.
Un giorno come tanti altri arrivò a casa disfatta dal lavoro, suo marito la guardò e le disse:” Non sono più innamorato di te, mi sono innamorato di un’altra donna e ti voglio lasciare”. Patrizia scossa, trafitta si trovò di fronte ad un grande, inaspettato imprevisto. Inizialmente trovò rifugio nella scrittura, che le permise di fermare l’evanescenza del vissuto, di tradurre in parole emozioni, pensieri, si concesse il tempo di riflettere e comprendere.
Si rese conto di avere una straordinaria e ampia capacità di analisi, che le permise di osservare il problema in un modo diverso, più sfaccettato, più profondo. Una domanda in particolare catturò la sua attenzione: “Perché Roberto me l’ha confessato? Perché mi sta dicendo tutto questo, avrebbe potuto continuare a fare quello che voleva, senza che mi rendessi conto di niente”.
Decise comunque di separarsi da suo marito, cambiò casa e nello stesso istante in cui si allontanarono, entrambi sentirono di voler riprendere in mano le redini di un rapporto dimenticato.
L’assenza fisica di Patrizia portò il marito a comprendere che il tradimento era dato dalla mancanza della donna che aveva scelto come compagna, che si stava annullando in toto: come moglie, come compagna, come donna, come essere umano. Fino a quel momento fu impossibile per lei rendersi conto di come stava vivendo, di quanto si fosse allontanata da se stessa e da ciò che avrebbe davvero voluto dalla sua vita.
Una volta superato il dolore del tradimento, ripresero a frequentarsi, suo marito ricominciò a corteggiarla come ai buoni vecchi tempi e Patrizia decise di fermare l’avanzamento di una carriera professionale che non desiderava davvero, si rese conto che oltre al lavoro, c’era anche una cosa chiamata VITA che stava lasciando indietro da tanto, troppo tempo.
ESSERE MADRE
Un nuovo modo di comunicare
Così grazie a tanta volontà, tanto amore e una immaginabile reciproca comprensione Patrizia e Roberto riescono a ritrovarsi tanto da dare alla luce Andrea, il loro primo e unico figlio. La gravidanza muove in lei tanti e grandi pensieri su come avrebbe voluto educare suo figlio, cosa gli avrebbe voluto insegnare, quali paletti porre e quali pietre miliari voler posare, in sostanza, attorno a quali nodi centrali far gravitare l’educazione di un bambino tanto atteso, tanto voluto e arrivato in un momento di grande amore.
La forza di queste domande, la ricerca delle loro risposte porta Patrizia ad incontri di quartiere svolti da uno psicologo e psicoterapeuta e volti all’apprendimento di un determinato tipo di educazione improntata, focalizzata su un diverso e nuovo modo di comunicare. Gli argomenti vari, tra i quali: “i NO che aiutano a crescere”, “il sonno”, “le regole”, “come voi comunicate verbalmente e non verbalmente con vostro figlio”, “come leggere il verbale e non verbale di vostro figlio”, dai quali capisce chiaramente che i problemi si possono risolvere attraverso una fine e diversa capacità comunicativa che poggia nell’ascolto, nel non giudizio, nel non interpretare, nel fare domande; in fondo tutti meccanismi che potrebbero stare alla base di qualsiasi relazione interpersonale al di là dell’età.
Ad oggi Patrizia non ricorda capricci, problemi, pianti, tutto è stato fluido e anche semplice. La sua curiosità e lungimiranza l’hanno portata ad avere in un primo momento risultati eccellenti con suo figlio, in un secondo momento la scoperta di una vera e propria passione e in ultimo un nascosto talento.
COUNSELLING IS IN THE AIR!
La scoperta del proprio talento
Solo un problema si presentò all’inizio delle scuole elementari, andarci fu per lui un incubo. Patrizia si rivolse a una collega dello psicoterapeuta, che teneva gli incontri di quartiere, e la esortò a trovare un modo per riuscire a fare verbalizzare ad Andrea in maniera chiara e, come dice Patrizia, disegnabile, cosa non andava. Il punto era cercare di mettere in parole chiare l’emozione che provava e cosa di conseguenza non gli permetteva di andare a scuola tranquillo. Attraverso varie domande il figlio espresse che era la mancanza di accoglienza che gli mancava, così una volta individuato il problema fu facile e chiaro cosa fare, Patrizia chiese alle maestre di avere per il primo periodo un po’ più di attenzione verso l’accoglienza di suo figlio e nel giro di una settimana Andrea cominciò ad andare a scuola con piacere.
