GEN Ucraina, una rete di ecovillaggi per uscire dall’isolamento
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Prosegue il viaggio di Italia Che Cambia fra le comunità intenzionali intervenute al raduno degli ecovillaggi europei che si è svolto dal 14 al 17 luglio scorso presso la Comune di Bagnaia, in Toscana. Per la penultima puntata di questo percorso ci rechiamo in Ucraina, dove nel 2018, grazie all’impegno di Maksym Zalevskyi, è nata la rete GEN Ucraina (Global Ecovillage Network), di cui Maksym è oggi coordinatore, che promuove l’integrazione degli ecovillaggi della repubblica ex sovietica nel mondo.
Fino al momento della sua creazione nessuno, perlomeno fuori dai confini nazionali, sapeva granché sulla presenza o meno di ecovillaggi in Ucraina. Si trattava, infatti, soprattutto di comunità isolate, chiuse in se stesse, i cui membri non avevano dimestichezza con le lingue straniere e con poca o nessuna volontà di condividere le proprie conoscenze con l’esterno.
L’inversione di tendenza è avvenuta successivamente, proprio in seguito alla ricerca realizzata dallo stesso Maksym, che li ha visitati tutti raccogliendo informazioni e facendogli intravedere la possibilità di fare networking fra loro e con altre realtà simili nel mondo per incrementare le loro opportunità e cooperare per la soluzione dei loro problemi.
Questo lavoro ha prodotto, da un lato, la prima adesione alla giornata dedicata alle comunità sostenibili nel Paese, celebrata lo scorso 22 settembre; e, dall’altro lato, l’opuscolo che Maksym ci mostra fiero durante la video-intervista realizzata a Bagnaia: un catalogo di tutti gli ecovillaggi oggi presenti in Ucraina, che contiene informazioni sulla loro storia, le loro esperienze, i metodi e gli strumenti da essi applicati sul campo.
Fra i progetti citati nell’opuscolo, anche i tre ecovillaggi presenti a Bagnaia con propri rappresentanti.
Il primo, di cui ci parla Anastasya Volkova, si chiama Zeleni Kruchi (Sette Colline) e sorge al centro del Paese, accanto alle enormi riserve d’acqua create dai bacini del Dnepr, nel territorio del Parco Regionale Svetlovodsk. Fondato nel 2011, vi risiedono oggi otto membri divisi in tre famiglie, ciascuna indipendente dall’altra ma accomunate da una visione comune del vivere sostenibile e della relazione armonica fra i membri della comunità. I suoi abitanti sono dediti al turismo ambientale e alla auto-ristrutturazione di un edificio con lo scopo di realizzare corsi, festival e altre attività rivolte all’esterno.
Il secondo ecovillaggio – rappresentato e co-fondato da Diana Karpenko nel 2007 – è Obyrok, un “art-village” situato nel Nord-Est dell’Ucraina, vicino alla storica città di Baturyn, fra le foreste che sorgono lungo il fiume Seym. Nato per favorire l’incontro e l’ispirazione di artisti provenienti da tutto il Paese, è attualmente abitato da 11 membri ed è stato negli anni sede di diversi eventi artistici di portata locale e nazionale.
Del terzo ecovillaggio ci racconta Andrey Krasnoperov. Si tratta della New Vraja Bhumi Dham, una comunità spirituale che sorge nel Sud del Paese, a meno di 150 km da Odessa, conosciuta per essere la più grande oasi di protezione di bovini al di fuori dell’India. Dal 2008, anno della sua fondazione, i suoi membri hanno salvato circa 800 bovini dal macello promuovendo un approccio non violento al mantenimento di questi animali e utilizzando tecniche di allevamento e di produzione naturali. Al momento, nella comunità vivono circa 25 persone in una casa comune chiamata Tempio Vaishnava, le quali hanno recentemente hanno iniziato a praticare l’economia del dono.
Ognuno di questi luoghi è aperto a visite e all’adesione di nuovi membri.
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