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Torino - A distanza di neanche due settimane dal quarto Sciopero Globale per il Clima, Torino è scesa in piazza, più viva che mai. E questa volta con un’ospite d’eccezione: Greta Thunberg.
L’avviso di Greta Thunberg ha spiazzato tutti, appena due giorni fa, quando ha dichiarato che avrebbe fatto tappa in città, per incontrare dal vivo gli attivisti di Fridays for Future e le migliaia di persone che, in questo anno di manifestazioni e proteste, non hanno perso l’occasione per testimoniare la propria partecipazione contro il cambiamento climatico. E questo messaggio di speranza è arrivato chiaro e forte alla giovane attivista, simbolo di questo grande movimento globale che, di passaggio, ha riacceso gli animi e infuocato la piazza.
Greta Thunberg, con un breve ma deciso discorso, ha affiancato i giovani di Fridays For Future in occasione del 50esimo presidio da loro organizzato. È giunta a Torino di ritorno dalla Cop25, la Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici che si è svolta quest’anno a Madrid, dove non ha perso l’occasione di denunciare la mancanza di azioni concrete da parte della classe politica per affrontare l’emergenza climatica.
E proprio a Torino, città della quale ha apprezzato la grande partecipazione ed affluenza durante le precedenti mobilitazioni, ha parlato alla piazza, ricordando che il domani delle giovani generazioni non può e non deve essere dato per scontato e che siamo tutti insieme a lottare per questo futuro.
Durante il presidio la piazza ha condiviso un minuto di silenzio per ricordare le vittime dei cambiamenti climatici e subito dopo i ragazzi di Fridays for Future hanno intonato “Sing for the climate“, la canzone che noi tutti conosciamo come “Bella Ciao” con il testo adeguato alle tematiche ambientali.
Successivamente gli attivisti di Fridays for Future hanno ricordato che c’è ancora tanto lavoro da fare. Si sono rivolti alla Regione, che, col disappunto di tutti, ha recentemente bocciato la mozione di emergenza climatica e ambientale.
«Oggi la politica può decidere se lasciare alle persone una casa in cui vivere o se distruggerla. L’indifferenza è un crimine tanto quanto la devastazione ambientale. Einstein diceva che il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma a causa di quelli che osservano senza fare nulla». Hanno dichiarato gli attivisti.
«Abbiamo raccontato tutto questo in Regione guardandoli dritti negli occhi e subito dopo ci hanno risposto dandoci la peggiore risposta che potevamo aspettarci. Potevano dirci che la Regione ha pochi soldi, che è compito dello stato o che è colpa della città. Loro sono riusciti a fare di peggio. Il 15 ottobre 2019 hanno preso la parola in consiglio comunale per dire che i cambiamenti climatici non esistono».
«Siamo a undici anni dal punto di non ritorno e la classe politica deve preoccuparsi di come risolvere il problema e non di discutere se esiste il problema dei cambiamenti climatici. Ma c’è una buona notizia: il mestiere dei negazionisti climatici diventa ogni giorno più difficile. L’unico modo che abbiamo per accelerare il processo è mettere pressione alla politica e scendere in piazza come abbiamo fatto oggi. Il tempo sta scadendo e noi non possiamo aspettare ancora».
E ancora i giovani ricordano che l’Italia sarà il primo paese al mondo ad inserire nelle scuole trenta ore dedicate allo studio dei cambiamenti climatici, alla loro comprensione e alla ricerca di uno stile di vita più sostenibile.
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