Questo mondo della relazione e questi piccoli grandi risultati furono per lei fonte di grande soddisfazione che le aprirono la porta per valutare di intraprendere un percorso che non aveva mai preso in considerazione.
Inizialmente valutò di iscriversi all’università e conseguire una laurea in psicologia ma nel frattempo ogni minuto sentiva da ogni parte la parola Counselling, allora momento molto poco conosciuto. Trovò un master a Bologna, un percorso molto interessante che le permise già di poter sperimentare il dialogo con la persona.
Lì ci fu la rivoluzione. Non solo questo percorso di studi le permise di far emergere completamente un importante lato di lei, ma la affinò anche come persona. Un’ulteriore conferma arrivò per lei con l’ascolto del suo tema Natale (rappresentazione grafica del posizionamento dei pianeti nel momento della nascita di un individuo, calcolata in base all’ora e al luogo di nascita) in cui l’astrologa osservò l’incrocio di tre pianeti che definivano la presenza di un “piccolo” talento: Patrizia aveva il “dono” di poter leggere dentro le persone (1).
COMINCIARE BICOLORE E SCOPRIRSI MULTICOLORE
Il ritrovamento
Al termine della nostra chiacchierata le ho chiesto di dare un nome alla Patrizia che era prima e la parola emersa è stata: BICOLORE. Per la vecchia Patrizia era tutto o bianco o nero, giusto o sbagliato, era un sì o un no, o si andava a destra o si andava a sinistra, potevi essere tondo o quadrato. Ora si sente invece una persona MULTICOLORE, non solo ci sono delle sfumature tra il bianco e il nero, ma sono comparsi anche i colori e diverse forme.
Ha passato una vita a pensare di non essere una persona creativa ma una persona inquadrata, pragmatica, eppure la sua forma di creatività risiede nel trovare una soluzione veloce e originale per risolvere un problema, nel riuscire a sentire quello che le persone sentono e in un’incredibile capacità di ascolto e un’affinata sensibilità empatica.
Oggi è riuscita a fare di questa passione un lavoro, non ancora a tempo pieno ma sicuramente a pieno interesse. Oggi Patrizia è una Counsellor e una Floriterapeuta iscritta alla Bach Foundation Inglese. Nella relazione di aiuto abbina le tecniche del counseling e l’uso dei Fiori di Bach, il suo obiettivo, in linea con il codice deontologico della Bach Foundation è quello di insegnare ai suoi clienti di avere un mezzo autonomo per aiutarsi nel loro percorso di vita. Riceve tantissime soddisfazioni tutti i giorni e per quanto sia sempre lei si è RISCOPERTA e RITROVATA in nuovi colori, nuove forme e soprattutto in accordo con la sua vera ESSENZA.
Le ho, infine, chiesto cosa consiglierebbe alla Patrizia di 25 anni se le potesse parlare, o semplicemente cosa raccomanderebbe a tutte le persone che come lei hanno pensato o pensano di essere in un certo modo, senza darsi la possibilità di conoscersi veramente e che hanno vissuto o stanno vivendo una vita che non gli appartiene davvero:
IMPARATE A COMUNICARE: silenzio, ascolto, sospensione del giudizio, imparate a fare domande, domande, domande, domande, domande, domande, domande, domande, domande.
STUDIATE, trovate dei corsi, una scuola, una formazione che vi permetta di aprire la mente, non fermatevi alle scuole superiori e se l’Università non vi basta, guardatevi attorno, in sostanza CERCATE, CERCATE, CERCATE.
NON ETICHETTATEVI MAI nè in male nè in bene. Per quanto pensiamo di non essere fatti per qualcosa in particolare, NON DATEVI PER SCONTATI, non fermatevi MAI nella ricerca finché un campanellino non suona. SPENDETE DEL TEMPO PER CONOSCERVI DAVVERO.
VIVETE LENTAMENTE, prendetevi il tempo, non fatevi fagocitare da una lavoro o da delle aspettative, o da bisogni imposti, ascoltate le vostre emozioni che nascondono i vostri VERI BISOGNI.
LAVORATE IL GIUSTO PER POTER ANCHE VIVERE
Concedetevi di essere quello che non pensavate di poter essere. Siamo tutti un’eterna scoperta.
Note
- Per molti l’astrologia dona riferimenti e spunti e per poter ragionare diversamente su se stessi e contribuire ad una conoscenza più profonda.
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